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LA BASILICATA DEI GIOVANI DI 70 ANNI

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C’è da dire che gli annunci contro la fuga di cervelli, fatti alla solita maniera e pieni di spocchia napoletana con cui Vito Bardi s’è riempito la bocca, sono rimasti pressoché lettera morta, pur senza causare alcun imbarazzo e rossore alla truppa dei fustigatori del centrodestra, sempre pronti a dire la loro sul nulla improvvisato. Eppure che il suo governo fosse una caricatura in penombra della politica e che il suo principale senso istituzionale fosse il gioco delle tre carte portato in parola lo si era capito da subito, ma si sperava che dopo oltre due anni di vaniloqui e favolette varie si potesse almeno raccogliere qualcosina di buono, magari anche uscita a caso. Ed invece nonostante l’allentamento dei vincoli sul personale e la quantità di risorse del PNRR l’unico a ritornare in Basilicata è stato proprio lui, Vito Bardi definito con una certa immaginazione d’anagrafe, un “giovane di 70 anni”. Ora va bene tutto per l’uso politico, ma approfittarsi dei giovani non solo provoca reazioni cutanee, ma è materia da rivoluzione d’ottobre per incalzare l’età insormontabile con cui si governa la nostra povera Basilicata. Ha detto Karl Lagerfeld: “La giovinezza si prende a noleggio. Oggi ce l’hai, domani ti tocca restituirla”.

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