IL COMUNE NASCONDE LE CARTE CASO SALVIA, ACCESSO NEGATO
“PIU’ SPORT” Potenza, all’ultimo giorno per rispondere, richiesta di atti elusa, con una letterina che non chiarisce, anzi!
POTENZA. Per il Comune di Potenza la pubblicità e la trasparenza dell’attività amministrativa non sono né obblighi di legge né un dovere morale nei confronti dei propri cittadini. Questa è l’amara conclusione che deve trarsi dall’incomprensibile atteggiamento che l’amministrazione comunale ha mostrato a questa redazione che, nell’esclusivo interesse di far luce su circostanze che riguardano l’intera comunità, ha chiesto al Comune di Potenza, in quanto pubblica amministrazione, di accedere, tra gli altri, agli atti relativi al campetto da basket di Piazza dei Comuni e a quelli, tanti, con cui sono stati concessi contribuiti al privato “Comitato più sport” del Consigliere comunale-organizzatore, Giovanni Salvia.
IL COMUNE NASCONDE LE CARTE ED ELUDE LA RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI
L’amministrazione, che ha, per legge, trenta giorni per rispondere alla richiesta di accesso, si è limitata ad inviare a questa redazione una letterina nell’ultimo giorno utile per rispondere nel quale riscontra, e in maniera del tutto impropria, ad una sola delle tante richieste inoltrate. L’ingegner D’Onofrio, dirigente dell’ufficio Urbanistica e Gestione del Territorio della città capoluogo, infatti, si limita a dire che il campo da basket di Piazza dei Comuni, progettato come un campo tradizionale, è stato trasformato in un campo di basket 3×3 con scelta “regolarmente autorizzata nella variante approvata dall’Amministrazione”, variante che rimane misteriosa e che chiede il primo atto di fiducia nell’operato dell’amministrazione. Il dirigente dichiara, inoltre, di aver avuto un confronto con rappresentanti della federazione pallacanestro ma, anche qui, non si sa né chi, né come né quando tale consulenza sia stata resa. Ancora tutto sulla fiducia.
LE CONCESSIONI FATTE A SALVIA “INFORMALMENTE”
Infine, dulcis in fundo, compare la figura munifica dell’associazione “Più Sport” del solito Salvia che, essendo edotta della variante al progetto del campo, e qui socco-re il fatto che il suo presidente sieda in Consiglio comunale, propone generosamente di donare due canestri da mini basket.
E qui la dichiarazione del dirigente fuoriesce definitivamente dall’alveo amministrativo, perché dichiara che la proposta di donazione dell’associazione “Più sport”, viene condivisa “informalmente” con l’Amministrazione in quanto tesa ad avvicinare alla pratica del mini basket, obiettivo sia della federazione anonimamente rappresentata che dall’associazione che propone e decide. Per chiunque pratichi di pubbliche amministrazioni, la parola “informalmente” vuol dire tutto e niente. Vuol dire che non sono stati consumati i necessari passaggi, che non c’è nulla di documentato che la tracci, che non è stato seguito il percorso previsto per legge. Perché nella pubblica amministrazione, salvo che nei casi espressamente previsto dalla legge, l’ente parla e decide per atti, e se ne deve trovare traccia.
“PIÙ SPORT” E COMUNE, UNA GESTIONE IN STILE PRIVATO PIÙ CHE PUBBLICO
Alla fine, la proposta dell’Associazione più Sport viene accettata dal direttore dei lavori ma, della proposta, della consulenza, della accettazione non viene fornito un solo dato documentale e formale e l’istante può solo fare atto di fede e amen. È tutto talmente informale da sembrare il racconto di un accordo tra privati che, con fondi propri, decidono liberamente di fare e disfare a proprio piacimento, piuttosto che la puntuale relazione di una pratica amministrativa condotta da funzionari pubblici con fondi pubblici. Per la cronaca, inoltre, la rottura dei canestri, è dipesa, secondo la ricostruzione dell’ing. D’Onofrio messa nero su bianco, dall’”entusiasmo” di grandi e piccoli che hanno adoperato il campo prima che ne venisse regolamentato l’uso. Il cattivo senso civico, usando un eufemismo per ricordare le parole del sindaco Guarente, si è magicamente tramutato in eccessivo entusiasmo. I cittadini dovrebbero, dunque, dimostrare meno enfasi nell’usare strutture comunali, soprattutto se regalate, si fa per dire, con tanta generosità. A caval donato non solo non si guarda in bocca, insomma, ma non si deve mostrare neppure troppo entusiasmo, o si rischia di romperlo.
PERCHÉ IL COMUNE ELUDE LA RICHIESTA?SARÀ NECESSARIO APPROFONDISCA LA CORTE DEI CONTI?
Amara ironia a parte, resta che le questioni portate all’attenzione dell’amministrazione comunale non vengono minimamente affrontate, ma sono eluse, nella forma e nella sostanza. All’ente era stato chiesto di conoscere il progetto originario con le specifiche tecniche di tutti gli arredi sportivi, tutti gli atti con cui erano state disposte le variazioni e le acquisizioni dei nuovi canestri, compresi i pareri tecnici citati e le modalità con cui era stata scelta proprio l’associazione più Sport e non un’altra. Il Comune avrebbe dovuto rispondere e consentire l’accesso anche agli atti con cui è stata disposta la sostituzione dei canestri distrutti. I cittadini, ad oggi, non sanno se quella sostituzione sia avvenuta ad opera della stessa munifica associazione o se a spese dei potentini, i quali pagherebbero per riparare ad un pessimo regalo che porta ancora il nome del suo donatore. Che poi, di donazione non si tratta, o non recherebbe la firma, ma neppure sulle modalità operative della sponsorizzazione il Comune ha inteso rispondere. Chissà se non lo ha fatto con noi, ma ci penserà la Corte dei Conti ha ottenere i dovuti chiarimenti. Ad ogni modo, altro che “casa di vetro”, il Comune di Potenza si è arroccato in una torre d’avorio tirando giù tutte le serrande. Sia la scelta di rispondere in extremis quanto il con-tenuto della missiva, che non può essere riconosciuto nemmeno quale riscontro parziale alla richiesta di accesso, de-notano chiaramente l’intento dilatorio dell’amministrazione che, non risponde a nulla di quanto richiesto, si limita a fare dichiarazioni prive del conforto documentale richiesto e, di fatto, in maniera elusiva del dettato normativo, impedisce l’accesso.
NON CI FERMEREMO, PRONTI AL RICORSO PER VEDERE LE CARTE
Il nuovo che avanza, si diceva in campagna elettorale, ma un’amministrazione che non risponde, che divaga, che si blinda, sa tanto di restaurazione e vecchio regime. Ma Cronache di certo non si fermerà qui. Gli atti sottostanti le decisioni prese dal Comune di Potenza devono essere ostensi e per legge. Il dovere di informare non sarà fermato da azioni dilatorie e contro le norme che regolano la trasparenza. Sarà chi si competenza adito per svelare le carte che Guarente and co. paiono voler tenere gelosamente e stranamente segrete.