MITIDIERI, A 10 ANNI DALLA SCOMPARSA RICORDO COMMOSSO E PARTECIPATO PER UN PROTAGONISTA DELLA POLITICA LUCANA
Partecipazione e commozione all’evento organizzato a Latronico a 10 anni dalla sua scomparsa. Numerosi gli interventi di amici e politici
Uomo capace ed affidabile Egidio Mitidieri ai suoi conterranei lucani lascia un ricordo di se emozionante e struggente. Non solo grande politico lucano ma imprenditore e padre e marito amorevole. È questa la figura tracciata di Mitidieri nell’evento voluto da amici e collaboratori, tra cui Massimo Carcuro, al Cinema Nuova Italia di Latronico a dieci anni dalla sua prematura scomparsa. Egidio Nicola Mitidieri ha lasciato affetti e questa terra l’11 dicembre 2011 nel suo paese a 65 anni, Latronico, dove era nato il 2 dicembre del 1946. Ed è proprio a Latronico che è andata in scena una partecipata e struggente serata per ricordare prima l’uomo e poi il grande politico lucano che è stato, dove sono intervenuti in presenza Gianni Pittella e Adriano Giannola.
Mentre in video, per rispettivi impedimenti, gli ex presidenti Vito De Filippo e Filippo Bubbico, quest’ ultimo intervistato negli studi di Cronache Lucane (che ha trasmesso in diretta l’evento) dalla giornalista Eliana Positano. Un uomo di potere, Mitidieri inizia la sua carriera professionale da imprenditore edile giovanissimo che lo porta anche a rivestire la carica di vice presidente dell’Associazione degli industriali della provincia di Potenza. La politica inizia più tardi, per gradi, come imponevano le regole dell’epoca: inizia da consigliere comunale a Latronico, poi sarà sindaco.
Nel 1981 è nominato vice presidente dell’Istituto autonomo per le case popolari della provincia di Potenza carica che ha retto fino al 1987. Dal 1986 al 1991 è presidente della Comunità montana del Lagonegrese e nello stesso anno entra a far parte del consiglio di amministrazione dell’Università di Basilicata, assumendo subito dopo, per cinque anni, la carica di presidente della Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura della provincia di Potenza. Si fa notare molto presto per le sue brillanti doti non solo di comunicatore ma di uomo con prestigiose capacità di tessere rapporti importanti dal potere “colombiano” lucano che gli permetto di essere conosciuto anche fuori regione. Entra in Consiglio regionale nel 1992 e allo stesso tempo conquista il Banco di Napoli con posizioni in continua ascesa che gli permettono di essere uno straordinario politico. Sarà ancora consigliere regionale nel 1995, assessore all’agricoltura, presidente del consiglio regionale. Sostanzialmente è lui che gestisce i rapporti politici importanti del centrosinistra diventando figura di spicco e di garanzia.
Non a caso l’ex presidente della Regione Bubbico, intervistato negli studi di Cronache Lucane, ha ricordato come «Mitidieri sia stato un personaggio capace di portare risultati importanti in regione dando un contributo impareggiabile riuscendo a far parte di una stagione che reputo la migliore di cui mi onoro di aver fatto parte». Mitidieri è anche l’uomo di collegamento con le nuove leve del centrosinistra dell’epoca. Vito De Filippo intraprende proprio in quegli anni un rapporto umano e personale fortissimo con Mitidieri.
Egidio consiglia e supporta l’ascesa politica di Vito. L’onorevole dem lo ha infatti ricordato con estrema commozione: «Egidio manca fortemente nella mia attività, io ero abituato a confrontarmi con lui e ad avere una confidenza profonda costruita in tanti anni di rapporto. Era la persona più adatta, era l’amico più importante, a cui chiedere suggerimenti e consigli. Egidio, era una persona seria, affidabile e abile anche nelle relazioni. Una esperienza straordinaria la sua grazie alle radici profonde che gli ha impresso la sua famiglia». Nel 2005 prende in consegna Acquedotto lucano, incarico che sarà rinnovato senza dissenso nel 2008 e senza che nessun sindaco di centrodestra avesse nulla da opporre. Il dietro le quinte sono rapporti istituzionali curati nel dettaglio e congiunti grazie alla profonda stima che sapeva dimostrare a chi lo circondava.
Non a caso all’interno di Acquedotto lucano ha avuto un rapporto affettuoso e familiare con tutti i dipendenti, mostrando un lato umano tipico della sua generazione che oggi difficilmente ritroviamo in chi riveste ruoli apicali. Mitidieri, con la sua profonda capacità di tessere relazioni importanti e mantenere equilibri tra il mondo imprenditoriale e politico resta un protagonista della vita pubblica lucana. Struggente nel finale il ricordo del nonno della nipote di Mitidieri a nome di tutta famiglia. Ha moderato l’evento la giornalista Margherita Sarli.
