AQL, CONSULENZE NON RENDICONTABILI
Non solo costano centinaia di migliaia di euro, ma sono anche per spese non di competenza dell’Ente
Non solo costano centinaia di migliaia di euro, ma sono anche per spese non di competenza dell’Ente
Se un certo andazzo registrato nei primi neanche 6 mesi di mandato permarrà costante nel triennio, allora con Acquedotto lucano a guida dell’Amministratore unico Alfonso Andretta, eletto dall’Assemblea dei soci nel luglio scorso, per consulenti e collaboratori esterni sarà grande festa. Altre due lettere di incarico scritte dall’Au, per esempio, con compenso di 5mila euro ciascuna, per conferire, alla stessa persona, l’avvocato Giovanni Salvia, il mandato legale fiduciario per la difesa di Aql in 2 cause presso la sezione Lavoro del Tribunale di Matera. Quello degli incarichi legali, è solo una parte dell’andazzo in questione. I report consegnati a via Verrastro riportano di rumors che raccontanto che anche sugli avvocati, l’Au Andretta si stia sbizzarrendo.
Nell’organigramma di Acquedotto lucano, c’è sia l’area Giuridico- Normativa, che, separatamente, l’Ufficio legale, ma già solo nella sua segreteria, l’Amministratore unico ha contrattualizzato 2 avvocati esterni. Poi anche l’incarico legale a un altro suo “conoscente”, tale Prof Pier Francesco Lotito, per circa 20mila euro. Al di là dei tanti singoli casi, l’allarme principale riguarda la mancata trasparenza. La stessa Regione, che di Aql è il socio di maggioranza, deve affidarsi, per non poche vicende, ai verbali degli “osservatori” e al detto e non detto delle fonti interne. L’Ente è pubblico, ma gli atti sono come privati poichè l’Au invoca in maniera anomale il concetto di «riserbo».
Ammessa dall’Au la consulenza esterna, dall’astronomica cifra di 100mila euro, in favore dell’ingegnere Fantozzi, consulenza che durerà 3 anni, i dubbi rimangono. Andretta ha affermato che l’incarico è stato necessario «poiché all’interno di Aql non vi sono competenze e risorse sufficienti per svolgere tutto il lavoro di progettazione e di successivo controllo richiesto dal React-Eu», aggiungendo, sfociando nell’assurdo, che Fantozzi svolgerà anche «una importante attività di formazione per il personale interno».
Tralasciando quest’ultimo dettaglio che per assenza di razionalità si commenta da sè, va precisato, o ricardato all’Au, che Acquedotto lucano è società pubblica della Regione soggetta a controllo analogo congiunto da parte dell’Assemblea dei soci, composta dalla Regione Basilicata più 119 Comuni, e da parte dell’Egrib che in qualità di Ente di gestione del Servizio idrico integrato attraverso il proprio organo assembleare, come recita la relava legge regionale del 2016, «esercita il controllo analogo sul soggetto gestore in caso di affidamento in house ». Per il settore idrico, in Basilicata l’Ente di governo è Egrib e non Aql.
Scorrendo il regolamento React- Eu, si comprende come i bandi siano rivolti agli Enti di Governo d’Ambito che devono «presentare le richieste di finanziamento». Il beneficiario è Egrib, per contro la spesa per la consulenza dell’ingegnere Fantozzi non è rendicontabile per l’Au di Aql, Alfonso Andretta. È fuori dal suo perimetro di competenza. Se già Acquedotto lucano è stato negli anni scorsi particolarmente oggetto di rilievi da parte della Corte dei Conti, probabilmente lo sarà ancor di più con la gestione Andretta.
Per esempio, già in occasione dell’Udienza di Parifica del Rendiconto regionale, risalente al luglio 2020, l’Ente era finito nel mirino del Procuratore regionale, Vittorio Raeli. Tra le altre cose, proprio ed anche per l’inosservanza degli «obblighi di pubblicazione riguardanti incarichi conferiti nelle società controllate». Il «riserbo» è un’invenzione dell’Au Andretta che tra l’altro, in relazione alle ipotesi di danno erariale, non ha ancora completato il rinnovo della governance di Aql. Da fine settembre, la SpA è senza Direttore generale. In più, nonostante Andretta, a settembre, abbia proceduto ai colloqui dei 5 “papabili”, 1 pugliese, 1 lucano, 1 laziale e 2 calabresi, ormai da quasi 3 mesi, insiste nel non conferire l’incarico. Eppure, lui che è stato eletto dall’Assemblea dei soci a luglio, per fare ve loce, ha scelto la via dell’affidamento diretto alla privata Randstad che ha gestito la selezione delle candidature al costo di 25mila euro di soldi pubblici. Quando sarà tutto noto, al caso Dg, bisognerà aggiungere anche le vicende consulenze a pioggia, tra cui quella di Fantozzi da 100mila euro, possibile altro dannoso esborso di pubblico denaro.