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DG ESTERNI, PIÙ SI SCAVA PIÙ LE CREPE S’ALLARGANO: 3 NOMINE, TANTE ANOMALIE

Tricomi, Morvillo e Sabia: le «nuove assunzioni» tra danno erariale e l’elusione di imposizioni di legge che inficiano l’atto

Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, probabilmente ritiene che emanare una “Pieni poteri”, tecnicamente «regolamento», possa consentire di andare in deroga alla leggi di rango superiore, quelle statali, e che far chiamare nelle notte, per l’invio dei curricula, i prescelti Direttori generali delle Direzioni (Dipartimenti) regionali possa bastare per blindare i conferimenti d’incarico in questione.
Sarà, non è così, chissà, ma in ogni caso prima di pronunce ufficiali da parte degli Organi competenti, rimane il dato che più ci si addentra, con un’analisi in profondità, nell’atto di Giunta con le nomine dei Dg esterni, e maggiormente s’allargano le crepe.
I giochi linguistici usati da Bardi e burocrati, non reggono agli incroci documentali.
La portata di certi divieti è così ampia, che la loro interpretazione comunque non può tollerare eccezioni, neppure «sotto mentite spoglie» o tramite «surrogati elusivi».
Tre i Dg esterni: Alfonso Morvillo (Programmazione e Gestione delle risorse strumentali e finanziarie), Roberto Tricomi (Infrastrutture e Mobilità), e Canio Alfieri Sabia (Attività produttive).Con la firma del contratto, queste non possono non essere considerate nuove assunzioni.
Sembrerebbe quindi, stando a Bardi&Co., che quindi dal punto di vista dei Rendiconti contabili sia tutto ineccepibile così come anche sul versante della Parificazione della Corte dei Conti. Eppure, non risulta che sia così. Certi divieti valgono per assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsivoglia tipologia contrattuale.
Nel caso dei Dg esterni, l’assunzione non si può neanche considerare «in sostituzione» e, non casual-mente, per loro, e solamente per loro, inclusa la Dg Piemontese che è interna, il mandato triennale è previsto a decorrere dal 1 novembre prossimo. Che gli assessori regionali ormai siano in molti campi degli “utili inutili” lo si comprende ancor più dal fatto che come il Capo di Gabinetto ha inviato la pro-posta di Bari riguardo agli incarichi di vertice delle Direzioni Generali della Giunta regionale, loro han-no approvato. Seduta stante, «in data odierna» ricevuta, la proposta, come da delibera, e «in data odierna», era il 6 ottobre, approvata. Dalla nota di colore a dettagli, per paragone, più sostanziali nel senso che a parte la dichiarazione di «verificato», in realtà, non è per nulla chiaro chi e se abbia eseguito una basilare istruttoria, davvero anche al livello del minimo sindacale, per verificare la corrispondenza tra quanto riportato nei curricula e la realtà delle cose. Ciò non per istillare l’insinuazione che siano state riportate dichiarazioni mendaci dai nuovi Dg, ma soltanto per comprendere chi ha verificato cosa e in quanto tempo. Perchè nella migliore delle ipotesi, a beneficio del dubbio favorevole a Bardi&Co., se un’istruttoria è stata fatta, è durata tanto quanto una manciata di minuti. Cronache Lucane ha già, nell’immediato delle no-mine, inteso far emergere come i riferimenti normativi statali citati dalla Giunta, appaiano in realtà violati.
Su tutti, il decreto legislativo 165 del 2001, “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”.
Oltre al mancato interpello, chiaro nel Decreto legislativo il passaggio sul personale esterno se per determinate posizioni è «non rinvenibile nei ruoli dell’Amministrazione», dato, questo, mai appurato da Bardi, non si comprende come possano cogliere nel segno quelle specificazioni del «proviene dal ruolo non dirigenziale» riferite ai 3 Dg esterni della Regione Basilicata. Mettendo da parte, lo prevede sempre il Decreto legislativo, «l’esperienza acquisita per almeno un quinquennio», sembra chiaro tanto per Tricomi quanto per Morvillo e Sabia, che nessuno dei 3 faccia parte del ruolo dirigenziale. Per cui, come possano ritrovarsi dal “ieri all’oggi” Direttori generali, è ignoto. Il sembra è come una concessione generosa, poichè da quanto riportato dalla Giunta, negli Enti di provenienza, i Dg esterni, non appartenevano al ruolo dirigenziale. Infine, sempre via regolamenti, il presidente vuole inserire nel “gioco” della cosa pubblica una regola così particolare da rappresentare, con ogni probabilità, una illogicità.
La regola bardiana sembra proprio frutto di sillogismi sballati.
Dato che, scrive la Giunta regionale, la forma di governo fonda la legittimazione dello stesso «sulla “fiducia” del corpo elettorale nei confronti del Presidente della Giunta» e su quella di quest’ultimo «nei confronti degli assessori da lui nominati e revocabili», cambiando il presidente 3 assessori, ovvero la «maggioranza», della Giunta, formalmente decadono tutti gli incarichi dirigenziali generali. Già assurda se fosse stata anche solo limitata ai Dg degli assessori sostituiti, che firmando un contratto sicuramente riuscirebbero, qualora la regola di Bardi applicata, a riottenere di diritto il posto, ma estremizzata all’inverosimile con la contemplata omnicomprensività di tutti gli incarichi da Dg.
Agli assessori regionali, però, gli “utili inutili”, è bastato un sillogismo come quello descritto, non compaiono altre motivazioni, per approvare la nuova regola all’unanimità.

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