CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: LE PROCURE ITALIANE ASSUMANO ESPERTI “CONTRARIAN”
“L’autopsia psicologica è necessaria per accertare od escludere un quadro depressivo”
#uncasoallavoltafinoallafine
CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: LE PROCURE ITALIANE ASSUMANO ESPERTI “CONTRARIAN”
Recentemente la criminologa Ursula Franco si è spesso espressa sul caso Ziliani:
“Al momento nulla di ciò che è trapelato è di supporto ad una ricostruzione omicidiaria. In casi come questo, vanno prima prese in considerazione le ipotesi dell’incidente e del suicidio e poi, solo in caso di incongruenze, quella omicidiaria. È invece un grave errore ipotizzare l’omicidio e cercare conferme.”
Dottoressa Franco, che rischio corre una procura che ipotizza l’omicidio e cerca conferme?
Corre il rischio di commettere un errore giudiziario. È successo ad Asti nel caso Buoninconti Ceste, un caso di morte accidentale in un soggetto psicotico scambiato per omicidio.
Se la procura avesse processato le risultanze investigative nel modo giusto, i 4 figli di Michele Buoninconti, già segnati dalla perdita della loro madre, avrebbero ancora un padre.
È successo a Benevento dove l’avvocato Verrillo ed io abbiamo dovuto lottare per 5 lunghi anni per vedere archiviate le posizioni dei fratelli Ciocan che sono stati indagati per omicidio e violenza sessuale in un caso di morte accidentale.
Eppure, come nel caso Ceste, le risultanze autoptiche parlavano chiaro: non era stato commesso un omicidio.
Ci sintetizza il caso Ceste?
Non sono stati rilevati segni sui resti della Ceste in grado di accreditare l’ipotesi omicidiaria.
Non sono stati rilevati segni di una eventuale colluttazione sul corpo di Michele Buoninconti o in casa sua.
Non sono stati rilevati graffi sulle mani e/o sul volto di Buoninconti prodotti dai rovi del Rio Mersa durante il presunto occultamento o tracce di fango sulle sue calzature dovute sempre al presunto occultamento.
Non sono stati rilevati segni del trasporto in auto di un cadavere.
Buoninconti non era al Rio Mersa quando ce lo colloca il geometra Dezzani, ha quindi un alibi per il presunto occultamento, un alibi ignorato dalla procura nonostante sia supportato dai dati scientifici che si estrapolano da tabulati e celle telefoniche.
Due consulenti della procura avevano diagnosticato alla Ceste la psicosi.
Da dove nasce l’errore giudiziario che ha condotto alla condanna di Buoninconti?
L’errato convincimento che Elena Ceste non potesse essersi denudata volontariamente e che Michele mentisse sulle reali condizioni psichiche della moglie nonostante le innumerevoli testimonianze di conforto al racconto di Buoninconti, e nonostante l’assenza di dati che avvalorassero l’ipotesi omicidiaria, hanno viziato irrimediabilmente il caso.
Come si prevengono gli errori giudiziari?
Le procure dovrebbero istituire la figura del “contrarian” per proteggersi dalla “Tunnel Vision”, un pregiudizio cognitivo che è la prima causa di errore giudiziario.
Il “contrarian” è un esperto, una sorta di avvocato del diavolo capace di contrastare i pregiudizi cognitivi, che dovrebbe essere specificamente ed esclusivamente incaricato di sfidare coloro che investigano nei casi più difficili.
Dottoressa Franco, di cosa è morta Laura Ziliani?
Con i dati a mia disposizione posso ipotizzare che l’8 maggio, poco dopo le 7.00 del mattino, Laura Ziliani sia caduta nel fiume, sia stata trascinata dalle correnti e il suo corpo si sia poi arenato lì dove è stato ritrovato l’8 agosto.
Il fatto che non vi fosse acqua nei suoi polmoni mi induce a ritenere che sia morta una volta entrata nelle gelide acque del fiume per inibizione riflessa e arresto sincopale del cuore.
Il fatto che la Ziliani non avesse portato con sé né il telefono cellulare né l’orologio con il GPS mi fa pensare ad un suicidio.
La Ziliani aveva perso il marito, aveva una figlia disabile ed era in menopausa.
L’autopsia psicologica è necessaria per accertare od escludere un quadro depressivo.