LA SPETTACOLARITÀ DELL’AIRONE ROSSO
Il documentarista lucano Lisandro ci racconta di una specie perseguitata dall’uomo per le sue bellissime piume
La specie che ci fa conoscere questa volta il documentarista di Bella Carmine Lisandro potrebbe, con occasioni ambientali favorevoli, vivere fino a circa 20 anni, ma è ritenuta specie vulnerabile che, per svariati secoli, è stata perseguitata dall’uomo per via delle bellissime piume. Parliamo dell’Airone Rosso.
«Oggi purtroppo si perpetua, con la maldestra gestione delle zone umide, quello che condurrà alla graduale e inarrestabile scomparsa delle specie. Per questo –spiega Lisandro- è particolarmente protetto dalla Direttiva Uccelli 2009/147/CE, all. I); nei confronti della quale sono richiesti accordi internazionali per la sua conservazione e gestione (Convenzione di Bonn, all. II); È rigorosamente protetto con la Convenzione di Berna, all. II) e protetto dalla legge 11 febbraio 1992, n. 157».
«L’airone rosso (Ardea purpurea) è un uccello piuttosto grande della famiglia degli Ardeidi come l’Airone cenerino, Bianco maggiore, Guardiabuoi, la Garzetta, la Sgarza ciuffetto, animali presenti abitualmente nel nostro territorio.
L’adulto, ha una taglia è di 75/90 cm., un’apertura alare di 140 cm. ed un peso di circa 1,5 Kg.
È un animale solitario, molto diffidente e schivo che si può ammirare in tutta la sua bellezza quando frequenta zone umide con acque calme, ricche di vegetazione ed in particolare in prossimità di laghetti artificiali con fitti canneti che utilizza anche per nidificare.
Questa specie, indistinguibile tra maschio e femmina, ha il corpo quasi del tutto tendente al marrone con il lungo collo tenuto, durante il volo, a forma di S e percorso, longitudinalmente, da strisce nere;
Le penne copritrici delle ali, che hanno dato il nome alla specie hanno una sfumatura rossastra, mentre sul capo è presente un ciuffo nero con due penne filiformi.
Le zampe, molto sviluppate rispetto agli altri ardeidi, hanno un colore giallastro come il becco.
I giovani, con una colorazione complessivamente più omogenea rispetto agli adulti, hanno delle macchie scure sul dorso e sulle ali, con il becco e le zampe dal colore giallo-arancio.
La coppia costruisce un nido abbastanza voluminoso, composto da ramoscelli o canne; viene costruito dalla femmina, aiutata dal maschio, su alberi e/o in canneti.
Tra aprile-maggio la femmina depone, a giorni alterni, da 4 a 6 uova che vengono covate dalla coppia per circa un mese.
I nuovi nati vengono accuditi da entrambi i genitori e dopo quasi due mesi dalla nascita diventano indipendenti.
Per la sua diffidenza a mostrarsi preferisce cercare il cibo al tramonto o all’alba, catturando prede come: pesci, anfibi, lucertole, serpenti, topi, arvicole, insetti e molluschi che vengono acchiappati, con una rapida distensione del collo e che arpiona con una velocità impressionante, oppure stando pazientemente in attesa, con il collo eretto, in acque poco profonde o camminando lentamente su ammassi di vegetazione ondeggiando il collo.
Nel nostro territorio lucano dopo aver nidificato migra regolarmente verso settembre/ottobre».