COME ARRIVA DALL’ATLANTICO ALL’APPENNINO IL TITANIC?
Congresso PD, i circoli restano in stand by sulle elezioni. Il fronte pro sindaca di Genzano deposita il ricorso e si rivolge a Letta: «Cambi l’arbitro»
Una firma è per sempre. Almeno così credono dalle parti del Pd lucano. Una sorta di patto a vita. Perché altrimenti non si spiega come sia possibile quello che sta accadendo all’ombra sbiadita di ‘c’era una volta il partito Regione’. Dove non c’è un Leone che ne fa alla fine un capolavoro. Al massimo, e inconsapevolmente, si arrabatta un parodia del Titanic senza un Cameron qualsiasi. Che poi il Titanic come ci arriva dall’Atlantico all’Appennino resterà un mistero.
Ma c’è poco da sorridere: qui la realtà sta superando qualsiasi costruzione cinematografica. Futuristicamente o no, il riscatto appare sempre più lontano. Certo non è scienza ma qualche gioco di prestigio è stato utilizzato perché firme che appaiono e firme che scompaiono con candidati ubiqui non è roba da normali essere umani. Ma tant’è e l’unica che resta da fare è prendere i biglietti per la prima fila sperando che gli apprendisti professoroni del Pnrr scendano dalle loro ‘cattedre’ traballanti e si ricordino di guardare ogni tanto anche il manualetto delle regole.
Cervellino: «Non si cambiano le regole in corsa»
La Regina: «Il Pd esca dalle dinamiche interne»
«Se c’è una cosa che non sopporto – nella vita e quindi anche in politica – è sentirmi presa in giro! Non si cambiano le regole in corsa». È lapidario il post social scritto dalla sindaca di Genzano, Viviana Cervellino in corsa per la segreteria regionale del Partito democratico lucano, all’indomani della presentazione del ricorso al Nazareno sul caos che ha contrassegnato le liste su presunte irregolarità. La sindaca di Genzano, a cui si contrappone la candidatura del 28enne lettiano Raffaele La Regina, da tempo denuncia falle nell’organizzazione del congresso: dalla certificazione dei dati del tesseramento alla composizione delle liste degli aspiranti a un posto nella nuova assemblea regionale presentate il 6 novembre.
Questa volta però la Cervellino, come anticipato ieri da queste colonne, carta e penna alla mano si è rivolta direttamente al segretario nazionale dem Enrico Letta oltre ad aver presentato un formale ricorso. Senza giri di parole la sindaca di Genzano ha chiesto a Letta: «Cambi l’arbitro! Il Pd non lo salviamo col silenzio ma con la politica». La scelta della Commissione lucana di sanare le irregolarità delle liste eliminando solo i candidati “irregolari” senza annullare l’intera lista è stata la punta dell’iceberg.
«Avanti rispettando le regole. No a soluzioni arrangiate». Questa la linea dei sostenitori della sindaca di Genzano, tra cui spiccano il senatore Salvatore Margiotta e i fratelli Gianni e Marcello Pittella. Parole che nella comunità democratica non sono certo passate inosservate. E che anzi hanno continuato il dibattito furente già avviato negli scorsi giorni, dove i big del partito non si sono certo risparmiati con bordate e frecciatine di ogni tipo. Dal fronte pro la Regina il capogruppo in regione del Pd, Roberto Cifarelli ha invocato al buonsenso: «In questi giorni si avviano i Congressi di Circolo Pd Basilicata. Prevalga il confronto. Per riconnettersi con i lucani occorre “ritrovare anima e umiltà”» scrive su Twitter.
La Regina dopo giorni di silenzio sul tema ha espresso il suo parere in risposta a Cifarelli: «Credibilità e umiltà per tonare a parlare con i lucani. Il Pd Basilicata torni nelle fratture della società ed esca dalle dinamiche interne che lo trascinano verso l’irrilevanza e l’autoreferenza ».
Non è mancata la frecciatina della Cervellino che con una sola parola ha richiamato i dem alla «serietà». Continua così a consumarsi uno scontro interno al Pd che solo per il momento ha messo l’intera operazione dei voti in stand by. Infatti, i circoli che sarebbero già potuti partire da ieri con le varie elezioni avrebbero deciso di attendere. La prima riunione sarebbe stata convocata da un circolo del potentino non prima del 25 novembre.
Un lasso di tempo utile per permettere ai vertici del Nazareno di buttare acqua sul fuoco e dirimere una questione che rischia ancora di più di mettere in cattiva luce le sorti del Pd lucano che ormai da troppo tempo vive senza la guida di un vero e proprio segretario regionale. Toccherà a Letta mettere la parola fine a questo scontro, anche per evitare che in Basilicata si leggano ancora commenti cosi duri sulla comunità democratica: «Avete ridotto un partito a colabrodo… Da partito regione a partito rione ci vuole un attimo»