GREEN PASS OBBLIGATORIO: «FLOP» DELL’EFFETTO ANNUNCIO
Dai dati della Presidenza del Consiglio, per la fascia 20-59 anni, i “no vax” abbondano nel Mezzogiorno e anche la Basilicata fa la sua parte
Mentre gli Enti pubblici si stanno ancora attrezzando per l’acquisto dei dispositivi di auto-lettura e validazione Eu Green Pass, per esempio pochi giorni fa dall’Irccs Crob di Rionero in Vulture l’ok per la spesa di mille e 268 euro in favore della Vemar Sas di Paterno, il nosocomio ne ha presi 2, dati alla mano, c’è chi ha constatato il «flop» dell’effetto annuncio su cui puntavano, invece, i ministri Brunetta, Orlando e Speranza che metà settembre, in sede di presentazione del decreto che obbligava l’uso del passaporto sanitario per entrare nei luoghi di lavoro, prevedevano il successo della misura stimando, a titolo esemplificativo, che gran parte dei 4 milioni di lavoratori italiani che allora non erano ancora vaccinati lo facessero entro un mese, ovvero entro il 15 ottobre: «le cose, purtroppo, non sono andate così e solo una minoranza nel frattempo si è vaccinata».
A sostenerlo è l’Associazione artigiani e piccole imprese Cgia Mestre sulla base dell’analisi dei dati di fonte della Presidenza del Consiglio che fotografano il numero di persone non ancora vaccinate nella fascia di età tra i 20 e i 59 anni.
NELLA PICCOLA BASILICATA I “NO VAX”CI SONO ECCOME
Da precisare che per «popolazione non ancora vaccinata», si intendono quei soggetti che all’8 ottobre 2021 non avevano ancora ricevuto una prima dose vaccinale.
In generale, in riferimento al range d’età 20-59 anni, nel Mezzogiorno su una popolazione totale di 10milioni e 700mila euro, i non vaccinati sono risultati 2milioni e 143mila euro.
Per la Basilicata, la popolazione analizzata ha una consistenza di 280mila e 439 persone. Di queste 47mila e 263 sono «senza alcun vaccino». Il rapporto non vaccinati sul campione di riferimento è pari al 16,9%.Su 21 regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano sono state considerate separatamente, la Basilicata è al 13esimo posto.
I “NO VAX” SONOSOPRATTUTTOAL SUD
La regione più “no vax” è la Sicilia, la percentuale è pari al 24,3 per cento ed è costituita da 625.565 persone non vaccinate. Seguono la Calabria con una tasso del 23,4 per cento (226.745 non immunizzati), la Provincia Autonoma di Bolzano con il 22,7 per cento (63.570 non
vaccinati), la Valle d’Aosta con il 21 per cento (13.017 non vax) e le Marche con il 20,4 per cento (156.724 non vaccinati). Le situazioni più virtuose, invece, sono state riscontrate in Lombardia (14,3 per cento di non vaccinati), nel Lazio (14,2 per cento) e in Toscana(13,8 per cento).
Tra le 4 macro aree del Paese è il Sud a presentare il più alto numero di non vaccinati (2.143.769 pari al 20 per cento del totale della popolazione tra i 20 e i 59 anni).
In Italia, infine, i “no vax” in età lavorativa sono risultati pari a 5milioni 432mila e 118 persone, pari al 17,4 per cento della corte 20-59 anni.
SANITÀ E LAVORO:I DIRITTI CHE NON COMBACIANO
La possibile mancata presenza sul lavoro di un numero consistente di occupati, in Basilicata come altrove, per la Cgia Mestre «non rappresenta solo un problema economico e sociale che rischia di mettere a repentaglio la tenuta produttiva di moltissime attività economiche, ma costituisce anche seria violazione del diritto al lavoro».
«Se – hanno spiegato i vertici dell’Associazione artigiani e piccole imprese Cgia Mestre – il Governo ha deciso per decreto di consentire l’ingresso negli uffici e nelle fabbriche solo a chi ha il Green pass, e quest’ultimo è ottenibile attraverso il vaccino o il tampone, lo Stato deve garantire la possibilità di fare il tampone anche a chi non vuole sottoporsi all’iniezione del siero vaccinale. Diversamente, lede il diritto al lavoro a milioni di persone, venendo meno a un principio fondamentale di uno Stato di diritto: la legalità, che deve essere sempre rispettata sia dai soggetti pubblici sia da quelli privati».
Il Covid va sconfitto, ma allo stesso tempo bisogna salvaguardare anche il diritto al lavoro. Un effetto annuncio, tra l’altro flop, non può bastare.