COMPLETATO IL GASDOTTO NORD STREAM 2
Il Nord Stream è un gasdotto che, attraverso il Mar Baltico, trasporta direttamente il gas proveniente dalla Russia ?? in Europa occidentale, passando per la Germania ??
Nord Stream 2 è attualmente il gasdotto più lungo del mondo (1.230 chilometri) e verrà affiancato al gasdotto Nord Stream 1, lungo 1.224 chilometri, che segue lo stesso percorso ed era stato inaugurato nel 2012
È finita la costruzione del discusso gasdotto Nord Stream 2
Il progetto per portare il gas russo in Germania comincerà a funzionare tra qualche giorno, con gran preoccupazione dei paesi dell’Europa orientale
Il gasdotto è composto da linee parallele da 27,5 miliardi di metri cubi all’anno. La lunghezza è di 1.220 km, con partenza da Vyborg, in Russia, ed arrivo a Greifswald, in Germania, dove il gasdotto è collegato alla rete onshore tedesca, e da qui al sistema continentale europeo, tramite l’OPAL(progetto operato da Wingas con l’80% ed E.On con il 20%). Il diametro interno del tubo è di 1153,0 mm.
L’Italia è presente nel progetto tramite Saipem, che ha posato i tubi in mare, Snamprogetti, responsabile della parte ingegneristica di progettazione, e PetrolValves (di Castellanza) ed altri valvolieri della zona, come Viar Valvole di Sumirago (VA), che hanno fornito una parte consistente delle valvole necessarie alla sua costruzione. Le superfici sono trattate con cicli anticorrosivi, certificati Norsok M 501 forniti da Carboline Italia e applicate da Industrial painting color. È presente anche la società SiirtecNigi di Milano, operante come EPC nel settore Oil & Gas, per la realizzazione dell’impianto di trattamento gas di Portovaya.
Costi
- 800 milioni in project financing per 10 anni;
- 6.4 miliardi garantiti dalle agenzie per il credito all’esportazione Euler Hermes, SACEe indirettamente dal governo tedesco;
- Il restante è stato finanziato da un pool di 26 banche.
Completamento
Un interessante articolo di SIMONE MANDA su : “LA GEOPOLITICA DEI TUBI”
#NordStream2 “la geopolitica dei tubi”
{di Simone Manda su Sbilanciamoci
23 Giugno 2021 | Sezione: Mondo, primo piano}
Biden ha deciso di risparmiare dalle sanzioni la Nord Stream AG, la principale azienda impegnata nella costruzione della Nord Stream 2, il secondo braccio del gasdotto che attraversa il Baltico che sta ormai per essere ultimato.
Un progetto che interseca gli equilibri geopolitici atlantici e non solo.
Il summit Biden-Putin a Ginevra è stato un evento epocale, in grado di segnare la svolta con l’era Trump e riallacciare i rapporti tra Usa e Russia.
Si è parlato di molte questioni, dalla cybersicurezza al nucleare.
«Un incontro positivo», secondo Joe Biden. Vladimir Putin lo ha definito «produttivo»
Durante il summit, almeno a vedere i comunicati ufficiali, non si è parlato però di ciò che è accaduto pochi giorni fa: Biden ha deciso di risparmiare dalle sanzioni la Nord Stream AG, principale azienda impegnata nella costruzione della Nord Stream 2, società con sede in Svizzera ma di proprietà della compagnia russa Gazprom, costruttrice del secondo braccio del gasdotto che attraversa il Baltico.
Mancano poco meno di 60 chilometri per concludere l’opera di raddoppio del Nord Stream, che dal terminal russo di Vyborg, al confine con la Finlandia, va a quello tedesco di Greifswald, nel Nord-Est del Paese.
Il raddoppio del gasdotto transbaltico porterà dalla Russia in Germania circa 55 miliardi di metri cubi di gas naturale aggirando i paesi di Visegrad (Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Ungheria–V4).
Quel gas rifornisce direttamente la Germania e l’Europa orientale, continuando giù giù, potenzialmente fino all’Italia.
Si tratta dell’ennesimo progetto di energy dominance.
Assieme al Turk Stream, operativo da inizio anno, il Nord Stream 2 inonderà il Vecchio Continente di gas russo, in linea con gli obiettivi attuali della “transizione energetica” così come viene intesa. Il mercato energetico europeo è tentato da ogni dove, e l’Italia in particolare lo è da più attori: oltre che dalla Russia, l’Italia riceve infatti il gas soprattutto da Algeria e Libia.
