LA BASILICATA BATTA UN COLPO SUI MIGRANTI
La riflessione: “I migranti e gli accampati in terra di nessuno, s’attende la svolta”
Cosa ne pensiamo in Basilicata dei 2mila – senza aggettivi – che sono accampati in una terra di nessuno tra Bielorussia e Polonia? I contadini delle aree vicine fanno “colletta” di loro prodotti e rischianole reazioni dei soldati per portarla oltre la barriera di filo spinato che li divide dall’Europa. Dove il continente cristiano inizia con la terra di Karol Wojtyla,uno degli artefici della fine dell’Urss, che emarginava gli oppositori nei gulag della Siberia. Quei contadini sono come noi, abitano spesso in case isolate o piccole “frazioni” come le nostre, ed accendono una lampada verde per segnalare che vogliono accogliere;non sono né ricchi o “emergenti”, ma solo cristiani, europei, parte infinitesima di una Comunità di 400 milioni di abitanti,area della ricchezza e del progresso.
Dalla quale partirono i Cristoforo Colombo ed I Magellano alla scoperta del Pianeta (che facciamo difficoltà a salvare dall’anidride carbonica e dal riscaldamento globale). Ma regno delle contraddizioni, perché, dopo aver esportato la morale cristiana in tutto il mondo (addirittura in Cina con il Gesuita ematematico Matteo Ricci, “servo di Dio”), ora, salvo qualche episodio (Angela Merckel sarà ricordata anche per l’accoglienza impopolare degli esuli siriani!), chiude occhi e cuori anche agli sbarchi nel nostro Mezzogiorno.
Tace, aggrappata al trattato di Maastricht e persino rifiuta di ridiscuterlo! Perché rifiuta, perché negala sua “radice” culturale, sia essa protestante o cattolica oppure ortodossa, addirittura laico-ateista? In piccoli gruppi, come quei contadini polacchi, siamo tutti cristiani e generosamente convinti che sia giusto “amare il prossimo”.
E però, quando vestiamo l’abito della cittadinanza, nella dimensione politica, cambiamo radicalmente la considerazionedi noi stessi, di certo muta nei nostri Rappresentanti. I quali fanno come i loro colleghi polacchi, perché temono di perdere il consenso, convinti che “far politica in una democrazia” implichi la priorità assoluta del voto: che insomma questa sia lo scopo del politico! Perciò le “bandierine”, per segnalare, tanto più con un Governo di”quasi tutti”, il “vantaggio” strappato a favore delle “categorie” dei propri elettori. E nei Telegiornali senti la filastrocca delle “bandierine” e mai un cenno ai più protetti (farmacisti e notai, il cui “privilegio”nemmeno si discute!).
Frequente il ridurre le tasse a favore di questo o quel gruppo o di quel tipo di casa; silenzio sul destino di asili e strade ed ospedali,se pubblici ed efficienti! Torneremo dunque indietro invece che migliorarlo? Cioè, come avremmo combattuto la pandemia senza un Sistema sanitario pubblico? Anche l’Ue nonesce da Maastrichtperché ci sono gruppi di cittadini che temono il “diverso”, sebbene non gli tolga il lavoro (ci sono impieghi che nessuno vuole più svolgere) e sia ben noto che- con il crollo demografico- éserio il rischio che fra qualche anno non sipotranno più pagare le pensioni. Le resistenze derivano talvoltada insensibilità moraliseminate dagl’irrazionalismi di non pochi strati popolari (no vax, ecc…); e dunque si vantano anche “bandierine” di questo tipo! Eppure, le radici sia religiose sia filosofiche europee, che proprio i Conservatori dovrebbero tutelare, hanno definito la Politica come “perseguimento del bene comune”!
E la lezione secolare deiPolitologi è sempre stata che lo Stato “si costituisce” infatti perché ciascuno possa trovare sicurezza e benessere in una Società regolata! Invece, la lotta per “le bandierine”, in cui ciascuno strappa qualcosaall’altro, rassomiglia alla competizione primordialedescritta da Hobbes nel ‘600, dell’ “uomo ch’è lupo contro l’altro uomo”? Siamo così in un circolo vizioso che nega le ragioni stesse dello Stato ignorando il concetto stesso di “interesse generale”; perciò è tempo ci si chieda come rompere questo circolo! Forse con le testimonianze della “Base”, dei cittadini stessi, che- anche se non aiutati dalla Scuola (che non sempre c’è o è all’altezza!), ritrovano, nel loro Dna culturale, il filo lungo della morale cristiana: secondo l’esempio dei Contadini polacchi ai confini dell’Occidente? E su questa traccia, non potremmo dare un contributo anche noi “periferici” lucani, invitando, con un esplicito documento della nostra Regione, quei «2mila reclusi a cielo aperto» (all’addiaccio con bambini ed ammalati, tra le barriere spinate o cementate, con temperature già sotto zero) a venire in Basilicata? Almeno per il tempo necessario a chiedere asilo, secondo le regole?
Potremmo offrire le tante case vuote ed anche sperare che si riesca a inserirli nella nostra vita e nelle nostre tradizioni, come già nei secoli scorsi con longobardi e saraceni, albanesi e greci ..e romani: persino per l’interesse di frenare lo spopolamento? Confesso la mia disponibilità all’ospitalità, confesso che, se fossi Responsabile della Regione, lancerei questa iniziativa pubblica, sperando nella sua a esemplarità per le altre Regioni! Forse la gente può dire la sua come i contadini poveri sul confine polacco; forse le iniziative dal basso possonoaiutare a capire che far Politica non significa piantare «bandierine», ma lavorare per il benessere della collettività e dunque… dei singoli ,anche futuri!
DI NICOLA SAVINO
GIÀ SOTTOSEGRETARIO DI STATO