MALASANITÀ, URGE CURA PER IL SISTEMA IN CRISI: 3 STORIE DI CONFUSIONARIA ORDINARIETÀ TRA PARADOSSI E BUROCRAZIA
L’intervento di Nicola Savino
di Nicola Savino
Ese il Sistema non funziona, come ripararlo? Tre episodi “minori”. A fine novembre arrivo allo sportello di uno studio privato – convenzionato – per una radiografia al piede. Deserto alle 19, entro con due giovani che, insieme con me, attendono che la signora allo sportello termini l‘intensa conversazione con un non visibile, poi rivelatosi col camicie bianco. Anche per qualche telefonata, attendiamo 20 minuti, mentre arrivano altri “clienti”. Uno di questi è amico della segretaria e scavalca tutti al richiamo di lei. Quando mi permetto osservare ch’è irregolare, che il turno viene saltato, mentre altri annuiscono, l’«amico» mi definisce “uno noto per protestare”. Infine, a turno i ragazzi fanno le lastre, ma quando tocca a me, mi s’invita a prenotarmi.
Esco con i due che ribadiscono non aver prenotato e mi confermo nell’impressione d’essere stata punita la protesta, sebbene garbata! Quando -un po’ claudicante – ritorno puntuale il 7 dicembre 9,30, l’ora prenotatami, terminate le telefonate, la nuova segretaria, a richiesta, mi annuncia che seguirò alle 4 persone già in sala attesa. Allora a cosa serve la prenotazione? Non avuta risposta, rinuncio per protesta. Mi rivolgo ad altro privato, solo autorizzato non convenzionato (e dunque interamente da retribuire). Qui il secondo episodio: puntuale alle 8,30 dell’8 u.s., la sala d’attesa si riempie di altri 6 clienti, ma alle 9,00, il tecnico non arrivato, dichiaro alle segretarie che così non va ed abbandono..!
Terzo episodio, una mia vicina di casa, pensionata, mi riferisce che la visita prenotatale dal CUP per il 18/12, attraverso la figlia (45 anni, cassiera in un supermercato, quindi “sveglia”), la prenotazione le era stata anticipata. Ma quando arriva al San Carlo, più volte “pingpong- ata” tra vari reparti senza alcun chiarimento, dovrà tornare nella data d’origine (non abita a Potenza e ricorre ai bus). Questi tre casi, percentualmente rilevanti perchétre per due pensionati, sono definibili “periferici” perché di minor peso- e però tanto frequenti da costituire “sudditanza sociale”.
C’è poi un altro episodio che è “centrale”, perché determina disagio a molti lucani e cheimplica 100 milioni di rimborsi annui a favore della Regione Lazio. Si tratta del trapianto del rene ed altro che si potrebbe fare in Regione per la disponibilità di un Chirurgo che ne ha già abilità dalla Sede di provenienza. Per quanto ne so (ormai la mia esperienza da Sottosegretario nel settore risale a ben 28 anni fa!), le Autorità sarebberoben al corrente di questabuona opportunità. Tuttavia nulla si muove e, quel ch’è peggio ma non raro, non se ne spiega il motivo, pur non lievi i problemi logistici degl’interessati. Si è pensato che, essendo ubicata a Matera la responsabilità amministrativa del settore, potessero insorgere conflittualità territoriali;e si è perciò fatto circolare che non s’intendeva modificare lo status. Insomma, nessun segnale dalle Autorità pur trattandosi di un servizio di prima utilità,a minor costo e maggiore comodità sociale!
E dunque, è possibile affrontare questi due tipi di disfunzioni o dobbiamo semplicemente rassegnarci? È possibile verificare e correggere queste “disfunzioni”? Più difficile è il controllo delle “periferiche”, molteplici e polverizzate; invece quella “centrale e pesante” si potrebbe forse più facilmente! Per questa basterebbe infatti una semplice Mozione del Consiglio regionale per impegnare la Giunta a verificare le possibilitàqui segnalate ed a trasformarle in un primo nucleo del Centro trapianti lucano. Quanto invece alle disfunzioni “periferiche” con effetti devastanti sulla dignità della cittadinanzanon dovrebb’ essere impossibile assegnare al Difensore Civico un gruppo di “ispettori” con il compito di verificare, magari in veste di utenti, quello che accade.
Se poi gli stessi cittadini, invece che subire pazienti, si allontanassero ad ogni ritardo rispetto alle prenotazione, forsele famose liste di attesa e di sicuro le prenotazioni, funzionerebbero meglio! Non per alterigia o inclinazione alla protesta, ma per semplice rispetto civile! Non so se certi settori della Sanità godano della protezione di qualche Santo, ma è un fatto che sembra esserci quasi una catena di S. Antonio: il pubblico è sovraffollato e cede al convenzionato, questo non rispetta le prenotazioni e cede all’autorizzato che si paga: infine, dopo 15 giorni, si ricomincia dal Cup mentre non si sa se nel piede c’è acido urico o una microfrattura! Un problema ma nond’arroganza dell’Utente che ama protestare, disfunzione del Sistema che potrebbe correggersi. Dimensione nella quale, mancando grossi interessi economici (nessuno avrebbe danno ad essere puntuale e rispettoso di quanto autonomamente programmato e di quanto conveniente!), potrebbe risultare risolutivo un piccolo servizio ispettivo nell’ attesa che si maturi la protesta civile dell’Utenza.
*GIÀ SOTTOSEGRETARIO