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NELLA LEGA VOLANO STRACCI E ANCHE CARTE TRA I BANCHI

REGIONE Le lotte intestine del Carroccio si spostano in Consiglio: la Sileo lancia i fogli in direzione del collega Cariello. Il gesto fa discutere

Il Commissario Marti, utilizzando la mail personale di Zullino e non quella del partito, ammonisce i suoi: «Una maggioranza ci sta»

POTENZA. Non solo parole che volano ora anche carte. È questo il retroscena dell’ultimo Consiglio regionale che ha messo in mostra tutte le lacune di una maggioranza litigiosa e poco avvezza al mondo della politica. Un diverbio acceso che non si è fermato al battibecco politico ma che ha visto volare non solo stracci, e dove sarebbe stato necessario il vigilare della ronda per evitare azioni che sarebbero potute sfociare in qualcosa di più gravi, ma sotto gli occhi delle telecamere sono volati anche documenti. La consigliera della Lega Dina Sileo in un momento di ira lancia tra i banchi, in direzione del collega di partito, della carte contro Pasquale Cariello. Un clima di nervosismo che si trascina ormai da tempo, che ha visto andare in scena però una delle pagine decisamente più brutte degli ultimi tempi

VOLANO STRACCI E NON SOLO
Il Consiglio regionale, nell’ultimo anno soprattutto, si regge su una sottilissima linea di equilibri facilmente cancellabili a causa dei continui mal di pancia all’interno della maggioranza di centrodestra.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, è l’ennesima constatazione delle assenze, la prima su tutti quella del presidente della Regione Bardi, qualcuna anche per ripicca degli esponenti di centrodestra. Assenze che hanno fatto sentire tutto il loro peso soprattutto verso la fine dei lavori rendendo necessaria la presenza, ancora una volta, dei consiglieri di opposizione per poter garantire il numero legale e di fatti poter proseguire i lavori.
Il punto di rottura giunge quando questo equilibrio, già precario visto lo scontro avvenuto in precedenza tra Zullino (Lega) e Acito (FI) sulla legge sismica, è saltato alla richiesta della consigliera Dina Sileo di anticipare la discussione sulla proposta di legge sugli infermieri di famiglia. Un provvedimento varato all’unanimità in commissione che però si è arenato quando l’opposizione ha deciso di non votare in Aula l’anticipo della discussione. Motivo che ha mandato in collera la Sileo tanto da rendersi partecipe del gesto, certamente discutibile ormai divenuto virale in tutta la regione.
Come se non bastasse la discussione, sciolta la seduta per mancanza del numero legale, è continuata fuori dall’Aula. Sileo se la sarebbe presa non solo con i colleghi della maggioranza assenti ma anche con il consigliere di opposizione Braia, reo secondo la leghista di non essere coerente nel discutere in Aula una legge sostenuta anche da loro. Una seduta che si chiude con una serie di porte sbattute in faccia (in senso metaforico) e che vede ancora oggi strascichi politici nella maggioranza a cui è difficile dare soluzioni.

LA GIUSTIFICAZIONE GOFFA DELLA SILEO
La scena per nulla carina di cui Sileo si è resa protagonista ha fatto immediatamente il giro del web sollevando un sdegno sociale e non di poco conto. La consigliera leghista ha provato, anche se in modo maldestro, a giustificarsi: «Non butto le carte in faccia a Cariello ma verso il banco “dell’assente”». Una spiegazione che appare poco convincente. Considerato che di modi per manifestare il proprio dissenso, per quanto si può essere in collera, ce ne sono diversi e certamente meno discutibili di quello andato in scena in Consiglio. Che va ricordato è uno dei luoghi simbolo della Basilicata, non certo dove si svolgono riunioni di condominio.
Tralasciando l’aspetto poco istituzionale e garbato di cui Sileo si è fatta promotrice va ammonito anche il comportamento del presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala. Tocca a Cicala come autorità garante del rispetto delle leggi intervenire in quelle situazioni definite certamente al limite, nonostante al seduta era stata sciolta. Da parte di Cicala, più di qualcuno dei presenti in Aula, si sarebbe aspettato un ammonimento o quanto meno una parola per richiamare la discussione ad uno stato “civile”. Ritornando però al gesto della Sileo, la sua spiegazione nel non lanciare le carte verso Cariello ma verso il banco “dell’assente” (vale a dire Zullino ndr) in realtà convince poco. Zullino aveva abbandonato i lavori già in precedenza dopo essersi scontrato duramente sulla legge sismica. Motivo che pone dunque più veritiera la spiegazione che il lancio delle carte sarebbe stato veramente indirizzato a Cariello. Poco prima, infatti, il leghista di Scanzano aveva fatto in Aula un intervento molto duro attaccando gli stessi suoi colleghi di maggioranza: «Questo Consiglio è diretto ormai dalle forze di opposizione, perchè senza l’opposizione questa maggioranza non riesce ad andare avanti. Non c’è la maggioranza». Parole che hanno infuocato gli animi, portando così l’opposizione a doversi necessariamente astenere per far lanciare un messaggio provocatorio al governatore Bardi sull’assenza perenne di numeri per governare. Le parole del leghista, affermate in un contesto ufficiale, hanno certificato l’esistenza di una crisi che da tempo in molti si ostinano a voler negare. E probabilmente senza l’intervento di Cariello i lavori sarebbero proseguiti e la Sileo avrebbe potuto discutere la sua Pdl. Cosa che lei stessa avrò certamente ben compreso per reagire così duramente.

IL COMMISSARIO DELLA LEGA AMMONISCE I SUOI E LANCIA UN MESSAGGIO CRIPTICO
Le parole pronunciate in Consiglio regionale dal leghista Cariello e l’atteggiamento sostenuto in Aula, che può definirsi poco consono, dell’altra leghista Sileo ha avuto ripercussioni fuori e dentro il Palazzo regionale. Non si è fatta attendere l’ammonizione del commissario regionale della Lega Marti ai suoi. Marti ha voluto subito precisare che: «Una maggioranza cista ed è quella che è uscita vincitrice al-le ultime elezioni regionali». La frase è certamente indirizzata al leghista di Scanzano che senza peli sulla lingua in Aula ha provocato i colleghi del centrodestra sostenendo che «Una maggioranza non c’è».
Marti, certamente in modo diplomati-co, ha voluto anche richiamare la Sileo affermando che: «Non si può nascondere tuttavia un confronto franco ed aperto che mette in mostra una vivacità di opinioni che farà sicuramente bene a questo centrodestra. Solo se sapremo ascoltare veramente il grido di cambiamento e trasformarlo in azione politica incisiva, senza tradire il mandato elettorale assegnatoci dal p-polo lucano, potremmo dire di aver imboccato la strada giusta. La politica richiede un solo linguaggio: la politica. Non esistono scorciatoie per sposare un programma elettorale». A de-stare stupore non sono tanto le parole utilizzate da Marti, anche se definire quello a cui abbiamo assistito un semplice «confronto franco ed aperto», pare riduttivo. Ma mettendo da parte questo, quello che stupisce è il modo in cui le dichiarazioni di Marti sono arrivate alla stampa. Il commissario si af-fida al consigliere Zullino che manda a suo nome la richiesta di pubblicazione del comunicato con le dichiarazioni di Marti e pure dalla sua mail personale, senza utilizzare quella del partito. Ma perchè si affida a Zullino? È un segnale? Marti avrà deciso di appoggiare la corrente di Zullino? Domande che a questo punto, visto il mal di pancia costante nel Caroccio è impossibile non fare.

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