GIOVANNINO RUSSO E LA POTENZA DEGLI ANNI ‘50
Lettere lucane
Questo fine settimana ho riletto “Baroni e contadini (Laterza, 1955), capolavoro della reportagistica narrativa italiana del ‘900. Lo ha scritto un grande giornalista-scrittore, Giovannino Russo (1925-2017), nato a Salerno ma cresciuto a Potenza, e decano dei giornalisti meridionalisti del dopoguerra. Tra i tanti reportage raccolti in questo libro cruciale, vorrei soffermarmi su uno, intitolato “I segreti di Potenza”, e scritto nel 1954. Una delle cose interessanti di questo testo è il racconto di come l’automobile, nel dopoguerra, aveva cambiato – scandalosamente – le abitudini dei potentini: “La macchina ha modificato i rapporti con le ragazze, li ha resi più facili e sicuri. Secondo i benpensanti essi sono diventati scandalosamente liberi, in contrasto stridente con il recente passato. Verso il tramonto il parcheggio di Piazza Mario Pagano diventa deserto: è l’ora dell’amore. Forse proprio questo spiega il grande sviluppo della motorizzazione a Potenza che, in proporzione al numero degli abitanti, è pari a quello delle più progredite città del Nord”. Un’altra epoca. Del capoluogo lucano Russo ci fornisce molti dettagli curiosi che aiutano a capire le “mode” di quegli anni: “L’unico divertimento dei giovani è il ballo. D’inverno ci sono i veglioni del Circolo Lucano e le serate del Circolo Universitario. D’estate si balla al dancing di Monte Reale […]. Da quando funziona il dancing pubblico anche i figli e le figlie degli artigiani e degli operai hanno acquistato il diritto a ballare sulla stessa pedana dei signori”. Infine Russo osserva qualcosa che ha ancora oggi elementi di attualità: “A Potenza i giovani non sono vitelloni per vocazione, ma per necessità. Tutti o si preparano ad un concorso dello Stato o già l’hanno vinto o si stanno avviando nella professione dei loro padri”. C’è solo da imparare, da grandi osservatori della realtà come Giovannino Russo.