APPUNTI PER UNA PSICOANALISI EDILE DEGLI ITALIANI
Lettere lucane
Nel mese di ottobre il mercato del lavoro in Basilicata è stato trainato dall’edilizia. Nell’ultimo mese sono stati circa 3.000 i lucani che hanno trovato lavoro nel settore delle costruzioni edili – il dato è destinato a crescere nei prossimi mesi. Questo exploit è il risultato di alcune politiche governative – il superbonus del 110 per cento, per esempio – pensate per dare una spinta alla crescita economica e occupazionale. L’edilizia è per la politica come una replica della fiction “Don Matteo” per Rai1: una garanzia di successo. Perché il rapporto che gli italiani hanno con le loro case è davvero unico – non che nelle altri parti del mondo la gente non ami avere una casa, ma in Italia si è disposti a mangiare pane e cipolla, pur di avere una “casa di proprietà”. Ora, io mi sono sempre chiesto da dove venga questa ossessione degli italiani per la casa. Penso che questa ossessione nasca dal fatto che gli italiani si trovino molto a disagio tra le battaglie della vita quotidiana – l’Italia non è un Paese competitivo: è un Paese litigioso, vendicativo, punitivo, diviso per bande; per cui è come se gli italiani sentissero il bisogno di avere uno spazio nel quale sentirsi al sicuro e lasciare fuori dalla porta questo estenuante tutti contro tutti. Non a caso gli spazi abitativi sono spesso belli, puliti e sontuosi, mentre gli spazi pubblici sono in larga misura trascurati, saccheggiati e deturpati. A dimostrazione che lo spazio pubblico viene percepito come ostile, a differenza di quello privato, dove ci si può permettere un po’ di pace e serenità. La base psicologica degli italiani è la casa, all’interno della quale fiorisce un’altra struttura fondamentale della nostra antropologia: la famiglia. Questo significa che in Italia puntare sull’edilizia e sull’immobiliare significa puntare sul sicuro. Sinceramente non so se sia un bene o un male, ma tant’è.
