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LA PROPAGANDA POLITICA PURE SULL’INTERPELLO DIRIGENTI

Il presidente Bardi non sa rispondere sulle anomalie che non può giustificare, così è costretto a rifugiarsi nella cuccia del politichese

Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, governa male e comunica peggio. Uno strazio senza fine sul quale ormai non vale neanche più di tanto la pena soffermarsi per quanto lo schema, che vede complici anche gli assessori di Giunta, di coprire col cappello della propaganda, certe deformità amministrative, risulta così abusato da aver abbondantemente superato anche i confini della artificiosità.
Il trucco è stato da tempo svelato: il presidente Bardi sa benissimo dove si trova, ma al “monopoli” della cosa pubblica, vorrebbe giocare non con le canoniche regole, che in parte con ogni probabilità neanche conosce, ma con le sue anche se confliggenti con quelle della prima categoria citata.
C’è una provvisorietà permanente che emerge costantemente dagli atti amministrativi della governance di centrodestra. Ancora, per esempio, si susseguono le modifiche, da ricordare che l’attuale legislatura è già a metà mandato, riguardanti la “Pieni poteri”, ovvero l’Ordinamento amministrativo della Giunta regionale della Basilicata, ovvero l’organizzazione delle strutture amministrative e dei relativi compiti, delle posizioni dirigenziali e delle dotazioni organiche, e via discorrendo. Si potrebbe scrivere un libro bianco, per citare un altro esempio, sugli intervenuti aggiustamenti, che comunque non hanno ancora prodotto soluzione, dell’atto amministrativo del gennaio 2020 riguardante le determinazioni della Giunta sulle posizioni dirigenziali vacanti che, in parte, ancora lo sono.
Tra queste, l’Autorità di gestione dei Programmi Operativi Fesr e l’Autorità di Gestione Psr, in capo ad Antonio Bernardo e Rocco Vittorio Restaino, entrambi scaduti ormai da 2 anni. Nei loro casi, il mix di mandato triennale e proroga, sembra proprio condurre alla meta, danno erariale. Entrambe le postazioni, inoltre, non sono state assegnate dalla Giunta neanche a seguito dell’interpello interno per le nomine dei Dirigenti degli Uffici dei Dipartimenti regionali, appena varate. Per Bardi, applicare la propaganda anche a materia tecnica come quella dell’interpello citato, è come un’ammissione di inadeguatezza. A questo punto, più che lecito dedurre che se Bardi non risponde sugli aspetti tecnici dell’interpello, è perchè non può farlo se non a patto di contraddirsi da solo.
Ad ogni modo, sulle nomine post interpello, da Bardi dichiarato che «questa è solo una tappa di un percorso che vedrà altri cambiamenti in seno alla Regione Basilicata nei prossimi mesi: penso alle autorità di gestione dei fondi Ue, ai concorsi e alle progressioni verticali, senza dimenticare le stabilizzazioni già avvenute». «Noi abbiamo come unico fine  ha aggiunto e concluso Bardi l’erogazione di servizi sempre migliori e più celeri in favore dei cittadini. Solo questo ci muove, nell’esclusivo interesse dei lucani».

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