IL GRUPPO BARLETTA SCARICA ESPOSITO: «CON LUI CONTENZIOSO CIVILE IN ESSERE»
SANTAVENERE Invitalia e i 30-40 milioni per la ristrutturazione dell’hotel: prima difesa sull’inchiesta della Procura di Roma
A seguito della parziale emergenza investigativa riguardante l’inchiesta della Procura di Roma sui presunti malaffari del duo composto dall’avvocato Luca Di Donna, ex socio di Giuseppe Conte, con l’avvocato lauriota Gianluca Esposito, tra i reati contestati a vario titolo agli oltre 10 indagati, l’associazione a delinquere e il traffico di influenze illecite, il Gruppo Barletta in relazione alla vicenda dell’Hotel Santavenere a Maratea, ha inteso fornire, da parte sua, alcune specificazioni.
«Il singolo segmento investigativo d’interesse – come ricordato dall’Ufficio stampa del gruppo Barletta – riguarda l’offerta avanzata al Gruppo Barletta dal prof. Gianluca Esposito nell’autunno del 2020 avente ad oggetto prestazioni professionali per verificare la praticabilità di operazioni di finanziamento agevolato da parte di Invitalia finalizzati a supportare alcuni investimenti turistico ricettivi che il Gruppo stava progettando nel Sud Italia, per la precisione a Maratea».
LA CAUSA CIVILE COL PROF ESPOSITO
«Nell’ottobre del 2020 – ha proseguito l’Ufficio stampa del Gruppo Barletta -, è stato quindi stipulato un regolare contratto di consulenza, in forma scritta, con il Prof. Esposito; successivamente, senza che fosse mai stata anche solo presentata alcuna richiesta di finanziamento ad Invitalia, già nei primi mesi del 2021, il Gruppo Barletta ha comunicato al prof. Esposito l’intenzione di non avvalersi di detto strumento e, conseguentemente, di voler risolvere il contratto di consulenza. Ne è derivato un contenzioso giudiziario tra il Gruppo Barletta e il professionista in questione, che è tuttora in corso, sicché ad oggi non è stata versata al consulente alcuna somma. Quella appena illustrata è stata l’unica occasione di incontro professionale tra il prof. Esposito e il Gruppo Barletta, che si è anche risolta in un contenzioso civile tuttora in essere tra le parti e avviato già nel giugno scorso, quindi ben prima che si avesse contezza della esistenza della odierna indagine».
A INVITALIA ANCORA DOMANDA NONPROTOCOLLATA
«Va altresì ribadito – ha aggiunto l’Ufficio stampa – che il Gruppo Barletta non solo non ha mai ricevuto alcun sostegno, in nessuna forma, da Invitalia, ma neppure l’ha mai chiesto, nel senso che fisicamente non è mai stata compilata né protocollata alcuna domanda presso Invitalia da parte del Gruppo Barletta. Infine, il Gruppo Barletta non ha mai erogato alcuna somma per onorari o altre spettanze, sotto nessuna forma, in favore del Prof. Gianluca Esposito, né direttamente, né indirettamente; neppure è mai stato attivato qualsivoglia rapporto professionale con l’architetto Esposito, fratello del Prof. Gianluca Esposito, sicché non è mai stato né pattuito, né erogato alcun compenso nei suoi confronti».
NOTE A MARGINE
Per gli inquirenti capitolini, a sostegno dell’ipotesi accusatoria, «una serie di conversazioni intercettate dal tenore inequivocabile». L’avv. Esposito «il quale non intrattiene alcun rapporto formale con la struttura Invitalia, si fa retribuire dal gruppo Barletta, interessato a finanziamenti pubblici (30.40 milioni di euro) per la realizzazione di un progetto di ristrutturazione di una struttura alberghiera di lusso in Maratea». Già dalle intercettazioni risultava quel «fai marcia indietro». Tuttavia, Esposito «rivendica esplicitamente con i privati e con il fratello di essersi speso e di essersi accordato con i funzionari e dirigenti di Invitalia che han-no avallato l’operazione prima ancora di esaminar-la». A un incontro, Esposito confessa che ha partecipato anche il braccio destro di Barletta, Calza: «Claudio era presente con me quando il dirigente ci ha detto non scrivete un rigo se non avete presentato la domanda, la domanda deve avere il progetto esecutivo». Ma Esposito voleva seguire altra via: «stiamo cercando di fare che la domanda venga recepita con la sola progettazione definitiva…».
PERCHÈ LA PROCURA INDAGA PER TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE
L’accesso preferenziale al gradimento di un funzionario pubblico, come spiegato dai Pm romani, «vulnera la sua imparzialità». La retribuzione del credito personale speso dal mediatore, Esposito nel caso del Santavenere, «si con nota di illecito poiché tale retribuzione compra. sia pure attraverso incentivo offerto al privato, anziché al funzionario, un privilegio di accesso, superando il filtro delle pari opportunità, attraverso il corridoio segreto del rapporto speciale». «Né può sottacersi che -hanno rimarcato gli inquirenti -, rischio conseguente è il trasferimento del fulcro decisionale dalla pubblica amministrazione ad un centro occulto, nel quale preponderante può divenire la tutela di interessi patrimoniali privati». Come anche ricordato dal Gruppo Barletta, dati fli «ulteriori necessari sviluppi investigativi», sicura-mente grazie alla nota del Gruppo è stato possibile conoscere dettagli non no-ti del rapporto con l’avvocato lauriota Esposito, ma comunque bisognerà attendere l’esito delle indagini.