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RICICLAGGIO, BANCA D’ITALIA E MAGISTRATI FANNO RETE PER BLOCCARE I FONDI ILLECITI

In un convegno a Potenza ribadita l’importanza delle norme sulla tutela del sistema bancario. Dai sequestri alle attività di supporto

POTENZA. Prevenire e reprimere il riciclaggio bloccando innanzitutto i proventi illeciti rivenienti dal malaffare e dalla criminalità organizzata. Alle sfide quotidiane vanno affiancate ulteriori risposte concrete anche per superare i disastri provocati dalla crisi pandemica mondiale da Covid-19 che ha reso vulnerabile l’economia. Di questo si è discusso al Teatro Stabile in un convegno a cui hanno preso parte Roberto Cercone, Capo del Servizio Rapporti Istituzionali di Vigilanza della Banca d’Italia e il Direttore della Filiale di Potenza Maurizio Mincuzzi, il Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Potenza Francesco Curcio, il Direttore della Dia Maurizio Vallone, Vito Giordano, Comandante del Nucleo Speciale di Polizia valutaria della Guardia di
Finanza di Roma e Flavio Ferlanti, Capo della Divisione Operazioni Sospette dell’Unità di Informazione Finanziaria. Presente anche il Procurato-re della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro Gianfranco Donadio.

APPLICARE LE NORME ANTIRICICLAGGIO E ANTITERRORISMO
Punto centrale del dibattito, l’adeguata applicazione delle norme sull’antiriciclaggio e sull’antiterrorismo che in questa fase risultano fondamentali per fronteggiare la diffusione di pratiche illecite in un periodo storico già compromesso dal punto di vista economico. Nel settore bancario e finanziario si guarda prevalentemente all’attività di supporto all’antiriciclaggio che per la Banca d’Italia è sempre stato un aspetto su cui si è investito molto per mantenere saldo quel principio di legalità, elemento imprescindibile delle gestioni pubbliche e private. Un caposaldo che come ha sottolineato il Capo del Servizio Rapporti Istituzionali di Vigilanza della Banca d’Italia, Roberto Cercone- viene prima di qualunque altro interesse che riguarda la Pubblica Amministrazione. In quest’ottica Banca d’Italia sostiene e accompagna il sistema bancario verso livelli sempre più alti di consapevolezza della portata culturale dell’antiriciclaggio e del lungo percorso di irrobustimento delle procedure  interne e dei controlli.
«Siamo a trent’anni dalla prima legge organica sull’antiriciclaggio, la 197 del 91- ha continuato Cercone- e siamo anche all’inizio di un nuovo percorso che vede impegnate tutte le forze per una indolore uscita dal covid e per l’approvvigionamento di risorse che arriveranno in Italia con il Pnrr. Occorrerà a breve adeguarsi anche alla costituzione della nuova autorità antiriciclaggio europea che permetterà di rafforzare il coordinamento tra gli Stati membri e di migliorare i flussi a livello di intelligence. Ci saranno anche nuove regole per la trasparenza nel trasferimento di beni crittografati».
Ad accendere i campanelli d’allarme sul riciclaggio, attività ben precise di cui uno dei punti prospettici di maggiore interesse è costituito dagli sviluppi tecnologici e quindi dalle cripto valute che determinano un cambiamento radicale dell’economia globale. Il sistema va accompagnato verso le sue evoluzioni perché è pur vero che queste innovazioni sono positive dal punto divista socio economico, ma va mantenuta alta la tutela dalla penetrazione della criminalità nel settore economico e finanziario. Spesso le insidie sul riciclaggio si nascondono proprio nella moneta virtuale, tanto che la Cina di recente ha dichiarato illegali tutte le transazioni effettuate in criptovalute.

SEQUESTRI DI PREVENZIONE CONTRO IL RICICLAGGIO PER PIEGARE LA MALAVITA
Guardando prettamente alla Basilicata, importante la relazione del Procuratore Curcio che ha inevitabilmente parlato di criminalità organizzata con le connesse attività di reinvestimento e riciclaggio, sottolineando che «sono efficaci in questo campo gli attuali strumenti di contrasto alla penetrazione del crimine organizzato nell’economia legale». La procura di Potenza e la competente Dda sono molto sensibili alla tematica del riciclaggio perché il crimine- ha detto Curcio- va colpito nell’accumulazione di ricchezze. Lo scopo di chi commette reati è proprio quello di accumulare disponibilità economiche quindi è opportuno aggredire e sequestrare tali patrimoni che si accumulano illecitamente. Quanto al rischio di distorsione dei fondi del Pnrr, per il Procuratore Capo della Repubblica del Tribunale di Potenza, «il fenomeno non attiene nella fattispecie al riciclaggio inteso in senso stretto, ma è sintomatico di una criminalità che si trasforma in imprenditorialità e in gestore di risorse pubbliche». Quanto ai sequestri di prevenzione già attuati in Basilicata, Curcio ha sotto-lineato come la nostra regione è all’avanguardia poiché ha sviluppato un’azione sinergica di contrasto che ha portato ad inginocchiare la malavita.
La situazione della Basilicata va attenzionata anche proprio per quanto riguarda i fondi che arriveranno col Piano nazionale resilienza e risorse e che interesseranno in particolar mondo la zona del lagonegrese dove la criminalità si sta svegliando per via di forti interessi economici che gravitano nell’area Sud della regione. Per il Pro-curatore Donadio, «pur se non si è ancora in grado di valutare attentamente il rischio, si sta già lavorando per mettere a punto un’azione incisiva della magistratura inquirente che metterà in campo tutte le misure atte a svolgere indagini penali e ad emettere misure di prevenzione personale e patrimoniale. Elevare la soglia di attenzione sulla leg-lità nell’agire economico- ha aggiunto- è un deterrente maggiore rispetto ad una misura cautelare perché si va a colpire l’interesse moneta-rio della malavita». Tra i re-latori anche Maurizio Mincuzzi, Direttore della Filia-le di Potenza della Banca d’Italia che ha evidenziato come un altro motivo di attenzione all’antiriciclaggio è dato dalle oscillazioni di rendimento dei mercati finanziari che, ad esempio nel caso dello smobilizzo di por-tafogli per reperire liquidità in periodi di contrazione, sfruttano successivi rebounds per immettere nuovamente nel sistema quello stesso capitale che però deriva da attività criminali.

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