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BUSCIOLANO DAL GABINETTO VA NELL’UFFICIO PERSONALE E CONSEGNA LA “LISTA DELLA SPESA”

La finta «stagione dei concorsi» di Bardi che col “sub monarca” s’intromette nella gestione delle assunzioni deviando l’iter amministrativo

Ormai i tempi sono maturi ed è facilmente prevedibile che nel breve futuro la “Pieni Poteri” del presidente Bardi esploderà con inaudita magnitudo tra le mani di fautori e protagonisti: su tutti, il militare in pensione alla sua prima esperienza politica e il Capo di Gabinetto, Michele Busciolano. Il duo ancora una volta, come, per esempio, fatto di recente per le nomine dei Direttori generali dei Dipartimenti regionali, si è nuovamente spinto così oltre tanto da ignorare persino la Costituzione. Non hanno paura di punizioni, così ogni qual volta, secondo loro, non c’è ragione di temerle, superano il confine che separa ciò che è legittimo dal suo contrario. Torna ancora all’attenzione il tema della concezione proprietaria dei concorsi pubblici. In superficie si colloca la strumentalizzazione politica della questione delle contrattualizzazioni in Regione, la sbandierata «stagione dei concorsi», in parte obbligatoria, o meglio giustificata anche dal cumulo delle capacità assunzionali determinate dalle cessazioni di personale dirigenziale e di comparto, in riferimento anche ai cosiddetti «resti assunzionali», e per altro verso condotta dal centrodestra, numeri alla mano, con modalità tutt’altro che chiara. In merito, molto indicativo il confronto tra le quote percentuali dedicate alle stabilizzazioni con quelle degli esterni: i conti non tornano. Già tra stabilizzazioni, progressioni verticali, scorrimenti di graduatorie, la «stagione dei concorsi», risulta, dallo slogan politico ai fatti, fortemente mutilata. Il duo Bardi-Busciolano va sempre, in peggio, oltre: manca soltanto uno step che direttamente dalla presidenza, prima o poi, verranno forniti nomi e cognomi di chi deve essere assunto. Non si spiega, altrimenti, il perchè dell’intromissione di Busciolano negli affari della gestione del personale. Il Capo di Gabinetto di Bardi lo ha fatto con tanto di nota protocollata alla quale il dirigente dell’Ufficio risorse  Umane, Gerardo Travaglio, pure risponderà con tanto di graduatoria allegata. La Giunta regionale ha approvato a metà settembre scorso il Piano dei fabbisogni di personale della Regione per il triennio 2021-2023. Successivamente, però, e quindi ora in ottobre, da Busciolano la nota a Travaglio per impartire ordini che non sono di indirizzo: è una “lista della spesa”. Lista della spesa che riguarda 36 posizioni tra cui soltanto 9, un quarto, nella migliore delle ipotesi, saranno assunzioni tramite concorsi. Per le restanti 27, Busciolano ha già indicato come, esplicative quelle specificazioni agli scorrimenti di graduatorie, e dove li vuole. Per una postazione, per esempio, data la risposta che darà Travaglio con tanto di classifica recuperabile facilmente da una delle Aziende sanitarie del sistema Basilicata, è già possibile, sin da ora, indicare il nominativo completo del futuro assunto. E ancora: il Capo di Gabinetto, come ottenebrato dalla “Pieni Poteri”, ha anche aggiunto postille davvero assurde. Difficile, per non dire impossibile, non ritenere che ci siano dei passaggi ad hoc per cucire su qualcuno già individuato a monte, determinate assunzioni. In aiuto concreto, il caso delle 10 unità di personale di categoria D che Busciolano ha ordinato insieme alle altre. Ne vuole 4 di profilo amministrativo-contabile, «di cui uno – ha aggiunto Busciolano – con iscrizione all’albo dei giornalisti». L’aggiunta di un requisito specifico non adeguatamente naturale al profilo indicato, non è un indizio o un «indirizzo» come lo definisce il Capo di Gabinetto:  è una prova. La “lista della spesa” di Busciolano contiene determinazioni e identificazioni tali da sembrare che più di una futura assunzione sia ad personam. Un concetto così semplice da comprendere, che viene spontaneo giudicare l’inosservanza come volontaria: le funzioni di indirizzo politico-amministrativo, spettano agli organi di governo, mentre quelle di gestione amministrativa, sono proprie dei dirigenti e degli Uffici competenti come in questo caso, non del Gabinetto, ma di quello delle Risorse umane. La netta e chiara separazione tra le due attività, l’una di indirizzo politico-amministrativo e l’altra relative alle funzioni gestorie, è la condizione basilare per garantire il buon andamento e l’imparzialità dell’azione amministrativa. È la separazione, e non gli slogan di Bardi, che tutelano la condizione che la cosa pubblica sia pubblica e non cosa loro, degli eletti. Per quanto scontato, dato l’operato del duo Bardi-Busciolano, meglio ribadire che la separazione tra politica e amministrazione è obbligatoria poichè l’azione del “governo” è normalmente legata agli interessi di una parte politica, espressione delle forze di maggioranza, mentre l’azione dell’amministrazione, nell’attuazione dell’indirizzo politico della maggioranza, è «vincolata» invece ad agire senza distinzione di parti politiche, al fine del perseguimento delle finalità pubbliche de-finite come «obbiettivate dall’ordinamento» e non dalla “Pieni Poteri” di Bardi. “Pieni Poteri” che ha trasformato Badi in un organo monocratico e Busciolano in un sub monarca che dai Durc alle aziende da pagare, passando per la presenza politica sempre più assidua in incontri istituzionali, come in Prefettura o al convegno Prelsi per l’agricoltura, ora compila anche l’elenco delle assunzioni.

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