Egidio, non solo il Cuccia Lucano ma un “Totus politicus”
DI GIANNI PITTELLA*
Per me non è facile, lo comprenderete, separare il ricordo politico di Egidio Mitidieri dal legame affettivo e familiare che ha portato Ludovica e Giuseppe a costruire una famiglia in cui Egidio, il nostro nipotino, porta il suo nome. Ma devo riuscirci lasciando sentimenti di affetto profondo in un angolo riparato del mio cuore. Ho seguito Egidio, quasi in modo parallelo, da quando concorsi con lui per lo scranno di consigliere regionale, ho collaborato con lui, per molto tempo da posizioni politiche diverse, quando egli fu Presidente della Comunità Montana, assessore regionale, Vice Presidente della Regione, Presidente del Consiglio regionale, Vice presidente del Banco di Napoli, e tanto altro ancora (anche Sindaco di Latronico) Lo accolsi a Strasburgo in visita al Parlamento Europeo, insieme alla sua amata Maria, Egidio era un convinto europeista e un meridionalista, concreto, poco propenso alla logorrea di intellettuali ed che hanno affollato, ora un pò sereno, il dibattito sul Mezzogiorno.
Azione, persone e radici. Tre caratteristiche rare che Egidio ha saputo tenere insieme con saggezza e con pazienza, tanto da meritare un elogio unanime cito una frase raccolta tra i ritagli giornalistici “in tutti quanti gli anni di certosina laboriosità istituzionale ha saputo degnamente governare i cambiamenti e le asprezze della politica con il cuore di un antico galantuomo democratico e con lo sguardo di un lucido cantore disincantato. Grandi sono le realizzazioni che portano il suo nome: dalla Galdo – Pollino, al centro di Formazione di Lauria, alla valorizzazione dei forestali. Ma il punto vero che mi interessa a 10 anni dalla sua morte, è squisitamente politicoEgidio Mitidieri era un “Totus Politicus”, non solo il Cuccia Lucano, o il saggio ed autorevole rappresentante istituzionale o l’uomo che ti dava una stretta di mano ed era un contratto.
Ma era nella politica che faceva la differenza, nella politica egli era un dominus.Un doroteo, poco amante dell’apparire, uno dei principali architetti, con Antonio Luongo e alcuni di noi, di quel capolavoro di transizione che ha consentito al centrosinistra di mantenere la guida della Basilicata nonostante le vicende che portarono alla fine degli equilibri della prima Repubblica.Mai una intervista, solo comunicazioni ufficiali affidate alle redazioni, mentre con il suo acume politico e i buoni modi determinava alleanze e nuovi equilibri, soluzioni e governo, insomma interpretava la politica nella sua alta nobile funzione di motore delle scelte.
Era a pieno titolo il rappresentante di una classe dirigente fatta di uomini che hanno saputo imporre la loro grandezza attraverso un’azione politica sicuramente non scevra di errori ma capace di appassionare, di chiamare in causa, di trasmettere il sentimento di appartenenza a una comunità di valori e prospettive. E la prima comunità a cui si apparteneva era il partito, i suoi circoli, le sue scuole politiche, i suoi esercizi di militanza, di prove sul campo, ma anche di studio profondo della scienza della politica.Ecco, fermiamoci un attimo a riflettere:da cosa sono caratterizzati i nostri tempi?Qual è la parola che più di tutte ha segnato l’attuale fase storico – politica, o comunque l’ultimo decennio, non solo in Italia ma in tutto lo spazio europeo? La parola è “populismo”.
E che cosa è il populismo se non totale assenza di comprensione della scienza della politica?Di totale incapacità di cogliere la complessità delle dinamiche socioeconomiche, delle relazioni tra i corpi sociali, della comunicazione, della diplomazia, del dialogo costruttivo? Quel populismo che è nato paradossalmente proprio quando i grandi partiti fatti da grandi uomini si sono velocemente trasformati in partiti – persona?Populismo davanti al quale, forse, oggi questo paese ha saputo dare un segnale di controtendenza, chiamando a suo servizio, nel momento più buio dell’ultimo trentennio, una figura autorevole e di grande competenza, che nello stile e nella abilità gestionale ci ricorda molto da vicino lo spessore di quelle figure la cui eco oggi porta molti a rimpiangere la prima Repubblica.
Il Governo Draghi non solo ha rimesso al centro l’arte della mediazione che si fa costruzione, ma ha anche neutralizzato, se non definitivamente certo decisamente, le pulsioni populistiche che negli ultimi decenni hanno inficiato lo sviluppo di una politica dell’autorevolezza, e che nell’ultimo lustro hanno dato adito a dimensioni della governance istituzionale capaci di condurre questo Paese sull’orlo del baratro.Io non so cosa avverrà nel futuro, che al populismo penta stellato possa sostituirsi il populismo degli influencer (alla Fedez), ma nutro una speranza che attraverso la rivalutazione della politica fatta da giganti come Egidio Mitidieri, si possa compiere finalmente la infinita transizione italiana verso un sistema politico che ridia peso e valore ai meriti, alla competenza, ai legami con il territorio.
*SENATORE PD E SINDACO DI LAURIA