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LA BASILICATA ALL’EXPO DUBAI SALVATORES, CHE VIDEO ARCAICO

Soldi e promozione territoriale, la riflessione di Lucia Serino

Sarebbe facile montare un caso come quello di Muccino in Calabria e liquidare la vicenda con un secco: è brutto.
Il video d’autore con il quale la Basilicata si presenta all’Expo di Dubai è da ieri visibile in Rete.
O meglio, è visibile un’anteprima e dunque sarebbe ingeneroso darne una valutazione ultimativa prima di vederlo completato. Lo firma il regista premio Oscar Gabriele Salvatores che in realtà cura la campagna di tutte le regioni del Padiglione Italia raccontate per il loro saper fare. Questo è il claim.
L’estetica e la poetica sono uguali per tutti i luoghi, solo bianco e nero è obiettivo sulle produzioni che caratterizzano un territorio.
La Basilicata, agli occhi del mondo che visiteranno la grande esposizione mediorientale, è peperone crusco, miele e auto. Queste le scelte di Salvatores. Un po’ poco e molto arcaico. Non tanto per la varietà delle produzioni lucane (è l’errore che spesso si fa in questi casi, tutti a puntare il dito su quello che manca) ma per la prospettiva scelta dal regista che è priva di qualunque spunto di modernità e di futuro. Lasciamo perdere  la totale assenza di creatività immaginifica (e dire che il Padiglione Italia fu presentato in anteprima a Matera dal ministro Di Maio ad ottobre 2019), discutiamo piuttosto di come questa regione deve essere raccontata, non una volta e per sempre perché per fortuna tutto cambia e si evolve, ma oggi, per quello che significa oggi nel panorama italiano ed europeo. La Basilicata è la regione dell’energia, e questo non lo sanno neppure nel resto d’Italia.
E se ogni giorno il direttore dell’Apt comunica la necessità di un ambientalismo sostenibile per una regione dove si può essere –dice sempre l’agenzia di promozione turistica regionale – “free to move”, poi è contradditorio farsi rappresentare solo dai filari di peperoni cruschi (tra l’altro quelli fritti, spezzettati e messi nei barattoli, brutta versione di quelli croccanti interi sbriciolati al momento) e dalla Sata che è solo una parte della realtà industriale lucana alle prese con problemi di investimento in innovazione.
Tutta l’Italia sa fare qualcosa, tutto il mondo sa fare qualcosa. Quindi è abbastanza scontato che anche i lucani sappiano applicarsi a qualcosa di buono da mettere nel piatto o in barattolo. Ma la modernità dov’è? E come l’affrontiamo?E vengono utilizzate per il monitoraggio in Val d’Agri. Insomma il piccolo mondo antico va bene se apre le porte ai nuovi bisogni e trova il modo per soddisfarli.
Soprattutto oggi, che abbiamo bi-sogno di motivazioni nuove per ripartire e anche di linguaggi adeguati che li sappiano sostenere. Non sappiamo, infine, se c’è una committenza politica precisa dietro le scelte del regista. Speriamo vivamente di no, almeno sappiamo chi è il responsabile.
Le api per esempio, che hanno colpito Salvatores. Servono a fare il miele ma sono anche delle ottime sentinelle ambientali.

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