NON È VERO CHE NESSUNO È INDISPENSABILE
Lettere lucane
Fu facendo il cameriere in Basilicata che mi sentii dire per la prima volta, dal proprietario un po’ scorbutico di un ristorante, “tutti sono necessari ma nessuno è indispensabile”. La frase mi parve sensata, al punto che nel tempo l’arricchii con ulteriori massime come “morto un Papa se ne fa un altro” e “i cimiteri sono pieni di persone che si credevano indispensabili”. Oggi, dopo tante cose viste e vissute, sono arrivato alla conclusione che queste frasi sono false. È certamente vero che morto un Papa se ne fa subito un altro; ma questo non significa che i Papi siano tutti uguali. E questo vale per un cameriere, un giornalista, un medico, un amico, un amore, ecc. La vita va sempre avanti e riempie i vuoti che si creano. Ma secondo me è profondamente sbagliata questa mentalità per cui, in fondo, “là fuori c’è la fila”. Ovviamente nessuno deve pensare che con la propria dipartita il mondo si fermi. Ma non trovo per niente intelligente questa mentalità per cui “un altro come te lo trovo in due minuti”. No, non è così. Se un inviato di giornale bravo va via è una perdita; se uno chef bravo va via è una perdita; se un sindaco bravo si dimette è una perdita, ecc. E noi dovremmo smetterla con questa idea che nessuno è indispensabile, perché tanto, in fondo, siamo tutti uguali. L’uguaglianza vale soltanto per i grandi temi come i diritti, la dignità e la morte. Ma per il resto, il mondo non migliora grazie all’uguaglianza, ma solo grazie alla capacità di distinguere e valorizzare un talento, una bravura, un estro, un impegno. E allora non è vero che nessuno è indispensabile – e se ve lo dicono, non credeteci. Esiste una differenza, e la differenza la fanno le persone, che però bisogna avere l’onestà intellettuale di valutare senza invidie, nichilismi o cattiverie. Senza superomismi, ma bisogna smetterla con questa idea livellante verso il basso per cui uno vale uno.