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BARDI E LA SALUTE IN ATTESA

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Che il settantenne Vito Bardi c’entrasse poco con la politica lo si era capito sin dall’inizio della sua campagna elettorale, addormentata e latitante, ma nessuno mai pensava che potesse disattendere così apertamente la promessa sul passo d’efficienza della Basilicata che pure aveva sollevato in aria per fregare il voto ai lucani ed accaparrarsi, in cumulo della sua fiammeggiante pensione, lo stipendio da governatore. Ora tanto per scegliere facile dal mazzo delle sue inerzie istituzionali e farci un’idea dei pericoli del suo disastro decisionale guardiamo alla sanità regionale con le sue comatose liste d’attesa ed alla vaporizzazione dei diritti costituzionali di salute dei cittadini su cui vale ancora il bla bla bla con cui Greta Thunberg, almeno per una buona volta, ha affettato la supponenza dei potenti. Eppure nonostante la reportistica metta la Basilicata in lista d’attesa sulle prestazioni e rilevi criticità tanto all’Asm che all’Aor San Carlo, Bardi s’inventa il lodo commissari e promuove Sabrina Pulvirenti e Giuseppe Spera proprio ai vertici manageriali di quelle strutture sanitarie. Canta il mitico Giorgio Gaber: “Perché da sempre l’attesa è il destino di chi osserva il mondo, con la curiosa sensazione di aver toccato il fondo”.

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