UIL BASILICATA: “LA BOLLA DEL COVID, GLI ANZIANI E LA PANDEMIA DELLA POLITICA”
IN CORSO I LAVORI DELLA UIL BASILICATA presso MOTEL PARK – Potenza
#convegno
? Oggi 7 SETTEMBRE 2021, Potenza – Motel Park dalle ore 9.30
Iniziativa UIL Pensionati Basilicata “LA BOLLA DEL COVID, GLI ANZIANI E LA PANDEMIA DELLA POLITICA”
Interverranno:
– il Segretario regionale UILP, Carmine Vaccaro
– il Segretario provinciale UILP, Amedeo Gerardi
– il Segretaria Generale UIL Pensionati, Francesca Salvatore
– l’On. della Repubblica Italiana, Vito De Filippo
Modera Franco Coppola (UIL Matera)
notizia in aggiornamento
BUONA VISIONE BUON ASCOLTO
VIDEO DIRETTE FACEBOOK
INTERVISTA a Francesca Salvatore
UIL Pensionati
e Carmine Vaccaro UIL Basilicata
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INTERVISTA all’onorevole Vito De Filippo
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INTERVISTA a FRANCO COPPOLA UIL Matera
START ai lavori con relazione introduttiva di Carmine Vaccaro UIL BASILICATA
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La conclusione dei lavori affidata alla Segretaria Generale UIL Pensionati, Francesca Salvatore
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L’INTERVENTO DI FRANCESCA SALVATORE:
Non è solo questione di TITOLO QUINTO.
Lo diceva bene Carmine nella sua relazione, esaustiva che ha toccato molte questioni precise e puntuali che interessano le pensionate ed i pensionati.
Quando parlo di titolo quinto mi riferisco alla riforma della Costituzione che riguarda i rapporti tra Stato ed Autonomie Locali.
Una riforma figlia della fretta approvata, nel lontano 2001,con una maggioranza ristretta per allontanare lo spettro della secessione.
Tra i limiti della riforma sicuramente, a mio avviso, il “decentramento dei poteri legislativi” che nel corso degli anni ha generato difformità normative tra le diverse Regioni, senza contare un “decentramento amministrativo e fiscale distorto”
Basti pensare all’aumento considerevole delle imposte regionali: nel 2002 il gettito dell’Addizionale Regionale IRPEF ammontava a 4,9 miliardi di euro, mentre nel 2020, ammonta a 12,5 miliardi di euro con un aumento del 155%; in Basilicata dallo 0,9% del 2000 oggi l’IRPEF Regionale è dell’1,23% per i redditi fino a 55 mila euro e del 2,33% per i redditi sopra i 75 mila euro.
Dal 2001, quindi, la sanità è governata attraverso gli accordi tra Stato e Regioni i cosiddetti Patti per la Salute, che hanno fatto sì che il settore si sia amministrato più con logiche economicistiche, anziché con investimenti.
Risultato è che nel corso degli anni si sono creati 21 sistemi regionali di assistenza sanitaria, con erogazione dei servizi in maniera difforme tra Regioni.
Ma come dicevo, però, non è solo questione di titolo quinto: occorre una riflessione a tutto tondo sul livello di spesa del Servizio sanitario Nazionale.
A partire dai primi anni duemila vi è stato sistematicamente un sottofinanziamento del fabbisogno sanitario che di fatto non ha permesso, soprattutto nel Mezzogiorno, di dare risposte adeguate ai bisogni di salute dei cittadini.
La spesa sanitaria è passata dal 9% del PIL nel 2010 all’8,8% nel 2018, mentre in Francia e Germania è all’11,2%.
E vi è poi la “disattenzione” della politica locale nelcoinvolgere le forze sociali per affrontare le scelte sui temi più vicini ai cittadini.
Cosa questa che avviene a macchia di leopardo sul territorio nazionale.
E bene ha fatto Carmine nella sua introduzione a mettere in primo piano il fatto che rispetto ad alcune richieste specifiche e proposte concrete del sindacato, la Regione abbia opposto un “muro di gomma”
E QUESTO NON VA BENE! NOI A QUESTO GIOCO NON CI STIAMO!
