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L’IRA DI CIFARELLI SU BARDI: «SI DIMETTA, HA DIMOSTRATO DI NON ESSERE ALL’ALTEZZA»

REGIONE Dopo il colloquio di Trerotola spinto dai dem con il governatore, il capogruppo del Pd sbotta: «Meglio staccare la spina»

POTENZA. L’idea di un possibile governo regionale allargato che vada indistintamente da destra a sinistra senza troppe “affinità” politiche ha smosso i pensieri di molti. L’articolo riportato ieri da queste colonne che vedrebbe una possibile richiesta del consigliere Carlo Trerotola (spinto da alcuni dem), candidato del centrosinistra alle scorse regionali, al governatore Bardi per diventare il successore di Carmine Cicala (Lega) a presidente del Consiglio regionale ha fatto saltare più di qualcuno dalla sedia. L’ipotesi di Trerotola sulla sedia da presidente del Consiglio vedrebbe di riflesso l’appoggio dei partiti di centrosinistra al governo del presidente Bardi.
Ma a voler chiarire l’assenza di tale interesse è il capogruppo regionale del Partito democratico Roberto Cifarelli: «Il Pd è all’opposizione di Bardi senza se e senza ma». Esordisce con queste parole in un lungo commento social il capogruppo dem per avviare un attento punto sulla situazione politica lucana.
Una situazione che per Cifarelli appare chiara e che porta ad una unica soluzione: le dimissioni di Bardi. Ma ecco i motivi.

«SUI DG SOLO UN FISIOLOGICO AVVICENDAMENTO, ALTRO CHE CAMBIAMENTO»
Roberto Cifarelli pone l’accento su una delle ultime azioni messe in campo da Bardi spacciata come cambiamento ma che in realtà è tutt’altro, proprio come Cronache Lucane aveva fatto notare. Sulla nomina dei nuovi direttori generali il presidente, con un annuncio in pompa magna, pubblicizza ai lucani una semplice “rotazione” di postazione con un vero atto di cambiamento.
Cosa che come fatto già da Cronache anche lo stesso Cifarelli smonta: «”Io non ho altri interessi, come ben sapete. Per me esiste solo il bene dei lucani. E sono qui solo per i lucani”. Con queste parole il Presidente Bardi concludeva un video messaggio lanciato subito dopo aver modificato l’organigramma dei Direttori Generali, spacciando un normale quanto fisiologico avvicenda-mento, come un impegno mantenuto. Quasi fosse una cosa epocale che i Lucani attendevano con ansia domandandosi tutte le sere prima di andare a letto: ma Bardi quando cambierà i Direttori Generali? Attendevamo ben altri segnali, innanzitutto sulle questioni etiche che hanno interessato componenti della sua maggioranza sia di Giunta che di Consiglio, ma su questo il Presidente preferisce glissare. È evidente la di-stanza tra ciò che pensano realmente i Lucani e l’operato di questo governo destro leghista».

L’AMIBIGUITÀ POLITICA DI BARDI
Che il presidente della Regione Basilicata, eletto come candidato del centrodestra, sia insofferente ai mal di pancia della sua maggioranza è noto a tutti. Allo stesso modo è risaputo che pur di non dover più combattere con i partiti di centrodestra per avere i “numeri” in Consiglio Bardi sarebbe pronto a una maggioranza allargata.
Una mossa che non possa inosservata al capogruppo dem Cifarelli che anche su questo sottolinea: « Nello stesso videomessaggio Bardi continua, come fa oramai imperterrito da due anni e mezzo, a declinare i verbi al futuro mentre il presente scivola pericolosamente senza che nulla si muova. Le ultime parole del videomessaggio, poi, potrebbero suonare come un messaggio subliminale agli attori della politica lucana. “Non ho interessi” e “sono qui solo per i lucani”, quasi a volersi erigere a uomo super partes, senza matrice politica; una sorta di Mario Draghi “de noantri” che quindi apre le braccia pronto ad accogliere quanti sono disponibili a dargli una mano. Ma Bardi non è Draghi e la Basilicata non vive le stesse dinamiche e condizioni del Paese».

«BARDI HA DIMOSTRATO DI NON ESSERE ALL’ALTEZZA DEL COMPITO AFFIDATOGLI»
«Bardi è il Presidente di centrodestra eletto due anni e mezzo fa che alla prova del governo ha dimostrato di non essere all’altezza del compito affidatogli -tuona Cifarelli-. Perché fuori contesto, perché assente, perché privo di visione e di programmi e perché ha immobilizzato la Regione come ente e come comunità. Dichiarare di non avere interessi se non il bene dei lucani, significa accusare tutti gli altri, ed in particolar modo la sua maggioranza, di averne. E meno male, dico io. Perché chi fa politica non può es-sere genericamente a favore dei lucani, ma ha l’obbligo di spiegare quali politiche vuol mettere in campo e per quali obiettivi. E di lì si capisce quali ceti e quale parte della popolazione si vuol sostenere».
«Il bene dei lucani! È come dire: viva la mamma! Chi non vuol bene alla propria mamma?
Se, quindi, le parole di Bardi sottendono ad una apertura consiliare ai gruppi di minoranza per confezionare un minestrone da far deglutire ai Lucani per galleggiare fino alle prossime elezioni politiche, la nostra risposta non può essere che un secco: grazie, no!» Aggiunge ancora il consigliere dem. «Una cosa è agire responsabilmente per gli interessi della regione; grave sarebbe creare confusione sul ruolo di opposizione netta che il PD vuole svolgere e che ci viene reclamata da ogni an-golo del territorio e da tutti i corpi sociali della regione profondamente insoddisfatti del governo di centrodestra. Mi auguro che uguale atteggiamento assumano anche le altre forze di opposizione. Con loro, e non solo con loro, va costruito il futuro della Basilicata. La sirena di qualche poltrona oggi va rinviata al mittente. A Bardi dico che se è veramente disinteressato e se ha veramente a cuore le sorti della nostra Basilicata, faccia l’unica cosa utile. Si dimetta» conclude Cifarelli.

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