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ESPROPI, VITO SANTARSIERO RESPINGE LE ACCUSE “DI ESSERE RESPONSABILE”

L’ex sindaco di Potenza interviene sulla questione che interessa i residenti dei quartieri Macchia Giocoli e Murate

Sulla vicenda de-gli espropri dei terreni dei quartieri Macchia Giocoli e Murate non si è ancora arrivati ad una risoluzione e i residenti che si ritrovano, loro malgrado, ingarbugliati nella burocrazia vogliono risposte concrete dalle Istituzioni che dovrebbero aiutare i cittadini e non complicare loro la vita. Anche noi di Cronache ci siamo occupati della difficile situazione in cui versano i cittadini dei due quartieri che pur facendo tanti sacrifici per acquistare una casa, ora si ritrovano con nulla in mano, o quasi. Vito Santarsiero, già sindaco di Potenza, ha deciso, dopo tutto quello che è stato detto sulla vicenda, di intervenire e rispondere a chi lo accusa «di essere il responsabile dei problemi che oggi vivono i cittadini». «A seguito del ricorso dei proprietari dei suoli,  afferma Santarsiero il Consiglio di Stato con sentenze del 1992 e del 1999 aveva annullato gli atti comunali di assegnazione degli stessi suoli a 4 cooperative localizzate a Murate e 8 cooperative localizzate a Macchia Giocoli, sostenendo che in entrambi i casi “erano state omesse le indagini in ordine alla sussistenza, in capo ai soci, dei requisiti di legge per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica“.
Nel caso di Macchia Giocoli si contestava anche “l’illegittimità della localizzazione in terreni a destinazione agricola”. Nel 2002 il tribunale di Potenza condannava in solido Comune e proprietari degli alloggi a pagare i suoli ai legittimi proprietari. A seguito di un ricorso dei soci, nel 2006, la Corte di Appello di Potenza stabiliva invece che il risarcimento dei suoli su cui erano state costruite le abitazioni era dovuto dal solo Comune». Per effetto di tali sentenze tra il 2004 e il 2007 l’Amministrazione Santarsiero riconosceva debiti fuori bilancio per circa 12 milioni di euro (somma tutta sottratta alla spesa corrente del Comune) per il pagamento (con valore fissato dal giudice ordinario) dei suoli ai signori Cammarota e Giocoli.
«Successivamente  continua Santarsiero  l’Amministrazione Comunale, nel 2009, dichiarava l’acquisizione al patrimonio comunale delle aree interessate e, nel 2011, con delibera del Consiglio Comunale invitava i proprietari degli alloggi ad acquisire (come avviene per tutti i cittadini in casi similari) la proprietà dei suoli su cui erano state costruite le abitazioni. Tale delibera veniva impugnata dai cittadini e il Tar, accogliendo tale ricorso, giudicava illegittima la delibera del Consiglio Comunale».
Il Comune, pertanto, nel 2012 ricorreva in Consiglio di Stato. «Seguirono incontri – prosegue Vito Santarsiero con i proprietari degli immobili per addivenire ad una intesa in vista della sentenza del Consiglio di Stato; in tali incontri, pur in presenza della disponibilità del Comune a cercare soluzioni condivise, non vi fu la disponibilità dei cittadini; per correttezza devo an-che ricordare che, pur essendo molti cittadini favorevoli, la totale indisponibilità di alcuni di essi e dei loro avvocati vanificò ogni accordo. In data 16 aprile 2014 veniva depositata la sentenza. In tale sentenza il Consiglio di Stato, ripercorrendo l’intera vicenda, afferma che è da considerarsi “inficiata la convenzione tra il Comune e le cooperative” e che pertanto “una volta annullata l’assegnazione alle cooperative, non può ritenersi che le convenzioni continuino ad esplicare i loro effetti come se nulla fosse avvenuto, come pretendono gli appellati”». La sentenza pertanto conferma-va la piena legittimità della decisione presa dal Consiglio Comunale con la delibera n.121 del 2011 con cui chiedeva alle cooperative l’acquisto dei suoli su cui sorgono gli immobili di loro proprietà.
Ne consegue che i cittadini se non acquistano i suoli non possono considerarsi proprietari degli alloggi.
«Francamente prosegue Santarsiero  oggi non comprendo come, soprattutto in presenza della sentenza del Consiglio di Stato, si possa sostenere che debba essere la comunità cittadina per il tramite dell’Amministrazione Comunale a farsi carico dell’acquisto di suoli per la costruzione di alloggi privati. Non solo, ma non avendo la stessa Amministrazione fatta (almeno sino a pochi mesi fa) alcuna trascrizione nei registri immobiliari, i cittadini hanno anche potuto vendere i propri immobili senza esserne proprietari. Nel 2014 l’assessore Martoccia aveva avviato con il Ministero competente la procedura per accedere, presso la Cassa Depositi e Prestiti, ai fondi destinati al social housing finalizzati alla possibilità di favorire, attraverso prestiti, l’alienazione dei suoli da parte del Comune con relativo l’acquisto da parte dei cittadini, il tutto a condizioni estremamente favorevoli, dal tasso inferiore all’uno per cento, alla durata trentennale del prestito a nessuna garanzia da richiedere ai contraenti. Sappiamo tutti come finì l’assessore, che stava chiudendo il bilancio: proprio il giorno che aveva trattato a Roma tali questioni fu rimossa inspiegabilmente dal Sindaco, i fondi furono esclusi impropriamente dal bilancio e si arrivò al dissesto con un consiglio comunale concorde e responsabile. Qualcuno dice che si pagarono così promesse elettorali, certo che è strano vedere ancora oggi distorcere così tanto la verità. Si richiama in questi giorni anche il fatto che il valore suoli per l’edilizia sociale è oggi molto ridotto rispetto al passato. Si dimentica che ciò avviene grazie al principio della perequazione urbanistica, principio figlio di una battaglia amministrativa che portò la città a dotarsi nel 2009 del nuovo e innovativo regolamento urbanistico, ed accade anche che chi allora lo avversò ora ritiene di poterlo utilizzare molto impropriamente in una vicenda dove ancora, oggi come allora ( tanto negli anni 80, quanto nel 2014) il tema non era la difesa degli interessi pubblici ma quella di qualche voto in più nell’urna. Mi preme infine puntualizzare che per motivi non proprio chiari il Comune ha si ( finalmente) avviato la procedura per recuperare le somme, ma con cifre ben lontane da quelle che sono state pagate ( 12 mln € senza conteggiare gli interessi) , come mi preme puntualizzare altresì il carattere assolutamente incomprensibile delle prese di posizioni di amministratori che, invece di porre il tema di come recuperare integralmente al Comune somme impropriamente versate come da sentenza del Consiglio di Stato, ritengono di dover invece assumere posizioni opposte».
Tutto questo l’ex sindaco della citta di Potenza, Vito Santarsiero, lo riporta «senza sentirmi minimamente nemico dei cittadini che fondamentalmente pagano la molta superficialità e leggerezza (nonché interesse nei casi in cui mancavano i requisiti per l’assegnazione di alloggi di edilizia pubblica) ad essersi affidati ad un sistema di realizzazione di cooperative che in molti casi fece molto male fece alla città e che fu proprio l’amministrazione Santarsiero a fermare a vantaggio di un sistema che ha portato trasparenza, centinaia e centinaia di alloggi sociali ( con un piano che se attuato e portato avanti dalle successive amministrazioni avrebbe già portato alla fine anche della vicenda “Bucaletto “) e costi contenutissimi per i cittadini».

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