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CINQUE STELLE NEL CAOS, NÈ CANDIDATO NÈ LISTA IL VOTO DEGLI SCONTENTI VA VERSO MAGLIONE

AMMINISTRATIVEA Melfi a pochi giorni dalla presentazione delle liste pentastellati divisi: a contendersi il simbolo due gruppi. Il csx ripiega su Simonetti

MELFI. Ancora non è stato sciolto il dilemma in casa Cinque Stelle su chi sarà il candidato sindaco e a supporto, delle due in ballo, che potrà fregiarsi del vessillo pentastellato sulla scheda azzurra delle prossime, ormai imminenti, elezioni comunali a Melfi.
Le prossime ore saranno decisive e sono tante le variabili in campo per riuscire a prevedere ciò che accadrà. Non è esclusa anche la possibilità che potrebbe non comparire affatto la lista pentastellata con un proprio candidato, e questo per la ormai arcinota diatriba tra i due gruppi contrapposti del movimento che a Melfi fanno capo, da una parte, alla consigliera comunale uscente Angela Bisogno ed al marito Gino Giorgetti, dall’altra a Giulio Salvatore e Alessia Araneo, da tempo in rottura definitiva con i due coniugi pentastellati. A Giuseppe Conte, leader nazionale del Movimento, tocca la decisione. Sul suo tavolo infatti sono arrivate due liste distinte, contrapposte, entrambe in cerca di certificazione. Il rischio è che, come accadde a Rionero cinque anni fa, nessuna delle due liste presentate al nuovo leader pentastellato possa ottenere la legittimazione necessaria per correre con il simbolo del Movimento alle prossime elezioni amministrative. Per sostenere le due liste, e i rispettivi schieramenti, sono scesi in campo, nella capitale, i rispettivi sponsor di Bisogno e Giorgetti da una parte e Araneo e Salvatore dall’altra. In particolare la senatrice Liuzzi sostiene la posizione della consigliera comunale uscente, cui si contrappone il senatore Lomuti vicino ad Araneo ed alla consigliera regionale Carmela Carlucci ma soprattutto a Gianni Leggieri che certo non è mai stato molto vicino alla Liuzzi. In questo bailamme c’è un’amara constatazione da fare partendo da una premessa. Se è stata la Liuzzi ad indirizzare le candidature regionali del 2019, con la scelta del candidato presidente Antonio Mattia, che non è riuscito a farsi eleggere nemmeno come consigliere, certo Angela Bisogno ed il M5S Lucano tutto hanno di che preoccuparsi. Il tentativo nemmeno troppo velato di ostacolare Leggieri alle regionali è fallito miseramente tant’è che oggi il consigliere regionale pentastellato di Venosa trova ancora posto tra i banchi di via Verrastro. Tornando ai fatti di Melfi deve amaramente constatarsi che vi è l’innegabile tramonto del sogno targato cinque stelle. Bisogno e Giorgetti non hanno saputo fare sintesi ed oggi, per le guerre intestine del movimento, si rischia di perdere un patrimonio di consensi che 5 anni fa rappresent-rono la sorpresa elettorale cittadina con successiva elezione anche del consigliere regionale di Melfi in seno all’assise di via Verrastro. Oggi, invece, non si sa neppure se le iniziative dei coniugi Giorgetti-Bisogno siano o meno autorizzate dalla Direzione nazionale, a partire dal documento con cui a Melfi si è comunicato che nessun accordo ci sarà con le coalizioni in corsa oppure il gazebo per la raccolta firme in viale D’Annunzio di domenica 29 agosto. Che siano manifestazioni a titolo personale o certificate dall’effettivo e soprattutto ufficiale entourage pentastellato lo si capirà nelle prossime ore visto che sta per scadere il termine per la presentazione delle liste fissato per il prossimo 3 settembre.
Se il centro sinistra è andato a cercare il proprio principale alleato in questo gruppo così lacerato e litigioso e da sempre critico nei confronti di quell’area è evidente la difficoltà della coalizione del sindaco uscente che si presenta all’inizio della campagna elettorale già diviso e frammentato. Ci si chiede come potrebbero compattarsi gruppi così divisi già all’interno in caso di eventuale ballottaggio. Dall’altro lato, invece, c’è Peppino Maglione, un candidato amato, empatico, che genera ottimismo e simpatia, sostenuto da una coalizione che, composita e formata da varie anime, è riuscita a fare sintesi e si è compattata in un progetto unitario e vincente. Vecchio contro nuovo, divisione contro unità. La campagna elettorale di Melfi è sempre più segnata da questo netto dualismo manicheo. E sembra evidente il candidato su cui l’elettorato non tesserato si stia spostando.

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