ACTA, I SALDI SUI “PADRONCINI”
Potenza, sgombero neve, la denuncia di Telesca: «Prezzi sempre più bassi»
POTENZA. È scaduta negli scorsi giorni la manifestazione di interesse indetta dall’Acta di Potenza per il servizio “sgombero neve e trattamento della viabilità pubblica 2021-2022”, i cosiddetti “padroncini” che gia negli scorsi mesi sono stati al centro di una forte polemica nel dibattito di un Consiglio comunale per non aver ricevuto le spettanze arretrate. Il servizio ha la durata di 4 mesi, dal 15 dicembre al 15 aprile e prevede lo sgombero della neve e di trattamento antighiaccio con mezzi meccanici idonei da eseguirsi sulle strade comunali indicate negli elaborati cartografici del Piano Emergenza Neve della Protezione Civile. La maggior parte di questi “padroncini” operano soprattutto nella periferia di Potenza dove nella stagione invernale i disagi sono certamente maggiori con il maltempo.
Per questa stagione, però, l’Acta pare voglia applicare un bel risparmio, non tanto sui servizi da offrire ai cittadini che rimangono gli stessi dell’anno passato ma sul singolo compenso di ogni prestazione eseguita che ogni partecipante all’Avviso si ritroverà corrisposto alla fine del lavoro svolto. A tuonare sul nuovo elenco dei prezzi pubblicato dall’Acta è il consigliere comunale di opposizione Vincenzo Telesca: «Le ditte affidatarie del servizio quest’anno per ogni singola prestazione verranno pagati molto meno rispetto agli altri anni. Pare che nessuno abbia considerato nè l’aumento dei prezzi della benzina nè quello della manodopera. Un servizio che va ricordato è indispensabile per la gestione della viabilità nei mesi invernali perchè permette alla città di non rimanere paralizzata.
Eppure il trattamento rivolto a questi “padroncini” negli ultimi tempi non sembra essere dei migliori, sono ancora in attesa delle spettanze arretrate. In più ora dovranno fare i conti con una riduzione dei prezzi notevoli». Il consigliere comunale Telesca, infatti, carte alla mano, si è fatto portavoce delle istanze di queste ditte. I prezzi sono oggettivamente diminuiti ma come spiega Telesca «se proprio non si vuole fare il raffronto con il prezzario dell’amministrazione precedente guidata da Dario De Luca, perchè potrebbe sembrare di parte, basta farlo con il prezzario della Regione Basilicata 2020.
Vi è una differenza sostanziale su ogni singolo servizio di circa 10 euro in meno a prestazione, e in alcuni casi il mezzo meccanico che l’Acta richiede e anche di gran lunga superiore a quello indicato dalla Regione Basilicata». Sfogliando le carte con il consigliere di opposizione entriamo nel merito con alcuni esempi pratici: «Sul servizio di sgombero neve eseguito con un autocarro o macchina operatrice fino a 40 quintali l’Acta come prezzo offre 48,98 euro, mentre sul prezzario della Regione Basilicata del 2020, e quindi un anno fa quando ancora non vi era stato l’aumento della benzina e di altri costi correlati come le materie prime, il prezzo offerto con un mezzo anche più piccolo, 35quintali, è di 59,85 euro. Una differenza di 10, 87 euro.
Di esempi di questo tipo su ogni singolo servizio (vedesi scheda riepilogativa di fianco con solo alcuni dei servizi richiesti con paragone prezzario regionale ndr.) se ne potrebbero fare diversi. L’Acta pare non comprendere quando ogni singolo mezzo richiesto costi a questi “padroncini” che quasi sempre sono ditte piccoline che affrontano numerosi sacrifici ». «Aggiungo che per la voce PN04 l’Acta prevede un aumento del 4% che calcolato su 60 euro sono pari a 2,4 euro -precisa il consigliere-.
Ma lo spargisale da montare su un Autocarro costa 25mila euro dunque un riconoscimento economico irrisorio rispetto a quanto chiesto. Infine, l’ultima voce della tabella sui prezzi sulla “Manodopera” prendendo la tabella di Confindustria Basilicata nel 2020, proprio per avere un rapporto veritiero, fa emerge come il prezzo orario pagato dall’Acta è inferiore al minimo salariale previsto. Inoltre, c’è una sentenza del Tar Puglia del 6 aprile2021 che stabilisce come i prezzari regionali aggiornati non possono essere disattesi». «Una situazione che ha dell’assurdo. Il lavoro di questi “padroncini” andrebbe valutato con più rispetto, in questo modo non gli viene neanche garantito il minimo salariale nonchè i costi della sicurezza » conclude Telesca.