Continueremo a rispondere forte e chiaro e se del caso proseguire con le mobilitazioni.
D’altronde con la nostra mobilitazione dello scorso giugno con le tre manifestazioni a Bari, Firenze e Torino abbiamo riportato al centro dell’agenda politica i temi cari al sindacato: l’esigibilità dei diritti per le persone più fragili.
Nelle prossime settimane intensificheremo la nostra azione chiedendo al Governo e alle Istituzioni locali tutte,momenti di confronto sulle scelte che verranno fatte nei prossimi mesi.
Vanno affrontate le tante debolezze che la pandemia ha messo in primo piano come dicevano coloro che mi hanno preceduta: ad iniziare dal sistema sanitario nazionale.
La pandemia ha messo anche in evidenza tre debolezze del nostro sistema sanitario e socioassistenziale:
l’organizzazione del sistema sanitario;
l’organizzazione ed il funzionamento delle strutture di lungodegenza (RSA, case di riposo, case famiglia ecc.);
il funzionamento dei servizi territoriali.
Ma l’emergenza sanitaria ha messo in luce, anche, un grande attaccamento alla professione da parte di tutti gli addetti a cui va il nostro plauso, che non più tardi di un anno fa venivano definiti “eroi” e che a distanza di un anno sono sepolti da polemiche, ai quali, ricordo non sono stati ancora rinnovati i contratti scaduti nel 2019.
Va rilanciata e salvaguardata la forza universalistica del nostro sistema sanitario.
Va ribadito che non dovranno esserci “MAI PIÙ TAGLI SULLA SALUTE, e che sono necessari PIÙ INVESTIMENTI E MAGGIORE LOTTA AGLI SPRECHI”
Bisogna vedere il nostro sistema socio sanitario come un settore dove investire e non come un costo.
In tale direzione dobbiamo contrastare con forza il concetto che i servizi sociosanitari vengano programmati “compatibilmente con la disponibilità delle risorse”
L’accesso alle cure va garantito a tutti a prescindere dalle condizioni economiche.
Per questo penso che nella prossima Legge di Bilancio vi debbano essere adeguate risorse per abbattere le liste di attesa.
Perché con la pandemia abbiamo come dire “trascurato” molti malati cronici e per i quali bisogna recuperare il tempo perduto.
Ma la pandemia ci ha regalato anche un’altra Europa non più severa e austera, guardiana solo del rispetto dei conti pubblici.
Bensì un’Europa, che attraverso le risorse della NextGeneration EU con i Piani di Ripresa di Ripresa e Resilienza, mettendo in campo per i prossimi cinque anni risorse straordinarie pari ad oltre 850 miliardi di euro, si configura come un embrione di
“EUROPA SOCIALE E DEI POPOLI”
Si recupera in questo modo, a mio avviso, lo spirito del Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, del quale qualche giorno fa il Capo dello Stato ha celebrato gli 80 anni.
Per il nostro Paese si tratta di un’occasione unica da non sprecare per ridisegnare un Paese più equo che riduca le disuguaglianze ed i divari di cittadinanza.
Ci saranno oltre 231 miliardi di euro, di cui 29,6 miliardi di euro per la coesione e l’inclusione sociale e di 20,2 miliardi di euro per il diritto alla salute.
Nel PNRR, accogliendo le nostre richieste, è prevista tra le riforme quella per la non autosufficienza.
Ci lascia perplessi che si prevedano due percorsi di riforma separati: uno per la disabilità e l’altro per gli anziani non autosufficienti.
Per noi va fatta una legge quadro organica che affronti 360 gradi il tema della non autosufficienza con un percorso legato alla condizione e non all’età.
Una Legge che deve aumentare in modo significativo le risorse e assicurare sostegni e servizi adeguati e uniformi in tutto il territorio nazionale, riducendo le attuali disuguaglianze tra Regioni e anche all’interno delle stesse Regioni.
E, soprattutto una Legge che venga approvata con celerità entro i primi mesi dell’anno prossimo e non entro la fine della legislatura (2023), come prevede il PNRR.
È UNA QUESTIONE DI CIVILTÀ E DI GIUSTIZIA SOCIALE !
