CONGRESSO, CAOS RIENTRATO? MACCHÈ IL CASO RISCHIA DI FINIRE IN PROCURA
PD liste tarocche, Margiotta si rivolge pure a Letta
Continuano i colpi di scena nel Congresso del Partito democratico lucano. E tutto a poche ore dall’inizio dei voti nei circoli, sull’intero territorio, per il prossimo segretario regionale del Pd della Basilicata (sempre se partiranno!). Una sfida a due tra il “lettiano” 28enne Raffaele La Regina e la sindaca di Genzano Viviana Cervellino. Ma non è detto che tutto proceda come si era sperato fino a ieri, dal Nazareno potrebbero ancora far naufragare i facili entusiasmi di qualcuno.
È stato infatti chiesto al segretario nazionale Enrico Letta di intervenire sulla dinamiche del Congresso dem lucano. Non solo. Sarà ufficializzato a brevissimo anche la prestazione di un vero e proprio ricorso sulle “irregolarità” che pare abbiano caratterizzato la competizione in casa del Pd Basilicata.
UN RICORSO PER FERMARE IL VOTO, DA PRESENTARE NON SOLO AL NAZARENO MA ANCHE IN TRIBUNALE
Il Congresso del Pd lucano si è caratterizzato in queste settimane di una serie di retroscena che sin dall’inizio hanno manifestato le rimostranze di qualche iscritto di lunga data. A partire dalla mancanza di condivisione sui candidati in corsa alla segreteria che ha portato anche ad una “interferenza” dei vertici romana (mai successa in precedenza), all’esclusione dalla competizione del terzo candidato in corsa per la segreteria Rocco Pappalardo, di riferimento dell’aria che fa capo a Piero Lacorazza, per delle irregolarità che lui ha subito negato precisando che «da intese verbali tra i rappresentanti delle varie anime del Pd si era inteso superare », fino al pasticcio delle liste.
Un pasticcio non da poco questo ultimo, considerato che su 9 liste in tutto presentate (4 liste per La Regina composte da 163 aspiranti e 5 liste per la Cervellino con 98 candidati) ben 7 sarebbero state da escludere per la presenza al loro interno di alcuni componenti non in regola con i tesseramenti. La decisione della Commissione di garanzia che a maggioranza, non all’unanimità come era stato chiesto inizialmente anche dai vertici romani, ha votato per escludere solo gli “irregolari” e non ricusare l’intera lista per evitare di ridurre la sfida a 1 contro 1 non è andata giù a tutti.
Una scelta che se l’aria di riferimento di La Regina definisce sensata e logica, per evitare uno slittamento che potrebbe anche condurre a un nuovo commissariamento della segreteria considerato il numero esiguo di aspiranti restanti sulle uniche 2 liste convalidate (non sufficienti numericamente a coprire il numero dei componenti dell’assemblea), nel fronte pro Cervellino viene spiegata come sconcertante. E così in queste ore nell’aria della sindaca di Genzano, in cui compaiono il senatore Salvatore Margiotta e i fratelli Gianni e Marcello Pittella, si è subito redatto un ricorso per chiedere che il voto venga momentaneamente sospeso in attesa che dal Nazareno valutino attentamente la situazione.
Non solo, la sindaca Cervellino avrebbe anche scritto personalmente al segretario nazionale Enrico Letta per chiedere un suo intervento diretto. Come se non bastasse, secondo rumors, si starebbe valutando anche di ricorrere proprio alla magistratura. Insomma, una matassa di quelle difficili da sciogliere e che aggiunge benzina su un fuoco già attivo da tempo in casa dem. Certamente per Letta non sarà facile decidere.
UNO SCONTRO SENZA FINE SULLA PIAZZA VIRTUALE
L’assenza di unanimità nella scelta della commissione di garanzia di decidere di “limare” nelle liste la sola presenza di chi non possedeva i giusti requisiti è stato probabilmente il primo tallone d’Achille di questa vicenda. D’altronde lo stesso presidente della commissione, Donato Riserbato, dirigente romano richiamato in Basilicata dal commissario regionale in carica Dal Moro, aveva chiesto espressamente che si arrivasse a una scelta unanime proprio per evitare ricorsi.
