ANNA CARRITIELLO (UIL) : TRATTA MOLDAVE
“Per questo all’indignazione deve far seguito un’iniziativa sindacale incalzante in primo luogo di assistenza alle donne che arrivano nel nostro Paese e nella nostra regione per lavoro in modo da sottrarle a gruppi criminali di sfruttatori”
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TRATTA MOLDAVE: CARRITIELLO (UIL), all’indignazione deve far seguito un’iniziativa sindacale incalzante in primo luogo di assistenza alle donne che arrivano nel nostro Paese e nella nostra regione per lavoro in modo da sottrarle a gruppi criminali di sfruttatori
Anna Carritiello della segreteria regionale Uil Basilicata e responsabile Pari Opportunità-Politiche di Genere
Le notizie diffuse su quella che è stata definita la “tratta delle moldave” rivelano aspetti raccapriccianti su quanto è accaduto a numerose donne moldave vittime di tratta di esseri umani e di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Il trattamento riservato a queste donne, arrivate da noi con la speranza di un lavoro dignitoso e di utilità sociale, per sfuggire ad un destino di emarginazione nel proprio Paese, ci indigna fortemente a conferma che le donne e le ragazze, specie immigrate e provenienti dai Paesi dell’Europa dell’Est, continuano ad essere gli obiettivi primari della tratta di persone.
Per ogni 10 vittime rilevate a livello globale circa cinque sono donne adulte e due giovani ragazze.
Negli ultimi 15 anni, il numero di vittime è aumentato, mentre il loro profilo è cambiato.
E come riprova l’inchiesta di Potenza nel traffico di donne non c’è solo lo sfruttamento sessuale, che continua ad essere la prima piaga, ma anche il lavoro forzato e senza diritti in crescita costante da oltre un decennio.
Queste donne sono sfruttate in una vasta gamma di settori economici, in particolare in quelli in cui il lavoro è svolto in circostanze isolate, tra cui l’agricoltura, il lavoro domestico e l’assistenza agli anziani e disabili.
L’inchiesta denota che il fenomeno dello sfruttamento femminile da noi è molto più vicino di quanto si possa ritenere e che si annida in particolare tra le badanti che si occupano dei nostri anziani, ancora senza regolare contratto e con condizioni di vita e di lavoro persino disumane.
Per questo all’indignazione deve far seguito un’iniziativa sindacale incalzante in primo luogo di assistenza alle donne che arrivano nel nostro Paese e nella nostra regione per lavoro in modo da sottrarle a gruppi criminali di sfruttatori.