LICENZIATO IN TRONCO PER I SUOI COMPORTAMENTI FALABELLA CONDANNATO DAL GIUDICE DEL LAVORO
Il giornalista offese la sua ex redazione e il datore di lavoro, ricevendo all’epoca anche sostegno dall’Assostampa
DI MASSIMO DELLAPENNA
«Avete sbagliato palazzo », con questa frase il giornalista Fabio Falabella di Lagonegro cercò di blandire le conseguenze del suo modo di agire contro il suo datore di lavoro.
I FATTI
Falabella, all’epoca dei fatti in forza all’edizione di Basilicata del quotidiano Roma, fu licenziato in tronco a causa dei suoi comportamenti al limite dell’ingiurioso e minatorio nei confronti dei colleghi della redazione. Pesantissime le azioni e le parole al limite dell’ingiuria e delle minacce che Falabella rivolse ai suoi ex colleghi di redazione accusati di svolgere il proprio lavoro in maniera impropria. Quando probabilmente di improprio ci fu solo il suo comportamento. Così come oggi ha deciso il Giudice del lavoro del Tribunale di Potenza, la dottoressa Verrastro, la quale ha dichiarato inammissibile l’impugnazione del licenziamento in tronco.
LA CONDANNA PER L’INAMMISSIBILITÀ
Falabella, infatti, non pago delle sue azioni contro la redazione, aveva anche denunciato all’opinione pubblica prima, con la connivenza inopportuna dell’Assostampa, che diede risalto alle sue esternazioni a livello nazionale, e poi rivolgendosi al Tribunale di Potenza dove ha ricevuto il rigetto della sua istanza. Talmente inammissibile che il giornalista è stato anche condannato alle spese per la Ctu disposta dal Tribunale.
DOPO IL GIUDICE DEL LAVORO, ATTESA LA DECISIONE DI QUELLO PENALE
Una vicenda giudiziaria che però dalla redazione, che ha vinto la causa del lavoro, è stata portata davanti anche al giudice penale. Per le ingiurie rivolte a colleghi e datore di lavoro, che hanno portato alla sentenza dell’altro giorno del Giudice del lavoro, la redazione è andata fino in fondo, denunciando i fatti all’Autorità penale. Il prossimo 27 gennaio, infatti, si terrà davanti al giudice per l’udienza preliminare, dott. Amodeo, l’udienza camerale di opposizione all’archiviazione della querela, anche sulla base dei fatti nuovi legati alla sentenza di cui si è avuta oggi notizia.