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TRASPARENZA NO, «URGENZA» SÌ

Consorzio Asi, Fiengo e i dettagli dell’incarico che non tornano


LA “GRANA” DEGLI 84MILA EURO ANNUI ALLA COMMERCIALISTA ESTERNA TRIPALDI: GLI “INTERESSI” DELLA LIQUIDAZIONE


Sintomatico come in tema di maxi consulenze esterne, all’Acquedotto lucano, l’Au Alfonso Andretta invochi anormalmente il «riserbo», come parimenti sta facendo al Consorzio Asi per lo sviluppo industriale della provincia di Potenza, il liquidatore Giuseppe Fiengo, che per ragioni ancora non note, sta comunque sottraendo all’obbligatoria pubblicità, l’incarico conferito intuitu personae alla commercialista Domenica Cristina Tripaldi. Al Consorzio in liquidazione, il mega incarico di «consulenza-service», costerà ai lucani 84mila euro all’anno, oltre spese forfettarie in misura del 12,5%, cassa ed Iva come per legge, ed oltre, infine, al rimborso delle spese vive anticipate per conto del Consorzio. Vari i dettagli che non tornano nell’atto del liquidatore Fiengo, già Commissario del Consorzio Venezia nuova che tra le consorziate ha 2 imprese che hanno affidato commesse alla C&P Srl che è l’impresa dei Cupparo che lavora con Inc Spa, che, a sua volta, è il tramite di Amazon per l’investimento lucano, attraverso il Consorzio Sis che alla stessa C&P Srl ha subappaltato opere per la Superstrada Pedemontana Veneta. Tra gli elementi che non proprio collimano con le basilari esigenze di trasparenza, quello dell’«urgenza ».

Più precisamente, con «urgenza» e per assicurare la continuità nella gestione delle attività del Consorzio Asi. Con questo pretesto, Fiengo ha evitato una procedura comparativa pubblica, non richiamando la particolare qualificazione, abilità o conoscenza ricercata, ammesso, chissà se concesso, che avesse davvero necessità di un collaboratore esterno con quel compenso che ha attribuito alla Tripaldi.

Fiengo, però, è stato nominato nel maggio scorso, con conferma formale a settembre, e dell’«urgenza» dopo 6 mesi di mandato, non se ne comprende il motivo. Così come privo di senso appare il rimando ai dipendenti del Consorzio in trasferimento presso altri Enti. Nell’ipotesi che ci sia un collegamento con l’incarico fiduciario da 84mila euro annui netti in favore della commercialista Tripaldi, anche il passaggio dall’Asi ad altri Enti, era dato più che noto già da tempo.

La legge regionale che ha disposto la liquidazione del Consorzio è del marzo scorso. In più, sfumatura tutt’altro che secondario, l’ufficio liquidazione, non sembra intaccato dai trasferimenti se si considera, come lo stesso Fiengo non poteva non ammettere, che il personale consortile era ed è destinato al trasferimento, «eccezion fatta per i due dirigenti tecnico ed amministrativo », rispettivamente Guido Bonificio, che da anni segue le vicende dell’Asi, e Angelo Marzano. In pratica, per la stima del patrimonio disponibile del Consorzio Asi di Potenza, interamente ed« esclusivamente » destinato al soddisfacimento dei creditori da parte del liquidatore, c’è un liquidatore, Fiengo, un ufficio di liquidazione, con 2 dirigenti, ed ora anche la consulente esterna col maxi stipendio per assicurare gli «adempimenti amministrativi afferenti la tenuta della contabilità della liquidazione ». Urgenza e trasferimenti personali, sbandierati così da Fiengo senza troppa convinzione tanto che il riferimento all’“esodo” dei dipendenti non è incastrato nell’obbligatorio e preliminare accertamento dell’impossibilità oggettiva di utilizzare le risorse umane disponibili all’interno dell’amministrazione.

Anche perchè, con ogni probabilità, è naturale desumere che il liquidatore avrebbe potuto trattenere, si sarebbe evitato l’ulteriore esborso di denaro per l’incarico esterno, un dipendente per le necessità liquidatorie, per poi “liberarlo”, col passaggio in altro Ente pubblico, ad operazione conclusa, ricordando che come previsto dalla relativa legge regionale del marzo scorso: «Al termine della procedura di liquidazione, il Consorzio è sciolto ». Sull’Asi, la Regione agisce quale organo di vigilanza, ma sulla «consulenza-service » all’esterna Tripaldi, lautamente pagata, nessuno finora ha sollevato neanche una parvenza di perplessità.

Ferdinando Moliterni

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