IL SUD È UN MALATO CHE NON GUARISCE
L’intervento Di Nicola Savino
DI NICOLA SAVINO*
Anche per parlarne fra noi, è opportuno considerare quel che di noi dice il Nord! E dove, meglio che sul Corsera, primo giornale nazionale, se ne può attingere la formulazione più “equilibrata”? Sul numero di domenica 12 dicembre-ricorrenza di Piazza Fontana! – nella pagina delle lettere, Aldo Cazzullo, una delle Firme più accreditate, risponde ad un Signore senza correggerne l’inesattezza:né sull’assegnazione Pnrral Sud (cosa di non poco conto, trattandosi di 40 e non di 80 mld) né sui criteri di ripartizione,relativi alla necessità dello sviluppo e non ai danni fatti dal Covid. Ma la lettera è solo l’occasione perché Cazzullo, pur riconoscendo che il Sud «è il posto dove si gioca il futuro del Paese», si scateni: «se già non riesce a spender i fondi Ue, che uso farà del Pnrr?». Un addebito non infondato, ma che da un Cazzullo ci si sarebbe atteso fosse correlato ai motivi per i quali questo è avvenuto (spesso con recupero a Nord del “non speso” a Sud) e ch’è purtroppo probabile si ripeta!
Ma ciò che lascia molto sorpresi è l’attribuzione delle tesi dei neoborbonici – «piagnistei contro Garibaldi ed i Savoia… i soldi del B. Napoli trafugati etc» – al Sud in quanto tale, per giungere a definirlo «un malato che non vuol guarire» perché non ammette d’esserlo ed è dunque privo «della volontà di guarire». Concede che il «Sud è bellissimo », forse per incoraggiarlo al solo turismo, ma subito aggiunge «che non è una cartolina» perché comprende realtà socialmente degradate e dominate dalla mafia come «Giugliano in Campania… la Capitanata… e la Calabria»:circa la quale ultima gli sfuggono due aggettivi «aspra e negletta ».
Ma è proprio qui il punto: perché il Sud è così? Secondo lui, sia perché «non c’è una volontà diffusa di rimuovere gli ostacoli… (se no) la Napoli- Bari sarebbe già operativa », altrettanto «il ponte» sullo Stretto; e sia perché, da esso, «una critica è vissuta come un affronto». Insomma, siamo ai connotati razziali alla Lombroso, non molto lontani da quelli di La Farina nel 1860? Partecipe dei moti del 1837 e del ’48, siciliano nominato da Torino commissario- dittatore a Napoli, ne suoi rapporti, definiva lo stato «spaventoso e marcio» del Sud «che Italia! Che libertà! Ozio e maccheroni! Che paesi son mai questi, il Molise e Terra di lavoro. Che barbarie! Altro che Italia!
Questa è Affrica: i beduini, a confronto di questi caffoni, son fior di virtù civile» (S.Lupo, Il grande brigantaggio, vol. XII della Storia d’Italia, 2002). In questo clima culturale, tanto per parlare di ferrovie, l’autorizzazione- a spendere le 5 mila lire rimaste in cassa per completare la Napoli-Brindisi- giammai giunse dal neoMinistero unitario (T.Pedio, Classi e popolo nel Mezzogiorno d’Italia, Ba,1979). E si badi, La Farina veniva dal Sud come Spaventa ed altri, dalla Classe che aveva sì voluto l’Unificazione ma non sempre per realizzare idealielevati e talvolta compromessa col brigantaggio: «per la vita civile… un fiero colpo» (E. Ciccotti-La Basilicata 1889); e della quale, il vice console sardo a Napoli scrive il 29/10/60 (Categgio Cavour, La liberazione del Mezzogiorno) «un ammasso di odi e di rancori personali che aspettava il momento propizio… perché nulla è l’autorità degli uomini… alla testa della cosa pubblica».
Insomma, un avvio… più che drammatico, che lo Stato unitario avrebbe dovuto affrontare diversamente e che ancora nella fase repubblicana (persino nel “miracolo economico”) ha voluto affrontare con autentiche furbizie :edilizia scolastica finanziabile solo se progetti pronti entro 180 gg, asili nidi al 6% invece cheal 33% (nonostante l’abisso storico tra Comuni del Nord e del Sud!), ferrovie e strade “minori”… per il turismo ecc). Se ora gli “Orizzonti demografici”( su La lettura dello stesso Corriere nella stessa data) sono che “il Nord tra 50 anni si spopola ed il Sud si desertifica” è dunque tanto colpa delle classi dirigenti del Sud che di quelle del Nord, la prima inadeguata al confronto già nella dimensione parlamentare (tant’è che continua ad esprimere tendenze neo borboniche e non sa organizzarsi né in Parlamento né in quell’assurdo imbroglio del Comitato Stato-Regioni) e la seconda furbescamente miope e localistica, fino al punto da partorire, simmetricamente, una Lega del Nord da estendere generosamente al Sud! Il latte è dunque già versato?
Senza cambiare testa, più che probabile!
*GIÀ SOTTOSEGRETARIO DI STATO