Le persone con disabilità rappresentano una quota significativa della popolazione italiana, oltre il 5% del totale, secondo le stime dell’Istat.
Si tratta di oltre 3,5 milioni di persone, di cui 1,5 milioni sono persone con oltre 75 anni che meritano attenzione e rispetto.
E permettetemi di fare un grande applauso a tutte le atlete e gli atleti che hanno partecipato alle paraolimpiadi.
Abbiamo gioito per le medaglie vinte dalle nostre azzurre e i nostri azzurri, ma fatemi però ringraziare tutte e tutti per la loro volontà, per lo spirito di vita indipendente, perché questa volta l’importante era “esserci” recuperando lo spirito originario “Decubertiano” dei giochi olimpici.
E torneremo alla carica con il Governo anche per vare una Legge nazionale sullo invecchiamento attivo poiché siamo alla fase di concertazione per elaborazione delle linee guida.
Ritengo utile ricordare, a tale proposito, che siamo l’unico Paese europeo a non avere ancora questa Legge a livello nazionale, bensì molteplici leggi regionali non coordinate tra loro.
Sul PNRR in questi mesi abbiamo aperto, insieme alle Confederazioni, una serrata interlocuzione con il Ministro Speranza, il Ministro Orlando e con la Conferenza delle Regioni e Province autonome sui temi delle politiche sociali, della sanità e della non autosufficienza.
Abbiamo avviato confronti sulla medicina di territorio, il potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata per la quale sono state emanate proprio il mese scorso, le linee guida per l’impiego dei 4 miliardi di euro previsti dal PNRR.
Abbiamo ribadito, però, la necessità di un confronto più serrato per il potenziamento dell’assistenza territoriale, per l’avvio delle case di comunità e gli ospedali di comunità, l’adozione di un modello organizzativo per una medicina e un’assistenza socio sanitaria di prossimità evitando frammentazione e fraintendimenti.
Allo stesso tempo abbiamo chiesto l’adozione di misure utili a rafforzare il sistema ospedaliero intervenendo sull’aggiornamento tecnologico e sulla reingegnerizzazione delle infrastrutture.
Su questi argomenti abbiamo ottenuto dei tavoli specifici di confronto.
Insomma, come dice sovente il nostro Segretario Generale Carmelo Barbagallo, abbiamo “apparecchiato” moltitavoli ma ora questi vanno “imbanditi”
Cioè vanno resi luoghi operativi e concreti dove discutere la “messa a terra” dei progetti del PNRR non solo a livello nazionale, ma anche a livello territoriale.
Non è certamente su Marte che si attuano concretamente i progetti, ma è nei singoli territori, è nelle singole Regioni.
E per questo che ne rivendichiamo la partecipazione.
Perché il PNRR non è un piano solo della politica ma è un Piano per il Paese, per le persone.
E per questo noi crediamo che per spendere presto e bene le risorse previste vi sia bisogno di un PATTO PER IL PAESE.
E da questo punto di vista il Decreto sulla Governance del PNRR che ora è legge contiene una grande novità: un protocollo di intesa tra Governo, Enti Territoriali e parti sociali più rappresentative per definire i tempi le modalità con cui seguire le varie fasi attuative del PNRR sia a livello nazionale che territoriale.
Questo protocollo è uno degli argomenti che hanno spinto i Segretari Generali di UIL, CGIL e CISL di scrivere al Presidente Draghi per richiedere un incontro.
Questo è ciò che bolle in pentola
Ma credo che poi non dobbiamo mai dimenticarci che è essenziale l’individuazione dei criteri per definire di Livelli Essenziali delle Prestazioni i cosiddetti LEP.
Così come sulle RSA ed in genere sulle strutture di lungodegenza è chiaro che dopo la pandemia nulla potrà essere come prima: l’intero sistema va riformato.
Sulle RSA si pone il tema della loro riorganizzazione all’interno dei servizi territoriali e, soprattutto, del rapporto pubblico privato che è il tema dei temi.
Occorre affrontare il tema degli accreditamenti con delle linee guida forti nazionali per superare gli attuali standard, che vedono o strutture troppo grandi o micro strutture che sfuggono ai controlli, spazi angusti, personale sotto pagato e non formato adeguatamente.
