SILEO E QUEL PALLINO PER LA SANITÀ: IL «FLUIDO» CHE SCORRE IN REGIONE
Nell’infornata dei “comandi” al Dipartimento voluta dall’indagato Dg Esposito, anche la sorella della consigliera e l’attivista Azzato
Sanità lucana e famiglia Sileo: interessi, nel senso più esteso del termine, e, chissà, innocenti coincidenze. Si potrebbe aggiungere, Sileo: questioni familiari e politica.
In Regione c’è una Sileo, Dina, in Consiglio regionale, tra i banchi della Lega e grazie allo “scalda poltrone” non essendo risultata eletta direttamente alle regionali del 2019, e una Sileo, la sorella di nome Lucia, al Dipartimento Sanità. La vicenda della proposta di legge sull’infermiere di famiglia , a firma di Sileo e Aliandro, che in pratica risulta un copia e incolla dalla pdl del 2014 dei Cinquestelle in Lombardia, è, lancio di carte in Assise contro lo “scranno” dell’assente collega di partito Zullino, soltanto l’ultima sbavatura in tema Sanità che vede protagonista la leghista supplente.
Dal tour del senatore Pepe negli ospedali lucani, e quindi anche al San Carlo di Potenza, di cui Lucia Sileo è dipendente, che l’altra Sileo, Dina, ha mostra-to un particolare interesse, a volte più morboso che genuino, per le tematiche sanitarie.
Nell’ottobre del 2019, Pepe iniziò il suo personale “tour” proprio dal San Carlo, trascorrendo ore tra i reparti del nosocomio potentino e interfacciandosi con l’allora Dg, Barresi, nonchè con altri dirigenti.
Nella circostanza, ad accompagnarlo proprio Sileo che intese precisare come «l’attività ispettiva» sia «una prerogativa di ogni consigliere regionale». Poche decine di ore prima, però, il trasferimento di ufficio al San Carlo della sorella, Lucia Sileo, e le critiche nei confronti del Dg. C’è chi dalla maggioranza di centrodestra, dato che il trasferimento ebbe una sua peculiare interpretazione politica, gridò finanche all’«abuso di una posizione di potere», sottolineando un indefinito «chiaro nesso di causa-effetto», tra le critiche della Sileo consigliere regionale e il trasferimento della Sileo dipendente del San Carlo. Il complotto, tuttavia, si rivelò una bufala dato che il trasferimento fu «accettato e condiviso» dalla diretta interessata, Lucia Sileo. Trascorsi i mesi, Dina Sileo continua, a suo modo, a occuparsi di Sanità e per chi si chiedesse che fine abbia poi fatto la sorella, la risposta non potrebbe essere che una: è in Regione. Quello di Lucia Sileo, in riferimento al 2021, non è né il primo nè l’ultimo distacco presso il Dipartimento regionale, ma a suo modo è unico.
È il solo ad avere, aggiunto a penna e con calligrafia corsiva e obliqua, una curiosa motivazione: «Attesa la necessità del fluido funzionamento del Dipartimento».
Mentre negli altri distacchi, la frase di stile «in considerazione delle note carenze di personale del Dipartimento politiche della persona», quello della Sileo ha il sigillo del «fluido» e il sotto sigillo che il trasferimento dall’Aor San Carlo all’Ufficio finanze del Sistema sanitario regionale del Dipartimento è anche «per attività di interesse di questa Azienda (il San Carlo, ndr)».
Una sottolineatura che proprio perchè superflua, desta innegabili perplessità data l’esplicitazione palese.
Ad ogni modo, tra un «fluido» e un «interesse», è andato in porto il distacco presso il Dipartimento Sanità, a tempo pieno e della durata di 1 anno, richiesto dall’indagato dalla Procura di Potenza, l’ex Dg Ernesto Esposito, per l’assistente amministrativo a tempo indeterminato, Lucia Sileo. Altri leghisti nell’infornata di distacchi richiesti dall’indagato Esposito. C’è, per esempio, anche l’«infermiere» Antonio Azzato. Nei distacchi, targati Lega, dal San Carlo in Regione, le note curiose hanno la loro preminenza. Nel caso dell’infermiere di Dipartimento, per come riportato nel carteggio, l’iter è invertito.
Sembra proprio che a chiedere il distacco, sia stato lui stesso.
Scriveva il Dg Esposito al San Carlo: «Facendo seguito alla richiesta del sig. Antonio Azzato, si chiede di esprimere il nulla osta al distacco».
Il “comandato” che co-manda il distacco. Tornando all’intreccio questioni familiari e politica, la Sanità si conferma “cavallo di battaglia” di Sileo. Il governatore Bardi pretende, almeno a parole, etica dagli eletti, ma poi i fatti difficilmente collimano con i bei discorsi, pubblici, come, in merito, quello dal presidente fatto in Consiglio, e non pubblici.