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LA REGIONE NON SI PRESENTA ALLA CAUSA L’ENTE DOVRÀ SBORSARE PIÙ DI 3MILIONI

Terreni espropriati a Montalbano J.: un contenzioso che dura da 43 anni. Tra le cause del mega risarcimento l’assenza della difesa di Viale Verrastro

Una vicenda lunga quasi 46 anni che oggi vede arrivare una importante sentenza. Una querelle tra i proprietari di alcuni terreni a Montalbano Jonico e la Regione Basilicata.
Ad avere la meglio dopo anni di battaglie sono i cittadini che con la sentenza del 14 settembre 2021 vedono condannare la Regione Basilicata a pagare la somma di 3.167.539,75 euro oltre alle spese correlate. A destare scalpore è la mancata presenza dell’avvocato della Regione Basilicata proprio il 14 settembre scorso.
L’assenza del legale nell’ultima seduta della causa è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che evidenzia un modus operandi dell’Ente che in questo contenzioso innesca numerose perplessità. La vicenda risale al 1975 quando il genio civile di Matera viene autorizzato ad occupare d’urgenza i suoli per una superficie di circa 18.000 mq in attua-zione di un piano di trasferimento parziale dell’abitato di Montalbano jonico a seguito di un movimento franoso.
Non essendo stato, entro cinque anni effettuato il decreto di esproprio definitivo i proprietari dei terreni nel 1988 chiamavano in giudizio la Regione Basilicata e del Comune di Montalbano per la occupazione illegittima dei ter-reni chiedendo il risarcimento dei danni per la occupazione illegittima e per il periodo di occupazione abusiva.
La vicenda giudiziaria si è poi sviluppato con varie stime di valutazione e sentenze del Tribunale di Matera, della Corte di Appello di Potenza e della Cassazione.
Già nel 2019 la Corte di Appello di Potenza, con ordinanza del 31 gennaio2019, aveva rimesso le parti dinanzi a un organismo per la mediazione, innanzi al quale la Regione Basilicata ha proposto una transazione: acquisizione dell’intera area da parte della Regione e il pagamento di 1.700.000 euro ai proprietari a tacitazione di ogni loro richiesta. Transazione che però non è stato possibile perfezionare per diniego della stessa Regione Basilicata. Oggi, la mancata comparsa in giudizio della Regione ha ovviamente precluso la possibilità di far valere le varie ragioni a suo favore emerse anche nelle varie sentenze. Portando così il giudice ad emettere sentenza sfavorevole per l’Ente: condannata al pagamento della somma di 3.167.539,75 euro, oltre interessi legali dal giorno della domanda e sino al soddisfo, nonchè delle spese di giudizio sostenuto dagli attori, che liquida in 1.686 euro per spese vive e 30.500 euro per compensi professionali, oltre il 15% per spese generali, Iva e Cap come per legge, ponendo definitivamente a carico del-la Regione il pagamento delle spese di Ctu.
Una sentenza che avrebbe meritato, visto l’importo non di poco conto, tutto l’interesse da parte della Regione Basilicata che a quanto pare ha preferito anche prendersi il lusso di non costituirsi. In questi anni l’Ente avrebbe potuto trovare soluzioni con le parti convenute per evitare una soluzione così “pesante” per le casse regionali? Probabilmente sì. Ma il protrarsi della causa e l’assenza di interesse hanno fatto sì che la Regione Basilicata non abbia esposto neanche le sue motivazioni che durante il corso della battaglia lega-le sono state indicate anche come giuste. Come anche la possibilità di chiedere una prescrizione totale o parziale della richiesta. Ma oggi bisogna prendere atto che la storia si è capovolta.

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