«UNA GIORNATA STORICA»
Il ministro Speranza all’Unibas per la Lectio Magistralis alla Facoltà di Medicina
Il potentino orgoglioso: «In Basilicata si formeranno professionisti mai come ora utili all’Italia»
È stata ufficializzata a Potenza con una ‘Lectio Magistralis’ sulla ‘medicina di genere’ la nascita della Facoltà di Medicina e Chirurgia che dal mese di ottobre in Basilicata è diventata una realtà per tanti studenti con nel cassetto il sogno di indossare il camice bianco. Il percorso di studi magistrali è stato fortemente voluto dal Presidente della Regione Bardi, che lo aveva inserito tra i primi punti del suo programma politico, mantenendo la promessa e permettendo di avviare con i Ministeri di Salute e Università e Ricerca una sinergia che è sfociata nell’offerta formativa di Unibas, arricchita di uno dei corsi di laurea più ambiti del Paese. Come forma di ringraziamento per l’impegno assunto e per aver agevolato il riscatto istruttivo della regione, alla ‘Lectio Magistralis’ presente con un videomessaggio il Ministro Maria Cristina Messa ed in presenza il Ministro Roberto Speranza.
La Basilicata era l’unica regione a non avere istituito questo ciclo di studi ed averlo attivato in piena pandemia da Covid-19 è stato un segnale forte di presa di coscienza del territorio e delle sue necessità anche future, consentendo di ampliare l’offerta nell’ambito sanitario che va man mano evolvendosi ed innovandosi anche mediante l’applicazione delle nuove tecnologie. Lasciando, inevitabilmente, che scienza e coscienza siano sempre sollecitate e legate ai grandi progressi della medicina con cui viaggiano di pari passo anche tutti i processi etici. Sarà in Basilicata che si formeranno i nuovi medici in grado di innestarsi sul territorio scegliendo anche di rimanere qua dove hanno studiato, valorizzando ogni aspetto sia della loro formazione e quindi della loro conoscenza, sia della professione vera e propria che sapranno affrontare con serietà e competitività rispetto a chi avrà studiato in altre sedi blasonate.
LA SODDISFAZIONE DEL RETTORE MANCINI
Per il Magnifico Rettore dell’Ateneo lucano, Ignazio Mancini, «questa nuova fase di studi è una grande opportunità che rientra nel ‘Progetto Medicina’, allargato non solo al periodo Accademico ma alla comunità intera permettendo di consolidare con altri Atenei percorsi nuovi che nei prossimi anni si intrecceranno con ulteriori corsi e specializzazioni». La Facoltà sveste i panni obsoleti della vecchia strutturazione sanitaria e si adegua alle nuove esigenze anche attraverso la tecnologia ed il dialogo con le Aziende Sanitarie esistenti, generando un circuito di esperienze a favore del sistema sanitario di metà terzo millennio. «Il corso di medicina- ha detto il Rettore- darà nuova linfa e nuove energie per un impegno più marcato sul territorio immaginando ricadute positive su tutto il sistema sanitario regionale». Sulle docenze, ci si auspica che Potenza «non sia la terza o quarta scelta di Professori che non possono andare a Roma, Napoli o Bari già sature quanto ad insegnamento.
Dovrà essere un corso di studi di altissima qualità – conclude Mancini- reclutando docenti di livello sia dall’Italia che dall’estero ». Sulla vicinanza della sede di Potenza ad altre più storiche come Napoli e Bari, Mancini evidenzia come «molti studenti delle regioni contermini hanno scelto come sede proprio Potenza per posizione centrale e città a ‘misura d’uomo’ oltre che come numero contingentato di posti ». Sono 44 gli iscritti di cui il 50% è lucano, 21 i ragazzi e 23 le ragazze con altre provenienze da Bari, Salerno e Como. Prevale la maturità Scientifica rispetto a quella Classica.
