«LA DIA IN BASILICATA PROSSIMAMENTE SI METTERÀ ALL’ORDINE DEL GIORNO, ORA POTENZIAMO ALTRE STRUTTURE»
Il Direttore della Direzione Investigativa Antimafia Vallone chiarisce le priorità sul territorio nazionale segnate da realtà complicate
POTENZA. In materia di riciclaggio e trasferimento illecito di fondi, gioca un ruolo fondamentale la Direzione Investigativa Antimafia voluta da Giovanni Falcone ed istituita un anno prima della strage di Capaci. Nell’architettura dell’antimafia, l’elaborazione di strategie di contrasto alla criminalità che hanno portato la Dia ad avere ruolo preminente nell’individuazione ed aggressione ai patrimoni illecitamente costituiti e detenuti dalle organizzazioni mafiose e nel contrasto al riciclaggio, bandiera principe di gruppi malavitosi che reinvestono il denaro di provenienza illecita in attività apparentemente lecite. A Potenza, al convegno della Banca d’Italia sul riciclaggio e trasferimento di fondi, anche il Direttore della Dia Maurizio Vallone che ai nostri microfoni ha parlato del ruolo dell’organismo antimafia nella prevenzione del riciclaggio, sistema molto complesso ma anche molto molto efficace. Negli ultimi anni il numero di segnalazione di operazioni sospette giunte dalla Banca d’Italia è aumentato, così come è aumentato il numero delle operazioni che vengono poi vagliate dalla Dia e dalla Guardia di Finanza. Aumenta, per il Direttore della Dia, l’indice di pericolosità della mafia che commette meno omicidi rispetto al passato ma che fa circolare molti più capitali.
«I mafiosi riescono a penetrare i tessuti economici e quindi ad inserirsi in attività apparentemente legali ed è proprio in questa dire-zione che deve muoversi il servizio di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del trasferito fittizio di fondi evitando quindi che ci sia inquinamento nell’economia legale. Un sistema preventivo che si basa su quattro cardini: Banca d’Italia da un lato, Dia e Guardia di Finanza come organi investigativi e Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo come propulsore delle attività antiriciclaggio in tutto il Paese». Un sistema efficiente, dunque, che permette di addivenire al sequestro di grandi capitali. Non c’è un comparto privilegiato interessato dal tentativo di riciclaggio di denaro, ma in questo momento particolare si attenziona prevalentemente quello sanitario dove si sviluppa gran parte della spesa proprio a causa dell’emergenza Covid-19. Parlando nello specifico della situazione lucana e delle ultime operazioni antimafia condotte dalla Procura diretta da Francesco Curcio e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, Vallone non ha dato grandi speranze per la costituzione di un ufficio Dia in Basilicata. Quantomeno non nell’immediato, avvalorando la tesi di chi sospetta che se mai dovesse arrivare in regione, la Dia non metterebbe piede prima di un quinquennio.
«Ci sono molte Procure in Italia che chiedono uffici della Direzione Investigativa Antimafia- ha detto Vallone-. Ci sono realtà e circoscrizioni completamente sprovviste come la Sardegna, le Marche con Ancona che è terra di riciclaggio e ci sono altre realtà che richiedono uguale attenzione. In questo momento si stanno potenziando strutture come Catanzaro, Bologna e Brescia ma prossimamente si metterà all’ordine del giorno anche la Basilicata. A patto e condizione che ci siano però gli aumenti di organico che sono stati chiesti da tempo dalla Dia nazionale».
La Basilicata, dunque, continuerà ad operare dal punto di vista investigativo e a sconfiggere la malavita, ma per volare più alto bisognerà, ahimè attendere.