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LA TERRA TREMÒ E LA BASILICATA CADDE IN GINOCCHIO: OGGI, 41 ANNI DAL SISMA

Terremoto 1980. Per il presidente Bardi «ci ha reso più forti», poi le “coincidenze” tra i fatti drammatici e i progressi Unibas


Erano le 19 e 34 di domenica 23 novembre 1980 quando un sisma di magnitudo 6,9, 10° grado sui 12 della scala Mercalli, livello classificato come “completamente distruttivo”, colpì la Campania centrale e la Basilicata centrosettentrionale. Le conseguenze furono terribili: circa 300mila sfollati, 10mila feriti e quasi 3mila morti. La scossa durò 90 secondi, con ipocentro a circa 10 km di profondità, e interessò un’area di 17mila chilometri quadrati.Secondo l’Ufficio del Commissario Straordinario, dei 679 comuni appartenenti alle otto aree interessate dal terremoto (Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Napoli, Potenza, Salerno e Foggia), ben 506 (il 74%) furono danneggiati.

«Ha segnato per sempre le nostre vite e chi non era ancora nato ha imparato a conoscere quegli attimi dai racconti dei familiari, dalle foto e dai filmati». Con queste parole, il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha esordito nell’intervento di commemorazione del triste anniversario. «Il ricordo, col tempo – ha proseguito Bardi -, ha generato in ognuno di noi un rapporto intimo tra emozioni e memoria.

Questa forte carica emotiva rappresenta oggi la nostra chiave universale per superare ogni avversità. Durante i primi giorni del Covid ho pensato proprio a questo, prima di prendere le prime importanti decisioni. Quando penso all’importanza di non dimenticare il 23 novembre del 1980 penso a cinque punti. Memoria per ricordare le vittime di quel tragico evento che ha portato morte e distruzione in tanti Comuni lucani e campani.

Memoria per ricordare la nostra capacità di resilienza.Memoria per ricordare la solidarietà giunta da ogni parte d’Italia e quindi valore nazionale. Memoria per ricordare l’importanza della prevenzione e della sicurezza. Memoria per ricordare gli errori da non commettere più». «Il terremoto ci ha però lasciato una realtà importante come l’Università degli Studi di Basilicata – ha aggiunto Bardi -. Non credo sia un caso che proprio nel periodo della pandemia da Covid- 19 sia partita la facoltà di medicina. Un obiettivo a lungo rincorso dalle precedenti amministrazioni che abbiamo finalmente raggiunto per formare in terra lucana professionisti in camice bianco». «La lezione di quel 23 novembre 1980 – ha concluso Bardi – è dunque la consapevolezza della nostra capacità di resistere e progredire».


IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE CICALA

«I lucani reagirono con dignità e dovere»

Il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala in occasione del quarantunesimo anniversario del terremoto che colpì la Basilicata e la Campania, ha dichiarato: «I Lucani, anche in quella occasione reagirono con grande dignità e senso del dovere, un insegnamento per noi a lavorare uniti, proprio come fecero, 41 anni fa, privati cittadini, il mondo delle Istituzioni, forze dell’ordine, rappresentanti del volontariato e chiunque si rese disponibile ad alleviare le conseguenze di quell’immane tragedia».

«Diventa doveroso – ha aggiunto e concluso Cicala -, ancora a distanza di tanti anni, rinnovare sentimenti di ringraziamento a uomini e donne di altre regioni che accorsero nella nostra terra per portare il proprio prezioso contributo e lavorare, ciascuno per la propria parte, per mettere in atto sempre nuove misure di prevenzione affinché avvenimenti simili possano non lasciare più ferite tanto profonde».

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