IL GOVERNATORE BARDI: «UN PUNTO DI PARTENZA PER LA NOSTRA COMUNITÀ»
Per il Presidente della Regione, Vito Bardi, «l’apertura del corso di laurea è il conseguimento di un obiettivo per cui sono state profuse molte energie a livello istituzionale sia locale che centrale. È un giorno bello, che tutta la comunità regionale deve rivendicare come un successo rilevante, e rappresenta una mattonella per il futuro, non un passo fine a se stesso ma un punto di partenza per migliorare la nostra comunità». Dato il periodo storico, si dà «un segnale forte in un ambito sanitario che si evolve costantemente e si innova con tecnologie sempre più all’avanguardia ma senza perdere di vista l’umanizzazione» che accompagna i grandi progressi della medicina e dell’etica. «Dietro la parola paziente, i dati e le statistiche – ha evidenziato il Governatore lucano- ci sono sempre delle persone con le proprie unicità e le proprie criticità per cui il futuro della Basilicata dipende anche dai medici che si formeranno qui’ e che potranno investire qui’ i loro saperi. L’Unibas sarà un punto di riferimento per chi si accosterà allo studio della medicina e i nostri studenti lucani non dovranno più emigrare per andare a cercare lavoro altrove. Abbiamo colmato una carenza che da oggi deve permettere alla nostra università di essere il fiore all’occhiello del sistema accademico nazionale. Dobbiamo formare i medici del futuro per una sanità competitiva e qualificata».
IL MINISTRO SPERANZA: «GIORNATA STORICA PER L’ATENEO E PER TUTTA LA BASILICATA»
Intervenendo in conclusione, il Ministro alla Salute Roberto Speranza ha evidenziato come la Facoltà di Medicina sia importante per la Basilicata e l’intero Paese. «Un successo rilevante che rappresenta una mattonella per il futuro perché ogni passo non è fine a sé stesso ma è punto di ripartenza da cui fare ulteriori passi per rendere migliore la comunità». Anche per Speranza è il segnale giusto in un tempo difficile e drammatico senza precedenti, in cui è impegnativo essere medico, infermiere ma anche cittadino e studente. «Dentro la crisi – ha detto- la Basilicata ha creato la strada per l’opportunità formando professionalità che servono al Paese e che non si possono comperare col denaro». Prima di arrivare all’Unibas si è fermato a portare sostegno a medici ed infermieri alle tende del Qatar ribadendo ancora il concetto che «l’Italia se la sta giocando bene mentre arrivano notizie preoccupanti da Inghilterra, Francia, Germania dove con popolazione inferiore, hanno più casi rispetto a noi».
Sui vaccini, ha ribadito Speranza che «occorre insistere perché siamo oltre l’88% per le prime dosi e all’85% sul dato del ciclo completo. I richiami sono importanti anche per affrontare le varianti». Il numero di dosi inoculate, pari a 101 ml e mezzo, non sono una cosa banale: «riesci a farle solo se sei un grande Paese ed hai capillarità ed esperienza sanitaria grazie ad una nazione che ha umanità e che cura i propri pazienti indipendentemente dal possesso o meno della carta di credito». Agli studenti un monito: «restare qui fisicamente non deve portare a rinunciare ad avere la testa nel mondo. Perché un sistema di relazioni aperte è capace di connettersi con le grandi dinamiche che si aprono a livello globale». Ha risposto il Ministro Speranza alle nostre domande su campagna vaccinale e vaccino ai bambini. «Sui vaccini in Italia abbiamo i migliori numeri a livello europeo anche sui richiami che sono la vera leva utile a chiudere questa fase e aprirne una diversa». Nei prossimi giorni i vaccini ai bambini compresi tra 5 e 11 anni, con molti dubbi, dato che il Direttore Sanitario dello Spallanzani lancia l’allarme e chiede di non vaccinare a quell’età perché non socialmente esposti e perché – confermato anche dalla Pfizer – esiste un rischio miocardite. Sul punto il Ministro risponde che «le autorità scientifiche sono favorevoli alla vaccinazione per i bimbi di quell’età per cui occorre fidarsi dei nostri pediatri». E aggiunge: «il vaccino non è materia da bar, da social o talk show ma è materia delicata per cui bisogna fidarsi». Vaccinerà i suoi figli, annuncia Speranza nel tentativo di rassicurare gli scettici.