A complicare il quadro, gli Stati Uniti in questa nuova “guerra fredda del gas”, hanno aumentato massicciamente le proprie esportazioni di gas naturale liquefatto e hanno forti interessi a penetrare nel mercato europeo.
Per questo la decisione di Biden sulle sanzioni al Nord Stream 2 è in controtendenza rispetto al ruolo confliggente Russia-Stati Uniti.
Eppure Biden si è detto disposto a collaborare, anche sulle questioni più divergenti.
In ogni caso a metà giugno l’Alto Rappresentante dell’Ue per la politica energetica Josep Borrell ha chiarito che il Nord Stream 2 «non è un progetto dell’Ue, è un progetto della Germania»
Per l’Unione quel progetto «non è una priorità» – ha aggiunto Borrell – perché «non aumenta la diversificazione» degli approvvigionamenti di energia dell’Unione.
Secondo quanto afferma il sito americano di news Axios, il freno di Biden è proprio dovuto alla volontà di non giungere allo scontro con Berlino sulla sua politica energetica, cercando di salvaguardare lo spazio per una mediazione.
La Germania si è legata strategicamente alla Russia, diversamente dalla Francia che non ha mai rinunciato all’energia atomica.
Per Berlino, ormai il gas naturale è indispensabile.
La decisione di dismettere tutte le centrali a carbone entro il 2038 l’ha fatta puntare tutto su un mix di rinnovabili e gas.
Ma il Nord Stream 2, ha affermato il nuovo capo della politica estera Usa Antony Blinken, rappresenta «un cattivo accordo, per la Germania, per l’Ucraina e per tutti i nostri partner in Europa centrale ed in Europa orientale»
Si tratterebbe quindi di un progetto geopolitico russo, destinato a spaccare l’Europa e a indebolire la sicurezza energetica del Vecchio Continente.
Dell’Ucraina si è parlato anche all’incontro a Ginevra tra i due capi di Stato.
In una nota, il comitato di associazione dei parlamentari Ue e dell’Ucraina, al termine di una riunione informale, ha dichiarato:
«Siamo profondamente preoccupati per la ripresa dei lavori di costruzione del gasdotto Nord Stream 2, lo consideriamo un progetto geopolitico, non commerciale, finalizzato all’espansione dell’influenza geostrategica della Russia sull’Europa».
Il testo continua chiedendo alla leadership UE di rivedere la sua collaborazione con la Russia, fermando immediatamente la costruzione del gasdotto.
Ma ormai è solo una questione di diplomazia. Il vice primo ministro russo, Aleksandr Novak, ha dichiarato che la costruzione del gasdotto sarà completata entro la fine del 2021.
Lo ha affermato anche Rainer Seele, amministratore delegato della compagnia petrolifera e del gas austriaca Omv, a margine dei lavori del Forum economico internazionale di San Pietroburgo.
Il 3 giugno, Il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha incontrato a Washington Jan Hecker, consigliere per la Politica estera della cancelliera tedesca Angela Merkel, per parlare delle preoccupazioni sul Nord Stream 2 e ciò che implicherebbe per l’Ucraina.
Il 12 giugno scorso, durante i lavori del G7 a Cornwall nel Regno Unito, la stessa Merkel ha avuto un colloquio con Joe Biden e i due hanno parlato anche di Nord Stream e Ucraina.
La cancelliera tedesca crede che i due Paesi siano «sulla buona strada» e ha ribadito l’importanza dell’Ucraina nel transito di gas dalla Russia all’Europa.
La Russia di Vladimir Putin, al termine del progetto, avrà un peso sempre maggiore nello scacchiere internazionale.
Se Nord Stream 2 vedrà la luce, in pochi mesi Mosca avrà incassato il terzo successo dopo il via a Turk Stream e l’avvio delle forniture verso la Cina del gasdotto denominato Power of Siberia.
Il presidente americano ha preferito, per ora, prendere la via del perdono, o meglio della prudenza. Ma il messaggio è chiaro, soprattutto per i partner del G7: la diplomazia statunitense è tornata.