Ma queste linee guida devono poi essere realmente rese esigibili nei territori non fare come con le linee guida per le visite dei parenti nelle RSA che vengono applicate nelle Regioni a “macchia di leopardo”
Vanno sperimentate forme di residenzialità alternative, con l’obiettivo di far rimanere le persone nelle proprie case o comunque nel proprio contesto sociale.
E c’è il tema della partecipazione e dei controlli che devono vedere coinvolti sostanzialmente i vari attori sociali, in primis il sindacato dei pensionati.
E sullo sfondo rimane sempre aperto il tema della compartecipazione degli utenti al costo del servizio anche modificando i criteri del calcolo dell’ISEE.
Sul sistema residenziale in genere vanno previsti finanziamenti adeguati a sviluppare forme di residenzialità alternative quali il cohousing.
Credo che servano finanziamenti sulle tecnologie avanzate quali la domotica e la robotica per favorire la vita indipendente.
Ma servono investimenti anche sulle aree interne.
Non bastano forme di fiscalità di vantaggio, come quella già prevista con tasse agevolate ai pensionati che si trasferiscono nei nostri bellissimi borghi.
Mi piace e mi incuriosisce il progetto “Guarcino”, con la costruzione di borghi a misura di anziano dove però vi sono giovani, attività produttive e servizi, perché in questo modo si rendono vivibili le nostre aree interne.
A tal proposito, ricordo che, come UIL Pensionati, abbiamo sostenuto che nel PNRR vi fossero risorse adeguate per sviluppare e diffonde e la digitalizzazione, propedeutica al diffondere della telemedicina e del telesoccorso.
(Riteniamo necessario stringere un rapporto di interscambio con i giovani a supporto degli anziani anche per favorire l’utilizzo dei mezzi digitali)
Sul tema che ha “infiammato” l’estate credo che si debba mettere in sicurezza i nostri anziani e le persone più fragili e intensificare gli sforzi per aumentare la copertura vaccinale.
Anche in considerazione dei dati del Rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità che mette in evidenza come tra le persone che hanno ricevuto il vaccino crollano i ricoveri e la mortalità
Va veicolato un messaggio chiaro: va messa in campo una seria campagna informativa e comunicativa con parole semplici e di chiara comprensione, evitando messaggi contraddittori sull’importanza della vaccinazione.
(1 ottobre assise immunizzazione)
Gli anziani, le persone più fragili vanno messi in sicurezza anche facendo in modo che chi entra in contatto con loro sia vaccinato, così come previsto dal Decreto Legge 44/2021
Ed è per questo che sosteniamo le richieste di Cgil, Cisl, Uil di istituire una Legge per l’obbligo vaccinale e sollecitiamo il Governo a prendere rapidamente una decisione in questa direzione.
Proprio ieri, e mi avvio alle conclusioni, abbiamo avuto la riunione unitaria delle Segreterie di UILP, SPI e FNP per discutere e individuare le iniziative per la ripresa delle attività.
Abbiamo convenuto di rivedere e aggiornare la nostra piattaforma (i cui contenuti sono stati inseriti nella piattaforma confederale) individuando le nostre priorità confrontandoci attraverso una iniziativa nazionale su un fisco più leggero sulle pensioni, pensioni più pesanti, rafforzare il sistema sanitario e sociale, una legge nazionale per la non autosufficienza e per l’invecchiamento attivo.
Noi abbiamo bisogno di una riforma del sistema fiscale volta alla semplificazione all’equità e giustizia sociale che abbassi le tasse sulle pensioni e che finalmente faccia pagare le tasse agli evasori.
Oggi è stata sicuramente una bella giornata e ringrazio Carmine (Amedeo, Franco e tutti voi) per averla messa in campo.
Abbiamo dimostrato che il sindacato, la UIL Pensionati, semmai ve ne fosse bisogno, c’è ed è non solo un sindacato di denuncia e di protesta, ma è un sindacato che fa proposte.
Proposte concrete alle istituzioni per restituire dignità alle persone più fragili agendo con amore e passione come dimostra la bellissima immagine scelta per questa iniziativa.
#sapevatelo2021