IMBARAZZANTE LO STAND BASILICATA AL SALONE DEL LIBRO
Lettere lucane
Scrivo questa “lettera” senza nessun intento polemico. Si tratta di questo. Venerdì e sabato scorsi, al Salone del libro, mi è capitato di visitare lo stand della Regione Basilicata. E confesso di essere rimasto basito nel notare l’assoluta mestizia dello stand. Due o tre editori; pochissimi libri; qualche evento presidiato dalle cariche politiche del governo regionale. Una totale mancanza di fantasia, di ricchezza contenutistica, di entusiasmo, di capacità di valorizzare editori, autori e storie della nostra terra. Eppure sono decine gli scrittori, gli editori, i giornalisti che in questi anni hanno contribuito a raccontare e ad analizzare la Basilicata. E invece niente, il deserto assoluto. La parola “cultura” è sulla bocca di tutti, ma vedo molta sciatteria e molta ignoranza. Spendere dei soldi per andare al Salone del libro di Torino ha senso se si riesce a mettere insieme voci, volti, idee ed esperienze di prima scelta in un contesto nazionale e internazionale; altrimenti diventa la gita fuori porta di funzionari che devono in qualche modo dimostrare di fare qualcosa. L’aspetto che più mi ha colpito, però, è la totale mancanza di fantasia – lo stand era davvero triste, credetemi. A un certo punto si avvicina a me una signora e mi chiede se conosco la Basilicata. Le dico che sono lucano. “Ah, che bello, e di dove?” “Di Rotonda”. “Ah, e cosa fa nella vita?” Farfuglio imbarazzato che scrivo. “Ah, scrive, e cosa scrive? Anche io scrivo”. Mi sento sempre più imbarazzato. “Non so, varie cose”. “E me ne dica una”. Le dico il titolo di un mio libro, ma lei nemmeno ascolta, e subito mi invita a una presentazione “alla quale parteciperà anche il Presidente della Regione”. La ringrazio molto, ma in nessuno stand come in quello della Basilicata mi sono sentito così in imbarazzo. Quindi, senza polemica, una preghiera: nel 2022 si faccia meglio. Così è davvero atroce.