DOPO GLI ASSESSORI PURE I CONSIGLIERI SI PIEGANO A VOLONTÀ E ORDINI DI BARDI
NOMINE DG Passano indenni in 1aCommissione i nuovi conferimenti d’incarico ai “vecchi” e “nuovi” tra cui gli esterni
Nonostante i molti dubbi che aleggiano sulla regolarità dei conferimenti d’incarico ai Direttori generali delle Direzioni (Dipartimenti) regionali, dal mancato interpello in violazione finanche della Costituzione, come da sentenze della Corte dei Conti, fino all’aderenza dei requisiti professionali dei selezionati con le mansioni da svolgere, in 1a Commissione consiliare (Affari istituzionali), le nomine del presidente Bardi passano indenni l’esame dei consiglieri regionali di maggioranza che come già fatto dagli assessori, non ci tengono a sollevare neanche la minima critica all’operato del governatore.
Così, l’atto amministrativo con il quale sono stati conferiti gli incarichi ai Direttori generali, è stato licenziato, ieri, a maggioranza con il voto favorevole di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Le opposizioni, invece, con modalità differenti, hanno manifestato il loro dissenso. Il Movimento 5stelle ha dato voto contrario, Carlo Trerotola si è astenuto, mentre Italia viva, che insieme ai pentastellati aveva chiesto insieme l’audizione del Capo di Gabinetto, Michele Busciolano, non ha partecipato al voto. Non solo Dg, anche l’illogica nuova regola voluta da Bardi connessa all’eventuale rimpasto di Giunta.
Si tratta dell’atto denominato “Approvazione dello schema di regolamento regionale recante modifiche al regola-mento regionale 10 febbraio 2021, n. 1 (Ordinamento amministrativo della Giunta regionale)”.
Anche in questo caso, via libera, sempre a maggioranza e sempre con l’astensione di Trerotola, favorevoli Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, mentre non hanno partecipato al voto Italia viva e il Movimento 5stelle.
La modifica interessa l’articolo 3 comma 3 riguardante gli incarichi di funzione dirigenziale generale, laddove viene aggiunto che essi «cessano se non rinnovati entro novanta giorni dalla data di proclama-zione del nuovo Presidente della Giunta regionale e, nel corso della legislatura, qualora non rinnovati entro quarantacinque giorni dalla data di sostituzione contestuale dì almeno tre assessori secondo quanto previsto dall’articolo 48, comma l, lettera d), dello Statuto regionale».
Pure sull’errato sillogismo bardiano, dalla maggioranza silenzio assoluto. Se cambiano 3 assessori, allora decadono anche tutti i Dg è la conclusione di un ragionamento del tutto sfalsato. Come spiegato dalla Giunta regionale, la forma di governo fonda la legittimazione del-o stesso «sulla “fiducia” del corpo elettorale nei confronti del Presidente della Giunta» e su quella di quest’ultimo «nei confronti degli assessori da lui nominati e revocabili». Da questa duplice forma fiduciaria, all’improvviso la conclusione: cambiando il presidente 3 assessori, ovvero la «maggioranza» della Giunta, formalmente decadono tutti gli incarichi dirigenziali generali. La spiegazione, come se bastasse una frase così priva direzionalità, è affidata all’affermazione «in coerenza con la descritta duplice natura della “fiducia”».
Bardi scarroccia, scuffia e non scapola: coerentemente incagliato nella sua incoerenza a tal punto da ritenere che la “Pieni poteri” da lui emanata possa superare di rango le leggi nazionali.