AL VIA IL PROCESSO PER I 22 MORTI NELLE RSA
Denominato ‘Casa Covid’ vede imputati Ramagnano, Varallo e Suor Fulgenzia per i casi a Marsicovetere e Brienza
Iniziato in tribunale a Potenza il processo nei confronti di Nicola Ramagnano e Romina Varallo, gestori della casa di riposo ‘Ramagnano’ di Marsicovetere e di Suor Fulgenzia, ovvero Anna Sangermano, Direttrice della Rsa ‘San Giuseppe’ di Brienza e Madre Superiore dell’Istituto Suore Missionarie del Sacro Cuore. A loro carico la pesante accusa di omicidio colposo a cui si aggiunge quella di falso. Stando alle indagini, i tre avrebbero dichiarato il falso sui registri delle strutture in ordine al quantitativo di persone che potevano essere ospitate. Ma la gravità delle accuse sta in quelle morti, provocate evidentemente da omissioni in materia di sicurezza: a Marsicovetere dove morirono in diciassette, Ramagnano e Varallo non avrebbero fatto nulla per contenere i contagi. Nessun dispositivo di sicurezza personale, nè per ospiti nè per infermieri quindi niente mascherine e niente guanti ma anche nessun tampone, fatto che avrebbe provocato l’innesto del focolaio anche alla Rsa di Brienza dove venne trasferita una paziente positiva. Decaduta in fase di rinvio a giudizio l’accusa avanzata dalla Procura di Potenza in ordine all’epidemia colposa. Il Gip nel disporre il dibattimento, avrebbe difatti tenuto conto di precedenti sentenze della Corte di Cassazione per cui il reato di pandemia colposa si configurerebbe solo in presenza di condotte commissive atte a propagare il virus e non di condotte invece omissive relativamente alla fornitura di dispositivi di sicurezza. Quello che si è aperto ieri a Potenza sarà certamente un percorso giudiziario lungo per il primo processo del genere che si celebra in Basilicata nel post-Covid. La seconda udienza si terrà il 26 gennaio del prossimo anno.