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Nord Stream 2, arriva la sentenza tedesca: al controverso gasdotto si applicano le regole antitrust dell’UE
26 Agosto 2021 su eunews
Proprietari del gasdotto e fornitori del gas che vi scorre devono essere diversi per garantire una concorrenza leale, in linea con la direttiva europea sul mercato del gas. A stabilirlo è l’alta corte di Düsseldorf respingendo il ricorso della società Nord Stream 2 AG contro il regolatore di rete tedesco che ha rifiutato di concederle un’esenzione dalle regole di Bruxelles. La sentenza può essere impugnata ma rischia di rallentare il completamento del progetto
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Usa ?? Germania ?? è accordo per il via libera al gasdotto Nord Stream 2 dalla Russia ??
Un protocollo in quattro capitoli supera le tensioni fra i due alleati. Per arginare Mosca promessi aiuti energetici e diplomatici all’Ucraina
Saldato l’ultimo tubo: Nord Stream 2 in funzione entro fine anno
Per completare il lavoro resta solo il collegamento con la sezione in arrivo dalla Danimarca per poi posare l’opera sul fondo del mar Baltico, in acque tedesche
Il tubo numero 200.858, l’ultimo, è stato saldato al resto del gasdotto, i tecnici si mettono in posa accanto per una foto ricordo. Ora non resta che collegarlo alla sezione proveniente dalle acque territoriali danesi e posarlo sul fondo del mar Baltico, in acque tedesche.
E poi, informa la compagnia operatrice, il progetto sarà completato e Nord Stream 2 – secondo ramo del gasdotto che collega Russia e Germania – entrerà in funzione. Entro fine anno. «Soddisferà le esigenze di medio e lungo termine del mercato energetico europeo – comunica Nord Stream 2 AG -: garantendo forniture affidabili e sicure a condizioni economiche ragionevoli»
La costruzione di Nord Stream 2 venne interrotta nel dicembre 2019, quando la minaccia di sanzioni internazionali americane convinse la compagnia svizzera Allseas a ritirarsi dal progetto.
Lasciando soli i russi, con le posatubi Fortuna e Akademik Cerskij: i lavori ripresero nel dicembre scorso.
Lunedì 6 u.s. è stata completata la costruzione di Nord Stream 2, il grande gasdotto che collega direttamente la Germania con la Russia: l’ultimo pezzo è stato saldato e sarà ora calato sotto il Mar Baltico, dove sarà collaudato e attivato tutto il gasdotto. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto che il gasdotto comincerà a funzionare nei prossimi giorni.
Nord Stream 2 serve a trasportare gas naturale – cioè il metano, quello che si usa tutti i giorni in cucina – dalla Russia alla Germania, per poi essere allacciato alla rete di distribuzione dell’Unione Europea.
Nord Stream 2 è attualmente il gasdotto più lungo del mondo (1.230 chilometri) e verrà affiancato al gasdotto Nord Stream 1, lungo 1.224 chilometri, che segue lo stesso percorso ed era stato inaugurato nel 2012.
La costruzione del gasdotto Nord Stream 2, sostenuta sia dal governo tedesco che da quello russo, è stata per diversi anni al centro di una disputa che ha coinvolto da una parte la Germania e dall’altra gli Stati Uniti e altri paesi dell’Europa orientale, che erano contrari alla sua realizzazione perché la Russia, che è uno dei più grandi paesi esportatori di gas naturale al mondo, utilizza da sempre le esportazioni di gas non solo come una risorsa con cui fare profitti, ma anche come uno strumento politico per aumentare la propria influenza all’estero.
Prima della costruzione di Nord Stream (e del suo raddoppio con Nord Stream 2) i gasdotti che collegavano la Russia all’Europa centrale passavano via terra, attraverso l’Ucraina, e in parte minore attraverso la Bielorussia e altri paesi dell’area.
Nord Stream e Nord Stream 2, invece, escludono questi paesi, indebolendo la loro posizione strategica e di fatto rendendo le loro forniture di gas (e parte delle loro entrate economiche, basate su tasse di passaggio del gas) dipendenti dalla volontà politica della Russia.
Questo è un problema soprattutto per l’Ucraina, che da anni si trova in uno stato di conflitto permanente con la Russia.
Nord Stream 2, per esempio, potrebbe dare alla Russia il potere di punire i paesi vicini minacciandoli di tagliare le forniture di gas, continuando però le proprie esportazioni nell’Europa occidentale.
La disputa, che ha avuto i suoi momenti peggiori durante l’amministrazione dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, si è in parte risolta con un accordo fatto durante l’amministrazione dell’attuale presidente Joe Biden, che tra le altre cose impegna la Germania a imporre sanzioni contro la Russia se questa minaccerà la sicurezza energetica dei paesi dell’est Europa.