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PIETRANTUONO DI LOTTA E DI GOVERNO

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Non ci piace rispolverare l’antiquato, anche se di anni ne ha 42, ma complice l’alzata giornalistica del buon Vittorio Laviano dobbiamo una risposta a Francesco Pietrantuono che garbatamente ha intonato il suo cahiers de doléances per essere stato inserito nella lista dei propinatori dello scaldapoltrona che menti eccelse si sono inventate per mantenere in forma la cupio dissolvi del centrosinistra. Ora che la genialata sia servita a non far traballare i 70 anni del governatore Bardi dietro lo scossone della crisi politica è sotto gli occhi di tutti come anche quello che abbia assicurato ai non eletti del centrodestra il corposo stipendio di supplenti, peraltro sottraendone alcuni alla vendita delle mozzarelle, altri ancora ai giardinetti forensi. Eppure se Pietrantuono invece di fare il finto malpancista avesse preventivamente portato il Psi fuori dalla maggioranza, quella proposta di legge sarebbe stata lettera morta. Questo per dire che la morale non è mai cotta in doppio forno e a convenienza e che è disdicevole approvare una legge elettorale a pochi mesi dalle elezioni come lo è nominare i direttori della sanità e di Arpab in rigor mortis di legislatura. Ha scritto Erri De Luca: “Niente era come sembrava”.

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