RINNOVABILI: CESTARI, ACCELERARE PROGETTI E PROGRAMMI AL SUD
È necessario un rapido cambio di rotta, in grado di mettere le regioni del Sud nelle condizioni di realizzare gli investimenti necessari
Il Sud – dove si concentra il 40,2% delle energie pulite del Paese – sta facendo passi avanti importanti sul piano dell’efficientamento energetico dei processi produttivi e nell’utilizzo di energie rinnovabili. Il Mezzogiorno vale il 37,4% della potenza fotovoltaica, il 96,5% della potenza eolica ed il 27,2% della potenza degli impianti a bioenergie. Andando ad analizzare ambiente e sostenibilità, la bioeconomia nel Mezzogiorno vale 23,6 miliardi di euro di Valore aggiunto, il 6,7% del totale economia dell’area (6,4% in Italia) ed il 23,6% del dato nazionale. Partendo da questi dati Alfredo Cestari, presidente del Gruppo omonimo, che attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero, in particolare la Strategic Energy Resources, opera nel settore della produzione elettrica da fonti rinnovabili, rilancia l’impegno ad accrescere le attività per le energie rinnovabili. La Società ha stipulato convenzioni per la concessione dei terreni e dei diritti per la realizzazione di impianti eolici e minieolici in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Molise. Inoltre, è impegnata in rapporti di collaborazione, a livello nazionale ed internazionale, con soggetti privati ed Enti pubblici, tra cui: Enel-Si, Edison Energie Speciali, Enercon, Meg Sud. Le rinnovabili – dice Cestari – sono una grande ricchezza del Mezzogiorno. In questo ambito, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia sono le prime Regioni a sostenere, anche con provvedimenti normativi ad hoc, produzione e consumo collettivo. Non ci si può fermare proprio adesso che il 30% del Pnrr è dedicato alla missione “rivoluzione verde”. C’è da fare di più specie nei tempi di attuazione dei progetti in cantiere poiché la transizione energetica, oltre a generare benefici ambientali, è un’occasione per creare valore e occupazione r
e richiede prioritariamente l’efficienza della governance, cioè l’insieme di ruoli, regole, procedure e strumenti a livello legislativo, attuativo e di controllo relativi alla gestione della transizione energetica. È quindi necessario un rapido cambio di rotta, in grado di mettere le regioni del Sud nelle condizioni di realizzare gli investimenti necessari a recuperare il ritardo accumulato negli anni ed accelerare la creazione di valore economico. Va seguito l’esempio della Regione Marche che ha approvato un bando pubblico a sportello per l’assegnazione di 3 milioni di euro di contributi alle imprese e a comunità energetiche rinnovabili (Cer), per la realizzazione di interventi innovativi. Le nostre strutture – conclude – sono a piena disposizione di Comuni, enti pubblici, imprese e privati per l’assistenza e la consulenza necessarie.