TORTORELLI (UIL): PER LIBERARE I LAVORATORI DALL’INCERTEZZA SERVE ANCORA GARANTIRE ALTRA CIG
“Questo deve essere il tempo della responsabilità, non dell’incertezza”
#CIG La cassa integrazione guadagni o CIG è un istituto previsto dalla legislazione italiana consistente in una prestazione economica, erogata dall’INPS o dall’INPGI, a favore dei lavoratori sospesi dall’obbligo di eseguire la prestazione lavorativa o che lavorino a orario ridotto.
TORTORELLI (UIL): PER LIBERARE I LAVORATORI DALL’INCERTEZZA SERVE ANCORA GARANTIRE ALTRA CIG
Vincenzo Tortorelli, segretario regionale UIL Basilicata
“I dati diffusi ieri dall’Inps sulle ore di cig autorizzate in Basilicata – che tra gennaio e settembre di quest’anno solo per la cigo superano i 15 milioni di ore – confermano che in un anno e mezzo dall’inizio della pandemia, le aziende e larga parte dei dipendenti, hanno beneficiato di un forte supporto che ha permesso di salvaguardare imprese e lavoro.
A riprova tuttavia che gli effetti della pandemia perdurano le ore autorizzate con causale “emergenza sanitaria Covid-19” solo a settembre scorso sono state più di 244mila, mentre nei primi otto mesi dell’anno rappresentano all’incirca il 50% di tutto l’ammontare della cigo.
Un dato enorme, che riguarda alcune migliaia di lavoratrici e lavoratori lucani posti in cassa integrazione a zero ore, che hanno beneficiato di un sostegno al reddito grazie alla cassa integrazione covid (CIG ordinaria, CIG in deroga e Assegno ordinario Fondi di Solidarietà gestiti dall’Inps), a cui vanno ad aggiungersi le ulteriori prestazioni erogate dai Fondi di Solidarietà dell’Artigianato e della Somministrazione che hanno svolto un ruolo altrettanto fondamentale.
E anche il numero di domande presentate per la Naspi – 11.475 da gennaio ad agosto – ribadisce la forte sofferenza sociale.
Servono subito altre ore di cig per accompagnare aziende in vera difficoltà e lavoratrici e lavoratori, sospesi dal lavoro da mesi, fino alla fine dell’anno.
Prolungando, nel frattempo, il blocco dei licenziamenti che fanno male, molto male alle persone, al sistema produttivo, allo stesso Paese che, un passo dopo l’altro, prova a ripartire.
Non si può dunque lasciare nell’incertezza le aziende e privi di protezione i dipendenti, lasciando appesi gli stessi Enti e Fondi che erogano l’ammortizzatore sociale che non sanno bene che cosa succederà ora (ci sarà un ulteriore periodo? Si può tornare agli ammortizzatori ordinari?)
È, invece, proprio questo il momento di agire: con un immediato decreto, con una verifica delle disponibilità finanziarie destinabili allo scopo, magari anche solo con una qualche rassicurazione autorevole da parte del Governo.