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PERRI COSTERÀ AI LUCANI 200MILA €

La “stagione dei concorsi” di Bardi che lo nomina con contratto autonomo: senza esclusività e subordinazione

 


IL PATTO DI MOMÒ | Ecco il motivo per il quale dalla Regione tengono ancora nascosta la nomina dell’ex Foliniano


Sulla ruota di Potenza, alla slot machine dei soldi pubblici dei lucani, mister Gianpiero Perri, abbassando la leva della Regione ha fatto jackpot: quando hanno smesso di ruotare, i rulli hanno consegnato 3 facce di Bardi. Sbancato il Casinò di via Verrastro. Perri ha battuto anche la “Bestia”: se il suo numero è 666, quello di Gianpiero ha due 6 in più: 6666,6 periodico. Bardi gioca a fare il sultano con le risorse pubbliche, ma l’“harem” degli intuitu personae lo pagano i cittadini della Basilicata e il conto è salatissimo. Già la genesi della vicenda, conteneva tutti i germogli di catastrofe ora sbocciati. Con una mail, alle ore 18 e 17 di 2 giorni fa, Bardi aveva ricordato ai componenti della coalizione governativa che lui comanda con la “Pieni poteri” e loro sono spettatori non paganti, ma pagati, sempre con soldi pubblici. Ma nulla di più.

All’improvviso, la comunicazione elettronica: «Vi comunico che mi avvarrò del Dott. Gianpiero Perri quale consigliere scientifico per l’attuazione del Psr e del Pnrr. Colgo l’occasione per porgervi i miei cordiali saluti». Secondario, ma comunque sintomatico, il dettaglio che Bardi, parzialmente, è riuscito a mentire anche in una mail indirizzata alla maggioranza. Ad ogni modo, con l’ex militare in pensione, tutto singolarmente regolare. Del resto dopo una lunga serie di anomalie, non si può sperare che all’improvviso l’evento successivo all’ultima anomalia non sia anch’esso un’anomalia. A differenza di Leonardo Cuoco, l’incarico di Perri, come decreto presidenziale, non riporta la locuzione «consigliere scientifico». Soprattutto, a fare la differenza con l’incarico di Cuoco, è la parte finale, la casella retribuzione. Per l’ex Dg dell’Apt, che a parole fa l’uomo di destra, salvo poi avere l’incarico istituzionale in quota Folino, sembra calzante una parafrasi: “La Storia Bandita”, non è più al Parco della Grancia, ma a Potenza.

A leggere la cifra del compenso che riceverà Perri, la prima reazione è: impossibile. Invece, no. È tutto incredibilmente vero. Il presidente Bardi ha piazzato la “bomba” e se non ci sarà l’esplosione ora, non ci sarà mai più. Per fare il «consigliere del Presidente», Perri incasserà 80mila euro annui, più Iva se dovuta e oneri previdenziali. L’amico di Bardi, a fine legislatura sarà costato ai lucani, oltre 200mila euro. L’incarico, inoltre, oltre ad essere «fiduciario» e quindi «intuitu personae », rientra nell’ambito di un rapporto lavorativo «autonomo e senza vincolo di subordinazione». I soldi sono sicuri, ma l’impegno non così solido: a discrezione Perri si occuperà dell’«attuazione del Pnrr e del Piano strategico regionale».

È lo “spendi, spandi, effendi” di Bardi che sempre per controllare «la realizzazione in Basilicata dei traguardi e degli obiettivi stabiliti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza», ha regalato al capo di Gabinetto Busciolano, la Struttura di Missione Pnrr che per 2 anni costerà 170mila euro. È la stagione sui generis dei concorsi. Il pensionato Bardi ai giovani pubblicamente li invita a fare i concorsi come tecnici del Pnrr, ma poi, in privato, con decreto presidenziale, nomina Perri a 80mila euro all’anno.

Una sorta di Dg occulto, con incarico generico, perchè l’impiego «nelle attività relative all’avanzamento e all’attuazione del Pnrr» non vuol dire nulla, e per più con rapporto collaborativo e con la libertà di organizzarsi e fare come più gli è gradito all’occorrenza, essendo esclusa la subordinazione. Stipendio annuale da capogiro, tra l’altro, in relazione anche, secondo l’ex militare, alla «temporaneità del rapporto», che, però, nel caso del classe ‘59 Perri, appare piuttosto fuori luogo. Il suo consigliere, Bardi lo ha subito sfoggiato.

L’occasione è stata l’incontro con i sindacati proprio sul Pnrr. Per far mettere a Perri le mani sul Pnrr, il presidente della Regione Basilicata, le mani le ha messe nel portafoglio dei lucani. Il futuro della Basilicata, è un ritorno al passato: in tutti i sensi.

Ferdinando Moliterni

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