Anche perchè in questo modo la faccenda andrà certamente per le lunghe e come si sta già vociferando in queste ore con tutta probabilità la commissione nazionale di garanzia del partito potrebbe invalidare quanto deciso nella riunione potentina. Le correnti di pensiero sul da farsi sono numerose, ognuna con pro e contro, ma certamente l’unica cosa che è condivisa dalle varie anime dem lucane è la richiesta a gran voce di un intervento chiarificatore da parte di Enrico Letta.
Il dibattito dei vari esponenti dem si è innescato soprattutto sui social network. Lapidario il Tweet di Erminio Restaino: «Il congresso del Pd Basilicata ha oltrepassato il ridicolo senza manco diventare tragicomico perchè non interessa proprio nessuno».
«Congresso Pd Basilicata: coalizione e candidato imposti da Roma last minute, irregolarità continue, arbitri che diventano giocatori, regolamento stracciato». Scrive invece su Twitter il senatore dem Salvatore Margiotta, il quale chiede che «intervenga» il segretario nazionale Enrico Letta: «le difficoltà degli ultimi anni non annullino, nel disinteresse romano, la storia importante della nostra comunità ».
Ha invece lanciato un appello all’unità l’ex sindaco di Lauria Angelo Lamboglia: «Il congresso Pd Basilicata deve rinsaldare e rilanciare l’azione del partito a vari livelli. Abbiamo necessità di tenere dentro tutti guardando ad unità come valore aggiunto per contrastare l’avanzata della destra e tornare a governare la Basilicata». Parole quelle di Lamobiglia che solo in parte hanno trovato d’accordo il senatore Margiotta che ha però tenuto a precisare che «Se gli arbitri fanno i giocatori, altroché rinsaldare e rilanciare. Stanno dando un grande contributo al disastro finale ». Sul fronte opposto al senatore Margiotta è sceso in campo il capogruppo in Regione Roberto Cifarelli che ha ribadito come «screditare candidati e arbitri non è da classe dirigente che si rispetti, soprattutto se di lungo corso.
Così si screditata il Pd e si accentuano le difficoltà degli ultimi anni». Rivolgendosi infine a Enrico Letta «intervenga per spiegare queste piccole cose». A replicare a Cifarelli ci ha pensato il sindaco di Castelemezzano, Nicola Valluzzi che ha ribadito come «Il congresso è già screditato e la pervicacia con la quale taluni prima hanno provato a comandare la “quadriglia”, poi l’hanno subita ed infine hanno accettato e condiviso ogni violazione anche alle basilari regole elettorali. Non credo Letta volesse questo». Un dibattito a più voci a cui solo i due candidati in corso alla segreteria, tanto la Cervellino quanto La Regina, hanno preferito non partecipare almeno ufficialmente. Nessun commento da entrambi anche se in molti giurano di averli visti lavorare affannosamente dietro le quinte, ognuno per la scelta concordata dalla proprio corrente.
SLITTERÀ IL VOTO?
In tutto questo marasma generale e azioni in campo non è detto che il voto che potrebbe partire già da oggi sul territorio nei vari circoli possa dirsi sospeso. Infatti, i circoli che si sono già attivati per covocare gli iscritti per le lezioni se dovessero ricevere l’ok dalla Commissione (chiamata a vagliare il calendario delle elezioni su tutto il territorio) nonostante ricorsi e controricorsi senza una scelta ufficiale dal Nazareno potrebbero portare avanti le azioni di voto.
Se la Commissione di garanzia lucana ritiene di aver operato correttamente e non volesse attendere l’esito del ricorso presentato dall’aria della Cervellino il voto potrebbe partire già oggi. Ma la scelta di non attendere l’esito del ricorso e una soluzione definitiva da Roma butterebbe altra benzina sul fuoco e creerebbe ulteriori sbavature a un congresso che invece di puntare al rilancio lascierebbe ulteriori dubbi e incertezze su un partito già in ombra.