INDAGATO IL FIDANZATO DI DORA PER ISTIGAZIONE AL SUICIDIO
Il giovane sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati per la morte della trentenne. Oggi l’esame autoptico e i rilievi nell’appartamento
Si va verso un chiarimento di quello che appare come il ‘giallo di Parco Aurora’. Antonio Capasso, fidanzato di Dora Lagreca è stato iscritto nel registro degli indagati per istigazione al suicidio. Conferito l’incarico al medico legale ed in mattinata si svolgerà anche l’esame autoptico sul corpo della trentenne di Montesano sulla Marcellana deceduta nella notte tra sabato e domenica nel capoluogo dopo un volo dal quarto piano di una palazzina condominiale di via Di Giura. A disporre l’autopsia sul cadavere, il magistrato Chiara Guerriero: un esame che si rende necessario per delineare i contorni della vicenda e che potrebbe chiarire le reali cause della morte. La famiglia della donna, per mezzo dell’Avvocato Renivaldo Lagreca, ha nominato il consulente tecnico Degermino Testa mentre è stato depositato in Procura un fascicolo con cui si chiede di accertare eventuali segni che possano far presagire una colluttazione tra Dora e il compagno, ma anche se la ragazza fosse già priva di sensi al momento del volo. Chiesto anche l’esame tossicologico. Dall’autopsia potrebbero emergere segni, arrossamenti o altri indizi poco compatibili con quelli del suicidio, ma potrebbe anche essere riscontrato un eventuale tasso alcolemico superiore alla norma. Su questo punto, pare che al momento dell’arrivo in Pronto Soccorso, alla donna ancora viva e deceduta di lì a poco, sia stato effettuato l’esame alcolemico che avrebbe dato esito negativo. Quindi, nella serata trascorsa dalla trentenne in giro per alcuni locali del capoluogo assieme al fidanzato, Dora avrebbe bevuto al-colici poco o nulla. Parrebbe in-vece che all’arrivo dei soccorsi e degli inquirenti, lo stesso Capasso abbia indicato la caduta dovuta ad un incidente “causato da uno stato di alterazione psicologica della vittima dovuta all’alcol”. Predisposto anche un sopralluogo all’interno dell’appartamentino che nel frattempo è stato posto sotto sequestro. E cominciano ad emergere particolari sulle ultime ore della coppia. Il compagno potentino della donna, è stato sentito per ore dai carabinieri e dal magistrato: spunterebbe una discussione avuta dalla coppia poco prima che la ragazza cadesse nel vuoto. Eppure, nessuno pare aver sentito nulla in quello che è un tranquillo quartiere residenziale di città, se non le sirene spiegate dei mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine allertate dallo stesso giovane. Secondo alcune indiscrezioni che però non sono state al momento confermate dai carabinieri, Lagreca avrebbe minacciato di buttarsi giù cosa che sarebbe avvenuta di lì a poco. Ma possibile che nessuno, data l’ora tarda, abbia sentito un urlo nella notte, una parola di troppo un qualsiasi elemento che potesse far sospettare che in quell’appartamentino stesse accadendo qualcosa di tragico? Eppure, pare che i due si sarebbero intrattenuti sul balconcino a fumare una sigaretta. Di lì a poco sarebbe nata la discussione. Chissà cosa si sono detti i due fi-danzati, fatto è che nei confronti del Capasso pesa ora questa accusa infamante. Restano tanti interrogativi, tanti dubbi sulla tragica fine della trentenne e soprattutto nessun testimone che possa davvero raccontare cosa sia accaduto. All’ipotesi del suicidio non crede l’avvocato di famiglia Renivaldo Lagreca che raggiunto da Cronache Lucane ha ribadito il carattere solare di Dora «che aveva voglia di vivere e rispetto per la vita, rispetto per sé stessa. Era una ragazza che amava occuparsi degli altri e curare il suo aspetto. Non aveva nessun grillo per la testa ma soprattutto aveva una famiglia alle spalle che era sempre molto vicina. Nessuno all’interno del nucleo familiare avrebbe notato qual-cosa di strano nel comportamento di Dora e soprattutto non c’era sta-to alcun elemento che potesse far presagire l’insorgenza di una sintomatologia eventualmente de-pressiva». L’avvocato Lagreca ricorda anche l’entusiasmo della giovane donna nell’aver avuto quell’incarico in una scuola di Tito. Un modo come un altro per poter iniziare a realizzare i suoi sogni, a costruire anche una famiglia. Per cui l’ipotesi del gesto estremo non è credibile, tantomeno ora con la presenza di un indagato. Chiede verità l’avvocato e chiede verità la famiglia della ragazza che dichiara la massima fiducia nell’operato dei carabinieri e della magistratura. Intanto continuano ad inondare la bacheca social della ragazza gli amici e chi la conosceva, mentre gli inquirenti scandagliano anche i suoi post. Colpisce qualcuno in particolare: uno ripostato da una pagina e pubblica-to la scorsa settimana, qualche giorno prima della sua tragica fine. Un post che richiama alle violenze sulle donne mentre qualche giorno prima ne aveva pubblicato un altro ancora: “Spesso alle persone manca solo un pezzo per essere felici” che fa il paio con un altro ancora “Ci sono cose che non vogliamo che succedano ma che dobbiamo accettare. Cose che non vogliamo sapere ma che dobbiamo imparare. E persone senza le quali non possiamo vivere ma che dobbiamo lasciar andare”. Anche il suo compagno, Antonio Capasso, appena quattro giorni fa, quindi alla vigilia della caduta nel vuoto dedicava a Dora un post col suo nome e la frase “mi fai venire vo-glia di futuro”: in evidenza le mani di due adulti e di un neonato. Una coppia normale, quindi, che sognava anche un futuro assieme e sul cui tragico presente restano in-vece molte ombre e poche luci.