LA GUERRA FRATRICIDA TRA LE DONNE DEM FINSICE CON UNA “VITTIMA” ECCELLENTE: PURTUSIELLO LASCIA IL PD
La pubblicazione delle chat con commenti sessisti alza un polverone nel partito. L’articolo di Cronache finisce a Roma dove si sta valutando l’atteggiamento delle dirigenti lucane
POTENZA. «Per 13 anni, da quando ho partecipato alle primarie fondative dei giovani democratici, ho sperato di cambiare il Pd, ho sperato che crescesse la partecipazione e il rinnovamento. Ma mi sbagliavo. Questo Pd non può cambiare. Non è più il mio partito, non ritirerò la tessera e non parteciperò al prossimo congresso regionale». Con queste parole sul suo profilo social Vittoria Purtusiello annuncia l’uscita dal Partito democratico.
L’attivista dem lo fa sbattendo la porta, non certo in modo irruento ma per fare rumore e scuotere le coscienze dei tanti esponenti dem che ad oggi restano in silenzio dopo l’ultimo attacco subito dalla Purtusiello. che rappresenta solo la punta dell’iceberg di un partito ormai in declino.
È ormai da tempo che esponenti dem sui social venivano avvistati a inveire contro Vittoria Purtusiello, quella candidata in corsa per la segreteria regionale del 2017 vilipesa e sbertucciata un giorno sì e l’altro pure dall’altrimenti dedito al bon ton centro sinistra. L’ultimo commento non di po-o conto lanciato su una chat delle donne dem lunedì, dove invece di fare squadra, veniva additata come una scocciatrice. A esprimere giudizi poco carini le “paladine” delle donne dem: Lucia Sileo e Maura Locantore. Entrambe con un ruolo fondamentale nel partito, la prima tra i componenti della direzione nazionale e la seconda segretaria provinciale di Potenza. Una notizia ripresa da Cronache nell’edizione di ieri che ha alzato un polverone di quelli belli grandi, giunto addirittura fino a Roma.
CON LA GUERRA TRA LE DONNE DEM IL PD HA MOSTRATO UN PROBLEMA GROSSO: IL “PIN-KWASHING” NON BASTA
Ma perché evochiamo queste vicende, questi toni, che han-no fatto inalberare Purtusiello e l’hanno costretta a una piccata risposta sui social annunciando l’abbandono dai dem?Perché il centrosinistra avrebbe voluto fare delle questioni di genere uno dei punti fondamentali non solo di un programma politico, ma anche della propria impostazione culturale. “Fosse avvenuto a parti rovesciate”, si dice…La parità di genere figura già all’art. 3 dello Statuto del Pd. Ma poi nelle regole per la formazione delle liste, per esempio. Eppure in questi giorni è accaduto qualcosa che ha aperto il vaso di Pandora: la guerra fratricida che mostra un partito in caduta libera in Basilicata, e non solo sulla questione consensi ma soprattutto sul ruolo delle donne.
Il cinguettio lanciato dalla Purtusiello che denunciava con tanto di screenshot delle chat l’atteggiamento ostile delle colleghe di partito ha dato il là all’ennesima valutazione politica del Partito democratico lucano.
L’ADDIO DELLA PURTUSIELLO AL PD
Un valutazione impietosa e preoccupante quella lancia dalla Purtusiello che nel suo lungo sfogo ammette: «Magari fosse solo una guerra tra donne quella che mi ha visto coinvolta in queste ore. È stile. È metodo. C’è chi pensa di fare politica con la prevaricazione, con l’inganno, alimentando divisioni ed odio, e chi forse ingenuamente, crede nel confronto democratico, anche duro ma trasparente. Il risultato è un partito vuoto. Senza contenuti. Che non esprime un pensiero. Attento solo al gossip e alle passerelle nazionali che, in verità, producono pochi effetti anche sui cittadini visto lo scarso numero di partecipanti ad ogni iniziativa proposta».
«Vi chiedo. Un partito che non può far sventolare una bandiera perché privo perfino di una sede, pieno di debiti, senza personale e senza volontari può ancora chiamarsi partito?» si domanda la Purtusiello che aggiunge: «Un partito in cui è azzerato il dibattito interno, che è diventato un autobus su cui salire e scendere a proprio piacimento può ancora incidere nella società lucana? Può generare qualche piccolo cambiamento? No. Credo che il Partito Democratico abbia esaurito da tempo la sua funzione e si sia trasformato in un calderone di ambizioni e di resistenza al cambiamento». Vittoria Purtusiello infine fa un passaggio sulla caduta di stile che le colleghe di partito, ormai ex a questo punto, hanno avuto nei suoi riguardi spiegando i motivi che l’hanno spinta a rendere pubblici i commenti poco carini nei suoi riguardi: «Questa è la ragione per cui, e lo dico soprattutto agli amici che me lo fanno notare, ho dovuto mettere in piazza le accuse e le volgarità che mi hanno riservato, per mostrare a tutti che si è davvero toccato il fondo. E questa volta non c’è verso di risa-lire. Ovviamente non mi fermerò e non resterò in silenzio. La Politica, quella vera, che appassiona, che smuove le coscienze, che combatte per i diritti e per gli ultimi, che ti fa incontrare amici veri, è Bella. A mio figlio che ha poco più di un anno e mezzo, ai nostri figli, non possiamo lasciare un mondo peggiore di quello che abbiamo trovato. Nuove sfide. Per cambiare davvero» conclude.
SULLE SCRIVANIE ROMANE L’ARTICOLO DI CRONACHE
Un lungo post che annuncia una uscita di scena che probabilmente dopo lo spiacevole episodio che l’ha vista coinvolta era quasi scontata. Una scelta sicuramente dolorosa ma allo stesso tempo ineluttabile che ha avviato una serie di confronti sull’operato della classe dirigente dei dem lucani a livello nazionale. L’articolo di Cronache sarebbe giunto sulle scrivanie romane e avrebbe dato il via a una serie di verifiche politiche sule dirette interessate della vicenda, Sileo e Locantore considerato che entrambe rivestono ruoli all’interno del partito. Non solo. Da fonti romani sembrerebbe che mai come ora è necessario una verifica per rimettere in piedi un partito che ormai da tempo invoca rinnovamento e attenzione. Le “scarse” prestazioni messe in opera dalle donne dem in questo ultimo periodo sono sotto gli occhi di tutti. Durante la festa del Pd andata in scena a Potenza i battibecchi tra le varie intervenute hanno reso il dibattito, a detta di molti, poco piacevole e stucchevole. Non avrebbe avuto l’esito sperato vista anche la scarsa partecipazione in platea del sesso femminile anche il confronto organizzato dal Coordinamento Donne Democratiche sulle questioni di genere con la partecipazione di Cecilia D’Elia e Paola De Micheli. Infine, a pochi giorni dal voto amministrativo che vede importanti sfide per il Pd in centri come Melfi e Lauria, un dibattito sul modus operandi della classe dirigente del partito non è certo un ottimo bigliettino da visita.
Questo episodio oltre a scuotere le coscienze dei dem lucani è forse un buon motivo per permettere agli ambienti romani di interrogarsi sul fu-turo delle sorti del partito regionale che per anni ha governato la Basilicata e che ora corre il rischio di restare solo un ricordo nei libri di storia.