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ANCORA NUBI SU BENNARDI, DOPO I DISSIDENTI ORA DEVE ACCONTENTARE PURE GLI “SCONTENTI”

Matera, ancora dubbi su contenuti e accordi presi dai consiglieri di coalizione sul “Patto di lealtà”: solo 17 le firme su 32 raccolte dal sindaco


Disbrigate le formalità di rito e presentate alla stampa con urgenza e di domenica le nuove deleghe assessorili, tutti si aspettavano una partenza lampo dell’amministrazione “Bennardi bis”, anche per recuperare gli ormai quasi tre mesi di stallo. A quanto pare però ci sarebbero ancora alcuni “impedimenti tecnici” sul piano strettamente formale riguardo agli accordi presi tra i consiglieri di coalizione e il Sindaco.

A tale impasse che sta inceppando la ripartenza della giunta, si aggiungerebbe il problema dell’incertezza su quanti consiglieri di maggioranza abbiano effettivamente firmato il patto di lealtà che apparentemente ha consentito di risolvere la crisi e quanti consiglieri invece abbiano dato al Sindaco solo una“fiducia sulla parola” ma di fatto, non hanno firmato il patto e si ripromettono di votare volta per volta e secondo le circostante sui singoli temi portati in consiglio comunale.

Al momento sembrerebbe che Bennardi sia riuscito a raccogliere in calce al “Patto di Lealtà” solo 17 firme su 32, gli altri dovrà conquistarseli sul campo di volta in volta. E dunque si rumoreggia che il patto di lealtà non viene reso pubblico, non solo perché potrebbe contenere clausole definite dalla maggioranza critica“illiberali”, ma anche perché si potrebbe scoprire che oltre a Parisi e Nicoletti anche qualcun altro non lo ha sottoscritto.

A tal proposito, quando al consigliere comunale dei Verdi Mario Montemurro è stato chiesto se tutti loro della maggioranza avessero firmato il patto di lealtà, egli ha risposto: «Io sì e credo che tutti abbiano fatto lo stesso perché il Sindaco lo ha chiesto a tutti». Ciò dunque lascerebbe presupporre che il patto non è stato firmato da tutti collettivamente e in presenza, ma potrebbe essere stato firmato in separate sedi dai vari consiglieri dei vari gruppi di coalizione. In tal caso, Bennardi potrebbe essere ricorso proprio alla stessa procedura “separata” con la quale si tenevano gli incontri di crisi con gli ex-dissidenti.

E la tattica di non far sapere a nessuno quello che gli altri fanno, a detta dell’opposizione, potrebbe essere ancora una volta la tattica per Bennardi per andare avanti. «Rimane un atteggiamento come minimo poco trasparente – tuona la maggioranza critica di Matera Trepuntozero – ma intanto noi vigileremo su ogni singolo atto che per gentile concessione del sindaco e della giunta perverrà in consiglio comunale».

Ancora una volta dunque, ritorna in gioco il tanto discusso “modus operandi” del M5S che pare stenti ancora a decollare, e come si diceva, ben presto affioreranno questioni molto delicate per il Comune di Matera come la decisione sul regolamento dei beni comuni è l’approvazione del PUMS che imporrà il dibattito su una certa “tangenziale” che non proprio tutti vogliono. Intanto, qualcuno dei consiglieri scontenti per descrivere ciò che sta accadendo ricorre alla metafora della “leva minima” e fa l’esempio dei 50 centesimi che si mettono nel carrello della spesa e che servono non per non farlo rubare, ma semplicemente per farlo mettere a posto. «Un gesto civico quest’ultimo – ha commentato la consigliera scontenta- che invece si dovrebbe fare spontaneamente e senza farsi comprare con gli spicci ».


 

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