GIANLUCA BRUNO, “DI SPALLE AL VENTO”
L’autore originario di Rotondella, ha raccontato in questo testo le contraddizioni di questa terra bellissima
Gianluca Bruno, giornalista originario di Rotondella ed esperto in comunicazione istituzionale e politica ha pubblicato il suo primo romanzo, ” Di spalle al vento” edito dalla casa editrice materana “Edigrafema”.
Maria Lovito, avvocato civilista di Policoro, nonché autrice di due libri, ha realizzato una recensione del testo nella quale afferma che « lo stampo giornalistico appare lampante e schietto, va alla ricerca di citazioni colte e aderenti al pensiero del personaggio principale, Andrea Maria Vitale, che si rivela un uomo impegnato, controcorrente e lacerato da profondi traumi celati dietro insoddisfazioni mai raccontate ».
« Quando la scrittura si rilassa- continua la Lovito – il racconto diventa commovente e si apre a tratti poetici grazie ai quali il lettore va incontro al personaggio per abbracciarlo e per fare con lui un pezzo di strada, della sua strada ».
Il protagonista del libro è un uomo ancora giovane, con una moglie che sembra distante e una figlia, Carlotta, a cui egli destina il suo amore smisurato. Si trasferisce in Liguria in seguito ad un episodio molto traumatico che determinerà lo smembramento della sua famiglia di origine. « Un sud amato e odiato – prosegue la Lovito – come spesso accade a chi ha dovuto cambiare casa e paese senza poter scegliere. Il repentino irrompere di una diagnosi pericolosa, manda all’aria gli schemi precostituiti e banali, sempre uguali, della sua vita. Di fronte alla prospettiva di un futuro a breve scadenza, Andrea decide di lasciarsi alle spalle l’incompiuto e di riallacciare il legame con il passato che lui stesso si era negato per non darsi spiegazioni dolorose ».
Il protagonista lascia la Liguria per tornare in Basilicata ed il suo tuttavia, non sarà un viaggio sereno in quanto il tempo ha cambiato tutti, non soltanto lui. Invariati ed incontaminati restano soltanto i luoghi, le dolci colline alle spalle, e la linea del mare all’orizzonte, visibile da quel balcone sul belvedere. La malattia di Andrea sarà il simbolo della stessa malattia che affligge quei luoghi, dall’inquinamento proveniente da zone limitrofe e dall’incuria e dal disinteresse per la tutela del territorio e dei suoi manufatti ( l’autore rievoca il terremoto dell’Irpinia ed il crollo del Ponte Morandi).
« E’ un Pereira al contrario – conclude la Lovito – Andre Maria Vitale: se il primo è debole e indeciso, il secondo è da subito un uomo risoluto nonostante le sue lacerazioni. Entrambi tuttavia decidono di voler scoprire cosa si celi nella propria anima e, mentre sono alle prese con questo viaggio intimistico scoprono e fanno scoprire la doppia faccia delle loro terre d’origine, amate e mai dimenticate ».