A BALVANO UNA COMUNITÀ FAMILIARE PER MINORI
La struttura porta il nome di Suor Caterina, colei che si occupò dei bambini che nel terremoto dell’80 persero gli affetti
Taglio del nastro a Balvano per l’inaugurazione della Comunità Familiare Socio – Educativa per minori intitolata a Suor Caterina Brunelli a ricordo dell’impegno delle Suore di Maria Bambina che hanno per lungo tempo operato nella comunità balvanese.
Il progetto della Comunità Familiare parte da lontano, con la precedente amministrazione di Costantino Di Carlo. Si tratta di un lavoro avviato con Fondi per l’inclusione sociale con cui si decise di ristrutturare la vecchia sede municipale, mentre l’Amministrazione si spostava nella nuova Casa Comunale.
I lavori di ristrutturazione e riqualificazione sono andati avanti nel tempo superando diverse problematiche ed infine l’arrivo dell’epidemia Covid che ha rallentato la conclusione del progetto.
La finalità della Comunità è accogliere bambini meno fortunati, orfani, allontanati dalle famiglie o vittime di violenza; la struttura porta il nome di Suor Caterina arrivata a Balvano all’indomani del terremoto dell’80 e rimasta ad operare sul territorio per oltre 25 anni, la quale in quell’occasione si era occupata dei cittadini di Balvano con una particolare attenzione ai bambini più sfortunati che nel sisma avevano perso i loro affetti più cari, oltre che cose materiali.
La Comunità Familiare, situata in modo centrale rispetto all’abitato del paese, intende ricevere bambini e ragazzi di età massima pre-adolescenziale affinché possano frequentare le scuole dell’obbligo ed integrarsi tra i suoi pari e tra gli abitanti.
Per Balvano si tratta anche di un ulteriore segnale di apertura ed integrazione sociale.
A Cronache il neoeletto sindaco Ezio Di Carlo racconta: «Èuna iniziativa di estrema ospitalità da parte del popolo balvanese». Nel terremoto del 1980 tra le macerie della chiesa di S. Maria Assunta morirono settantasette persone, di cui sessantasei adolescenti. «Possiamo dire che per Balvano i bambini sono da sempre una costante ed una presenza importante. Con il taglio del nastro della Comunità Familiare si avvia una iniziativa che nei nostri paesi lancia un segnale considerevole di speranza per i ragazzi che saranno ospitati e di auspicio per il personale, in parte di qui, che vi lavorerà».
