LA “TRIPLICE” CHIAMA, LA PIAZZA RISPONDE BILANCIO E DINTORNI, DAI SINDACATI DIKTAT A BARDI: «FATTI, ORA BASTA CON LE PAROLE»
Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato a Potenza. Tra i punti principali su cui la triplice chiede un confronto al governo: lavoro, pensioni e fisco
Grande partecipazione a Potenza alla manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil a sostegno delle proposte e delle piattaforme presentate al Governo in questi mesi per modificare le misure previste nella legge di Stabilità. Lavoro, occupazione, lotta alla precarietà, protezioni sociali, fisco, pensioni, investimenti e Mezzogiorno i temi al centro dell’iniziativa sindacale. La mobilitazione sui temi nazionali si intreccia a quella decisa da tempo dalle segreterie regionali confederali a sostegno del documento unitario sindacale “Un patto per il lavoro e per il rilancio dopo la crisi.
Le visioni e i progetti per trasformare il Paese e la regione”, con l’obiettivo di costruire insieme la Basilicata di domani. Aprendo la manifestazione il segretario generale della Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo, ha detto che «oggi da questa piazza si alza forte la voce delle lavoratrici e dei lavoratori, dei giovani, dei disoccupati, dei pensionati della Basilicata per dire al governo che su fisco, pensioni, lavoro, Mezzogiorno occorre cambiare strada, perché quella che è stata imboccata con l’ultima legge di bilancio è sbagliata. Al presidente Draghi – ha aggiunto – riconosciamo di aver dato alla politica l’autorevolezza che serviva per uscire dalla più grave emergenza sanitaria, economica e sociale che si ricordi.
Ora al presidente del consiglio chiediamo di mettere in atto l’insegnamento del suo maestro Federico Caffè per l’equità, la giustizia sociale e la cooperazione tra forze sociali e istituzioni. Il nostro paese si rilancia solo se si rimettono al centro le donne e gli uomini del lavoro, le pensionate e i pensionati, le donne e gli uomini che in questi due anni hanno garantito con grande sacrificio la tenuta economica e sociale dell’Italia. Oggi non scendiamo in piazza per partito preso – ha concluso – ma per lanciare al governo e ai partiti un messaggio che invoca inclusione, partecipazione e sviluppo. Noi siamo qui per fare del futuro un tempo delle opportunità e non della rassegnazione, un tempo della speranza e non della sfiducia».
Per il segretario regionale della Uil, Vincenzo Tortorrelli, «le risorse del Pnrr devono essere un’opportunità e non l’ennesima occasione persa. Lo diciamo da tempo: il 40% delle risorse del Pnrr sono insufficienti a colmare i divari – ha detto dal palco di piazza Don Bosco – Servono investimenti per una riforma, anche qui strutturale, dell’apparato amministrativo con più assunzioni e più formazione. Servono più risorse, per garantire crescita, sviluppo, occupazione e inclusione.
A partire dai settori strategici regionali dall’automotive e al petrolio. Per il polo dell’auto di Melfi la nostra idea è di organizzare un’iniziativa valida che affermi e valorizzi la centralità dello stabilimento Stellantis e del suo relativo indotto come polo di eccellenza, come frontiera dell’industria, come distretto sociale, come motore dello sviluppo a tutela dell’occupazione e garanzia di futuro. Ci aspettiamo che il Governo faccia di più , rafforzando le politiche industriali obbligando le multinazionali nel rispetto degli accordi e negli impegni assunti, sugli investimenti e sull’occupazione, nonché sugli standard qualitativi del lavoro».
Tortorelli ha fatto poi riferimento all’incontro di Cgil, Cisl, Uil con il presidente Bardi: «Il governatore si è reso disponibile al patto del lavoro dei sindacati; noi eravamo già pronti, ora bisogna che si passi dagli annunci ai fatti e che lo si faccia con un metodo nuovo che parta dalla programmazione ed arrivi a definire le condizioni necessarie per il lavoro, il rispetto dei lavoratori e il rispetto per chi lavoratore è stato». Ha chiesto «discontinuità, responsabilità e coesione╗ il segretario generale della Cgil Basilicata Angelo Summa: «Servono misure che incentivino la buona occupazione e l’equità sociale, superando la precarietà e mettendo al centro i giovani. Bisogna dare con urgenza risposte ai cittadini lucani che vivono un grande disagio sociale.
Siamo tra le regioni più povere d’Italia – ha precisato – con un elevato tasso di disoccupazione giovanile e femminile. Occorre porre rimedio con urgenza alla spopolamento, che rimane la più grande criticità della nostra regione, e colmare il divario di cittadinanza investendo nel welfare e nel rafforzamento della pubblica amministrazione, tracciando specifici asset strategici nei quali delineare un ventaglio di azione e di obiettivi che puntino alla centralità della persona, al valore del lavoro, dell’istruzione e della formazione. C’è poi il vero tema del futuro della nostra regione che è quello della transizione energetica. I rapporti con Eni e Total devono basarsi su un chiaro piano industriale che individui la Basilicata quale hub energetico dell’idrogeno, se non vogliamo perdere la sfida del futuro della transizione e rimanere legati al fossile senza alcuna prospettiva di sviluppo. E per fare questo – conclude Summa – è necessario aprire un tavolo nazionale ».
Dopo gli interventi e le testimonianze di alcuni lavoratori, le conclusioni sono state affidate al segretario nazionale della Cgil, Emilio Miceli: «Dopo tanti anni – ha dichiarato – questa è la prima finanziaria redistributiva. Abbiamo alle spalle le politiche di contenimento del Covid e la necessità di sostenere un pezzo della popolazione, oltre ad anni di sacrifici che abbiamo dovuto patire una legge finanziaria dopo l’altra. Noi pensiamo di partire da quelli che hanno sofferto, da quelli che rischiano di perdere il posto di lavoro, che hanno un reddito basso, che vino nella precarietà, che sono investiti da crisi industriali e aspettano ancora oggi di andare in pensione dopo la riforma Fornero. Per questo abbiamo avviato un percorso di mobilitazione. Nel momento in cui il Paese va verso una riforma redistributiva, deve dare un segnale a chi sta peggio.
Da qui la nostra ostinazione a immaginare che la riforma della pensione e del fisco debba avere la caratteristica dell’equità e del sostegno di chi non ce la fa. Questo è il cuore del problema e del confronto con il Governo».